Bruxelles, ore 15 del 6/9/90SOMMARIO: Denuncia la gravità dell'attacco subito da Petruccioli al festival de "L'Unità", dove egli si era recato per partecipare ad un dibattito con quell'esponente del PCI. Ricorda di aver sottolineato da tempo "l'urgenza di un confronto e, anche, di un accordo" con quel partito, e di aver denunciato "l'enorme ritardo" con cui si stava o non si stava rispondendo. Ricostruisce l'episodio grazie al quale Petruccioli "ha cercato di mandare tutto all'aria", prendendo a pretesto la frase incidentale pronunciata da Pannella in merito alle responsabilità di Togliatti nella politica della violenza da "sinistra" [era un ulteriore riferimento all'episodio di Via Rasella, ampiamente registrato in Agorà, n.d.r.]. Fornisce, infine, la esatta sequenza dei fatti che hanno preceduto il dibattito.
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 6 settembre 1990)
Il significato politico grave di quanto accaduto ieri al festival dell'Unità non deve e non può esser sottovalutato.
E' dal dicembre 1988 che PCI e PR, attraverso i rispettivi segretari, avevano annunciato per i giorni successivi un ampio incontro fra i due vertici, comunista e radicale. Da allora, a più riprese, il PR aveva ricordato questo impegno, senza esito. Malgrado solleciti anche scritti, resta tuttora senza risposta, nemmeno formale o interlocutoria, anche l'invito, inviato dal PR al PCI oltre due settimane fa, ad un incontro a metà settembre dalla durata minima di due giorni, per fare finalmente un organico giro di orizzonte e un confronto finalmente diretto e esaustivo sulla "cosa" - la cui nascita è ormai annunciata fra quindici, venti settimane.
A tre riprese, dalle colonne dell'"Unità", ho dall'inizio dell'anno sottolineato l'urgenza di un confronto e, anche, di un accordo; ho precisato progressivamente idee e proposte, e denunciato l'enorme ritardo, e i silenzi sempre più ermetici e tenaci, con i quali ci si stava rispondendo. Ho ricordato che nello scorso settembre il segretario Occhetto aveva annunciato che a primavera, per le elezioni amministrative e regionali, sarebbe stata accolta la proposta di fare delle "liste Nathan", rifiutate con leggerezza per Roma. Il seguito è noto a tutti.
Ieri, un confronto diretto e pubblico fra Claudio Petruccioli - che ci risulta addetto o incaricato proprio ai contatti con i non comunisti per la formazione della "cosa" - e che da quando ha ricevuto questo incarico non aveva e non ha mai preso una qualsiasi iniziativa non fosse che di dialogo informale con il PR e con i suoi esponenti - Vittorio Foa e me non avrebbe più consentito il proseguirsi dell'atteggiamento della segreteria del PCI.
Un articolo pubblicato la mattina, una sorta di prologo, da me scritto per ricordare alcuni termini per noi essenziali della questione, dava maggior urgenza e pregnanza, penso, a questa importante occasione.
Alla fine, speculando e falsificando, attaccando e insultando, ci si è cavati d'imbarazzo. Partendo da una frase di una sola Agenzia (l'Ansa), falsificandola, mentendo (Pannella, "in una conferenza stampa"), evitando e impedendo il consueto incontro preparatorio del dibattito fra i partecipanti, non chiedendo conferma né spiegazioni, per timore evidente che fossero agevolmente date, Petruccioli ha cercato di mandare tutto all'aria leggendo un testo che, credo, non ha precedenti, se non in anni lontani e da parte dei più intolleranti e stalinisti, di puro e semplice linciaggio. Mi spiace che coordinatori e anche giornalisti si siano prestati a questa strana procedura. Il tutto perché Petruccioli aveva letto "male" perfino il dispaccio d'agenzia, basato su miei interventi per un totale di due ore, dal quale si desumeva chiaramente che mi ero limitato a ricordare (sdrammatizzandola grazie all'uso di un termine caricaturale: "Assassinissimo") una mia frase ed uno scontro del 1979.
L'Agenzia, comunque, scriveva ben chiaramente che si trattava di una vocazione e precisava: "Se ogni compagno assassino (BR) fosse un mostro, allora Togliatti sarebbe un assassinissimo").
Tutto questo, ripeto, nel contesto di due ore di intervento, in una riunione del mio partito, trasmessa in diretta da Radio Radicale.
Non cadiamo, però, nella frettolosa provocazione, e non rispondiamo con l'aggressione all'aggressione. Facciamo di peggio, di molto peggio: ribadiamo con sempre maggior forza le nostre richieste, le nostre proposte, la nostra volontà di impedire che la "cosa" si risolva in un papocchio suicida. Per questo, anche per questo, chiedo che i democratici - a cominciare dai comunisti-democratici - ci diano subito maggior forza."