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Partito radicale - 1 dicembre 1990
1970 - 1990: MOSTRA FOTOGRAFICA PER IL VENTENNALE DELL'APPROVAZIONE DEL DIVORZIO IN Italia

SOMMARIO: Il primo dicembre 1990, in occasione del ventennale dell'approvazione del divorzio in Italia, il Partito radicale presenta in varie città una mostra fotografica sul divorzio. Nei testi che seguono le didascalie dei 14 gruppi di pannelli nei quali è articolata la mostra

1. DIDASCALIA

1· ottobre 1965: il progetto di legge Fortuna

Loris Fortuna, deputato socialista, presenta alla Camera dei deputati, il 1· ottobre 1965, una proposta di legge per l'istituzione del divorzio.

Quella proposta sarebbe rimasta, come le altre presentate nel passato, senza seguito se non fosse stata organizzata, per iniziativa di militanti del Partito radicale, una campagna popolare e parlamentare a sostegno del riconoscimento giuridico del divorzio.

Fin dall'inizio un altro fattore diviene determinante per il successo della mobilitazione divorzista: la promozione della campagna da parte del settimanale ABC diretto da Enzo Sabàto.

Il primo dibattito pubblico sul divorzio, promosso dal gruppo radicale romano, si svolge a Roma il 12 dicembre 1965 al ridotto dell'Eliseo.

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2. DIDASCALIA

1966: nasce la Lega per l'Istituzione del divorzio - LID

Agli inizi di gennaio i radicali danno vita alla LID, Lega italiana per l'istituzione del divorzio, ma solo nel marzo di quell'anno Marco Pannella e Mauro Mellini presentano, nel corso di una conferenza stampa, il documento costitutivo della LID e le numerose personalità che lo hanno sottoscritto. Tra i fondatori, oltre a Loris Fortuna, i magistrati Mario Berutti e Salvatore Giallombardo, i parlamentari Lucio Luzzatto del Psiup, Giuseppe Perrone Capano del Pli, Giuseppe Averardi del Psdi, lo scienziato Adriano Buzzati-Traverso e il giurista Galante Garrone.

Il giornale diocesano di Como definisce la Lid "una banda di cornuti".

La prima manifestazione della LID si tiene a Milano il 17 aprile 1966 al teatro Lirico.

Per il 13 novembre 1966 la LID decide di organizzare una manifestazione in una delle più grandi piazze romane: piazza del Popolo.

Contro ogni aspettativa, 20.000 persone riempiono la piazza fornendo la dimostrazione del carattere popolare e di massa della battaglia divorzista.

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3. DIDASCALIA

1967: "sorpresa e dispiacere" di Paolo VI

Il 19 gennaio 1967 la Commissione affari costituzionali dichiara che la proposta Fortuna "non è in contrasto con alcuna norma del nostro ordinamento costituzionale.

Entra in campo pubblicamente il vaticano: Paolo VI esprime sorpresa e dispiacere nei confronti del Parlamento che si era espresso favorevolmente sulla legittimità costituzionale del divorzio.

Manovra diversiva del Ministro della giustizia Reale che presenta una proposta di riforma del diritto di famiglia in attesa del quale si sarebbe dovuto accantonare la proposta Fortuna.

Il 12 febbraio si apre al Teatro Adriano la campagna promossa dal partito radicale "1967 - Anno Anticlericale"

In marzo il Pci presenta, con la prima firma di Ugo Spagnoli, il suo progetto di legge sul divorzio.

Il 9 e 10 dicembre si svolge a Roma il primo congresso nazionale della LID dove il segretario Pannella propone di sostenere nella prossima campagna elettorale i candidati che s'impegneranno a ripresentare il progetto Fortuna il primo giorno della V legislatura.

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4. DIDASCALIA

5 giugno 1968: 70 parlamentari presentano una proposta di legge unificata sul divorzio

Settanta parlamentari dei partiti laici - Pci, Psu, Psiup, Pri presentano un disegno di legge unificato sul divorzio, il primo della quinta legislatura repubblicana. Anche i liberali presentano

un progetto di legge a firma di Antonio Baslini.

La LID inventa un nuovo strumento di autofinanziamento: le cene divorziste che riscuotono un grande successo e si ripeteranno per tutti gli anni della campagna.

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5. DIDASCALIA

Aprile 1969: inizia la discussione alla Camera - Le prime manifestazioni nonviolente della LID

Nell'aprile 1969 il progetto di legge dei deputati laici - unificato con quello presentato da Antonio Baslini - viene discusso e approvato dalla Commissione giustizia della Camera.

La costituzione di uno schieramento divorzista, potenzialmente alternativo alla Dc, allarma l'Osservatore romano che denuncia il rischio di una "repubblica divorzista"

In questo periodo la Lid utilizza, per la prima volta in Italia, le tecniche nonviolente di pressione politica e nuove forme di manifestazione basate sull'azione di piccoli ma determinati gruppi di militanti: sit-in, resistenza passiva di fronte agli interventi della polizia, "uomini sandwich", tavoli nelle strade per la raccolta di firme su petizioni, etc.

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6. DIDASCALIA

Giugno - settembre 1969: manifestazioni per la discussione della legge Fortuna-Baslini-Spagnoli

L'azione del movimento divorzista s'intensifica con l'obiettivo di ottenere la discussione in Aula alla Camera del testo approvato dalla Commissione Giustizia.

Con due grandi manifestazioni a Roma, il 7 giugno a piazza Navona e il 27 settembre a Piazza Cavour, la Lid chiede il rispetto dei tempi e delle procedure parlamentari di discussione stabilite dal regolamento della Camera.

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7. DIDASCALIA

10 novembre 1969: il primo sciopero della fame

Di fronte ai tentativi della Dc di ritardare la procedura parlamentare di discussione della proposta di legge Fortuna-Baslini, Marco Pannella segretario della LID e Roberto Cicciomessere, segretario organizzativo, iniziano uno sciopero della fame, in piazza Montecitorio, per la fissazione dei termini per le votazioni .

In seguito a questa iniziativa i gruppi parlamentari s'impegnano a concludere la discussione e il voto nella settimana tra il 24 e il 29 novembre.

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8. DIDASCALIA

28 novembre 1969: la Camera approva

Nell'imminenza della votazione finale alla camera della proposta di legge sul divorzio, Il Cardinal vicario di Roma Angelo dell'Acqua invita i fedeli a pregare perché "l'Italia sia preservata dalla piaga del divorzio".

La Lid organizza una "veglia divorzista" davanti a Montecitorio.

Alle 20,33 del 28 novembre 1969 il presidente della Camera Sandro Pertini comunica il risultato della votazione sulla legge per il divorzio: "presenti e votanti 608, maggioranza 305, favorevoli 325, contrari 283; la Camera approva".

La legge adesso passa al Senato.

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9. DIDASCALIA

1970: per il Vaticano il divorzio viola il Trattato lateranense

Nel corso del 1970 le crisi politiche a ripetizione - a marzo la caduta del II governo Rumor e la costituzione del gabinetto Colombo - e le sempre più forti resistenze del mondo cattolico impegnano la Lid in una vigilanza attiva sull'iter parlamentare ed in una pressione continua sulle forze politiche. Manifestazioni vengono organizzate davanti alle sedi di tutti i partiti per sollecitare il voto sulla legge divorzista.

Il Vaticano invia una nota al governo italiano in cui sostiene che la legge divorzista viola il Trattato lateranense.

In maggio viene approvata, su richiesta democristiana, la legge di attuazione del referendum che le forze clericali annunciano di voler utilizzare per abrogare la legge divorzista se approvata dal Parlamento.

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10. DIDASCALIA

Lo scontro finale: lo sciopero della fame di Marco Pannella, l'occupazione della RAI e la votazione a sorpresa del 1· ottobre

La legge divorzista è bloccata al Senato e si fanno sempre più insistenti le notizie di accordi per l'introduzione di emendamenti al testo approvato dalla Camera. Il 9 agosto 1970 Marco Pannella inizia uno sciopero della fame per chiedere il rispetto delle norme regolamentari e quindi la fissazione dei tempi di discussione e di votazione. Lo sciopero della fame termina dopo 24 giorni con l'impegno dei gruppi parlamentari ad iniziare la discussione finale il 28 settembre per concluderla il 9 ottobre. Per 24 giorni, grazie al digiuno, tutta la stampa nazionale e internazionale, segue con grande attenzione la vicenda divorzista.

Nel settembre del 1970 militanti della LID occupano una sede della RAI per chiedere che anche le posizioni divorziste abbiano accesso all'informazione televisiva. L'iniziativa costringe la Rai-Tv ad organizzare cinque dibattiti sul divorzio. Per la prima volta esponenti non parlamentari della Lid intervengono a trasmissioni della Rai.

Il primo ottobre 1970 il Senato respinge per soli due voti (155 contrari e 153 favorevoli) la richiesta di non passaggio all'esame degli articoli della legge Fortuna-Baslini: almeno otto senatori "laici" avevano votato contro il divorzio.

E' il momento più difficile di tutta la campagna divorzista poiché i partiti laici, preoccupati delle conseguenze politiche di uno scontro frontale con la Dc, mostrano la loro disponibilità a compromessi sulla legge.

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11. DIDASCALIA

1 dicembre 1970: Il divorzio è legge!

Il 9 ottobre 1970 il Senato approva con 164 sì e 150 no il progetto di legge sul divorzio con alcuni emendamenti che rendono più difficile l'utilizzazione del divorzio.

Nell'immediata vigilia delle votazioni definitive infatti il senatore Leone convoca una riunione dei gruppi parlamentari divorzisti e antidivorzisti per tentare un compromesso. Di fronte ai cedimenti dello schieramento parlamentare divorzista, il segretario della Lid Marco Pannella si dimette.

Nella notte tra il 30 novembre e il primo dicembre, la Camera approva definitivamente la proposta di legge Fortuna-Baslini con 319 voti favorevoli, 286 contrari. Per il divorzio hanno votato: a favore Pci, Pli, Pri, Psiup, Psi, i cinque deputati de IL manifesto; contro Dc, Msi, Pdium, SVP e il deputato valdostano.

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12. DIDASCALIA

1970-1971: per i vescovi legittimo il referendum sul divorzio

Nonostante i partiti della sinistra e quelli laici facciano tutti gli sforzi per ridimensionare la vicenda del divorzio e in particolare per scongiurare la ricostituzione di quel fronte alternativo che li aveva opposti, in modo vincente, alla Democrazia cristiana, la chiesa e settori della Dc si adoperano per abrogare la legge divorzista.

Nel febbraio 1971 la conferenza episcopale italiana riunita in assemblea plenaria dichiara "legittimo che i cittadini, in problemi di così vitale importanza [il divorzio] e che toccano le coscienze di ognuno, si avvalgano, di tutti i mezzi democratici che offre la Costituzione italiana".

E' il via ufficiale per la raccolta delle firme per l'indizione del referendum abrogativo del divorzio: tra febbraio e maggio del 1971 un comitato presieduto da Gabrio Lombardi raccoglie le firme basandosi soprattutto sulle strutture della Chiesa e delle associazioni cattoliche. Il 17 giugno vengono consegnate 1.370.134 firme.

La LID s'impegna, anche con una serie di azioni dirette in chiese, istituti e scuole religiose, a denunciare l'impegno massiccio della Chiesa cattolica nella raccolta delle firme e i metodi che vengono utilizzati per convincere gli ospiti di case di cura, di ospizi e di altri istituti d'assistenza a firmare per l'abrogazione del divorzio

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13. DIDASCALIA

Lo scioglimento delle Camere per evitare il referendum

Il Pci preme per modificare la legge sul divorzio al fine di evitare la prova referendaria non solo perché ritiene probabile la vittoria antidivorzista ma soprattutto perché il ricrearsi dello scontro fra i due schieramenti ostacola la politica di "dialogo" con i cattolici su cui è impegnato.

La senatrice della sinistra indipendente Tullia Carettoni presenta nel dicembre 1971 un progetto di modifica della legge sul divorzio che lo renderebbe ancor più restrittivo, con l'intento d'impedire lo svolgimento del referendum. Questa iniziativa viene fermamente contrastata dalla Lid.

Il secondo tentativo del senatore Leone di trovare un compromesso fra i due schieramenti, questa volta non ha successo.

Nella primavera del 1972 vengono quindi sciolte le Camere sospendendo così per due anni lo svolgimento del referendum.

Le elezioni del 7 maggio 1972 segnano uno spostamento "a destra" degli equlibri politici (il Msi passa dal 4,5 del 1968 all'8,7) e una lieve diminuzione della sinistra (Pci, Psi, Psiup e altri passano dal 41,3 del 1968 al 39,8)

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14. DIDASCALIA

12 maggio 1974: il NO ha vinto

Mentre i divorzisti insistono sulla necessità di affrontare lo scontro del referendum piuttosto che snaturare la legge, i partiti della sinistra e i "laici" tentano, anche dopo le elezioni di "scongiurare" lo scontro con il mondo cattolico.

Ma questi tentativi di evitare il referendum s'infrangono sulla rigidità di ampi settori della DC e sulla intransigenza vaticana: in occasione della visita del Presidente Leone, il 22 settembre 1972, Paolo VI auspica una risposta "alle legittime attese dei cittadini" ed il "rispetto delle libertà e dei diritti che la Costituzione dello stato solennemente a ampiamente assicura". Il papa chiede praticamente via libera per il referendum.

Dopo una campagna referendaria che vede La Dc impegnata con i suoi massimi esponenti nel sostegno del SI, il 12 maggio 1974 i cittadini italiani sono chiamati alle urne per decidere se mantenere o meno l'istituto del divorzio.

Per il 13 maggio la LId e il partito radicale organizzano a piazza Navona, prima ancora di conoscere il risultato delle votazioni, la festa della vittoria: viene stampato un numero speciale di LIberazione con il titolo "il NO ha vinto" da distribuirsi al momento della diffusione dei risultati del referendum.

La sera del 13 maggio centinaia di migliaia di persone festeggiano, percorrendo in corteo la città di Roma la vittoria divorzista: il 59,1% dei votanti ha respinto il referendum clericale e democristiano.

 
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