SOMMARIO: La mozione presentata da deputati del Gruppo Parlamentare Federalista europeo e del Gruppo parlamentare verde sulla crisi del Golfo. S'impegna il Governo a rivolgere un appello all'ONU perché "venga immediatamente approntata e realizzata una grande offensiva di informazione dell'opinione pubblica irachena, araba e internazionale, con tutti i mezzi che la moderna tecnologia e la potenza delle forze in campo a difesa del diritto e della pace, delle determinazioni dell'ONU e dell'indipendenza del Kuwait consentono", "offensiva da attuare con la massima energia per il tempo più opportuno e adeguato prima di passare all'eventuale uso delle armi militari".
(Camera dei Deputati - Resoconto sommario dell'8 gennaio 1991)
La Camera dei deputati,
costatando con profondo allarme, dolore e sdegno che è ormai divenuto incombente il verificarsi delle condizioni fissate dall'ONU per il passaggio all'uso della forza militare contro il persistere della criminale occupazione e del feroce saccheggio del Kuwait da parte dell'Irak;
constatando che il regime irakeno continua a rendersi responsabile di atrocità di ogni tipo, dell'assassinio e della tortura di migliaia di persone; della preparazione di una campagna terroristica nel mondo che è facile immaginare di portata e gravità senza precedenti, poiché le principali organizzazioni del terrorismo sono ospitate, organizzate, incitate e potenziate a Bagdad, e l'annuncio della loro opera è usata come strumento di ricatto; di una campagna di odio, di minaccia, di disinformazione dell'opinione pubblica internazionale, di quella araba e in particolare di quella irakena;
affermando solennemente che le prime vittime della natura e dell'opera criminale del regime irakeno devono ritenersi le popolazioni di quel paese, oggetto sistematico da due decenni di violenza, disinformazione, guerra, oppressione, e che le democrazie hanno gravissime responsabilità nel non aver tratto mai conseguenza alcuna da queste violazioni dei diritti umani fondamentali, contribuendo anzi a rafforzarne le premesse; come pesantissime responsabilità si sono assunte incoraggiando sostanzialmente, anche con ingenti, sistematiche forniture di armamenti,l'aggressione irakena all'Iran;
constatando che le deliberazioni dell'ONU e le decisioni assunte dai governi, in primo luogo da quello statunitense, in esecuzione o in accordo e sostegno ad esse, hanno sinora assicurato il contenimento e il blocco della criminale strategia di violenza del regime iracheno, e pertanto esprimendo profonda riconoscenza alle centinaia di migliaia di soldati che sono sul punto di dover rischiare la propria e l'altrui vita in difesa del diritto e di un minimo almeno di ordine internazionale su di esso fondato;
esprimendo la sua solidarietà anche al popolo del Kuwait, che ha il pieno diritto di attendersi sia la liberazione dalle truppe che l'occupano e l'opprimono nel modo più barbaro, sia la conquista di diritti democratici ad esso sin qui negati;
denunciando come ignobile, irresponsabile, demagogica e manifestamente falsa la equiparazione fra regime irakeno e regime israeliano, senza per questo voler attribuire alla politica attualmente applicata dal Governo di Shamir, sia nei territori occupati, sia nella stessa Israele, solidarietà, patenti o giustificazioni di sorta;
impegna il Governo
- ad operare affinché tutte le autorità nazionali, comunitarie e del sistema delle Nazioni Unite concepiscano con estrema urgenza e decisione ogni iniziativa adeguata volta a conquistare ed assicurare in tutti i paesi del Medio Oriente i diritti umani, civili, politici di tutti e di ciascuno, non essendo ammissibile che in questa regione i cittadini del mondo arabo continuino, quasi senza eccezioni, ad essere oppressi da regimi autoritari e dittatoriali, anche se di segni apparentemente opposti e con diversità che, pur innegabili, non sono tali da togliere loro tale carattere ;
- a rivolgere a tutte le classi dirigenti e ai governi interessati un pressante invito affinché accettino questa grande priorità politica e, in questo spirito, la proposta di una Conferenza per l'affermazione dei diritti umani, la cooperazione e la sicurezza nel Medio Oriente e nel Mediterraneo;
auspica
che tutte le grandi Istituzioni religiose, le organizzazioni umanitarie, le organizzazioni politiche internazionali e nazionali democratiche e pacifiche si impegnino anch'esse in tale senso e direzione.
Quanto sopra constatato, affermato, denunciato e stabilito impegna il Governo
A RIVOLGERE UN APPELLO SOLENNE E URGENTE A TUTTI I GOVERNI DEMOCRATICI DEL MONDO, ALL'ASSEMBLEA, AL CONSIGLIO DI SICUREZZA, AL SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU, PERCHE':
I) VENGA IMMEDIATAMENTE APPRONTATA E REALIZZATTA UNA GRANDE OFFENSIVA DI INFORMAZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA IRAKENA, ARABA E INTERNAZIONALE, CON TUTTI I MEZZI CHE LA MODERNA TECNOLOGIA E LA POTENZA DELLE FORZE IN CAMPO A DIFESA DEL DIRITTO E DELLA PACE, DELLE DETERMINAZIONI DELL'ONU E DELL'INDIPENDENZA DEL KUWAIT CONSENTONO, CON L'USO DELLE POTENTI ARMI NONVIOLENTE DI DIFFUSIONE DELLA VERITA', DI DENUNCIA DEI CRIMINI PASSATI, PRESENTI O IN PREPARAZIONE - GUERRE, STRAGI E OPPRESSIONE NELLO STESSO IRAK - DI DENUNCIA INSOMMA DELLA VERA NATURA DEL REGIME DI BAGDAD E DEL SUO CAPO; UNA GRANDE OFFENSIVA DI INFORMAZIONE CHE DIA LA PAROLA ANCHE ALLE VITTIME E ALLE FORZE DEL DISSENSO IRAKENO E PIU' AMPIAMENTE ARABO CONTRO IL DITTATORE, MOSTRANDO E PRATICANDO SOLIDARIETA' PER IL POPOLO IRAKENO, DANDO IL VALORE DI LIBERAZIONE ANCHE PER ESSO DELLA SCONFITTA POLITICA, CONCLUSIVA DI SADDAM HUSSEIN, OVE QUESTI NON ACCETTI LE INGIUNZIONI DELL'ONU; UN'OFFENSIVA DA ATTUARE CON LA MASSIMA ENERGIA PER IL TEMPO PIU' OPPORTUNO E
ADEGUATO, PRIMA DI PASSARE ALL'EVENTUALE USO DELLE ARMI MILITARI;
2) NELL'AMBITO,E AL FINE DI RAFFORZARE UNA TALE CAMPAGNA DI ATTACCO NONVIOLENTO, VOLTO A DESTABILIZZARE LA VIOLENZA DITTATORIALE E CRIMINALE DEL REGIME IRAKENO, VENGANO DEFINITE E ATTUATE INIZIATIVE UNILATERALI (AD ESEMPIO: LA SOSPENSIONE DELL'ANNUNCIATO, ULTERIORE INVIO DI ARMI E MEZZI MILITARI NELLA ZONA O IL PREANNUNCIO DEL RITIRO DEL 20% DELLE FORZE GIA' SCHIERATE, MISURE CONCEPITE SIA COME ATTI EMBLEMATICI DI DISARMO MILITARE, SIA COME SCELTE, IN SE' SIGNIFICATIVE, PER LIBERARE LE RISORSE NECESSARIE A FINANZIARE LA CAMPAGNA NONVIOLENTA);
3) VENGA PROPOSTA IN QUESTO CONTESTO UNA MASSICCIA OFFERTA DI MEDICINALI, DI ALIMENTAZIONE PER I BAMBINI, DI ASSISTENZA, DI MARGINALE, CONSISTENTE, MIRATA INTERRUZIONE DEL BLOCCO IN SETTORI NON STRATEGICI PER IL GOVERNO IRAKENO, CON GARANZIA INTERNAZIONALE O NEUTRA DI CONTROLLO DELLA DISTRIBUZIONE E DELL'USO PER LE POPOLAZIONI DI QUESTI AIUTI;
4) VENGA DATA CERTEZZA ALLE OPINIONI PUBBLICHE ISLAMICHE CHE I CONTINGENTI INTERNAZIONALI VERRANNO RITIRATI DAI LUOGHI SANTI DELL'ISLAM NON APPENA LE FORZE IRAKENE AVRANNO DEFINITIVAMENTE ABBANDONATO IL KUWAIT, CHIARENDO COSI' CHE LA RESPONSABILITA' DEL RITIRO, O MENO, DI TALI FORZE DAI LUOGHI SANTI STESSI E' DI SADDAM HUSSEIN;
5) VENGA IMMEDIATAMENTE COSTITUITO UN SISTEMA DI SICUREZZA E DI ALLERTA, EVENTUALMENTE COORDINATO DALL'ONU, DA PARTE DI TUTTI I PAESI LE CUI FORZE SONO PRESENTI SUL FRONTE MEDIO-ORIENTALE PER PREVENIRE, CONTROLLARE, EVENTUALMENTE ISOLARE E NEUTRALIZZARE OGNI TENTATIVO IRAKENO E DI QUALSIASI ALTRA FONTE DI SCATENARE IL CONFLITTO ARMATO, TERRORISTICO O MILITARE IN QUALSIASI PARTE DEL MONDO, IN RISPOSTA ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO PIANO, OVE FOSSE ADOTTATO.
SERGIO STANZANI
PEPPINO CALDERISI
ROBERTO CICCIOMESSERE
EMMA BONINO
GIOVANNI NEGRI
BRUNO ZEVI
SANDRO TESSARI
MAURO MELLINI
GAETANO AZZOLINA
ROSA FILIPPINI
RENE' ANDREANI