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ARCOD - 31 marzo 1991
ORA LO SCONTRO E' TRA RIFORMA E STATUS QUO

SOMMARIO: Riforma elettorale, liberazione dello Stato dall'occupazione partitica, pubblica amministrazione. L'esperienza di Forum indica la necessità di un grande cartello democratico a cultura di governo capace di spezzare lo scontro tra le impotenze speculari delle leghe e della partitocrazia.

(Pubblicazione dell'ARCOD - Associazione radicale per la Costituente democratica - 31 marzo 1991)

Fine luglio. Al termine della raccolta firme per quei referendum che il PSI liquida come "di De Mita e Occhetto" viene inviata una lettera aperta a Mieli, Montanelli e Scalfari.

Massimo Severo Giannini,il più autorevole studioso della pubblica amministrazione e già ministro socialista della funzione pubblica,lancia con Galli della Loggia, Antonio Baslini, Alfredo Biondi, Mauro Dutto, Massimo Nicolazzi e tutti i radicali che fanno parte del comitato promotore un fermo mònito al rispetto dei referendum per quello che sono: la più forte istanza riformatrice sul tappeto,non piegabili a nessun calcolo di bottega.

Nasce così l'esperienza di Forum, destinata a crescere rapidamente in pochi mesi.Il nome richiama l'esperienza cecoslovacca, la speranza di un'aggregazione vasta e nuova,uno dei punti di riferimento per la transizione a un nuovo sistema,a un nuovo stato non più di democrazia reale bensì di democrazia e di diritto. Un altro aspetto caratterizzerà Forum:l'esser luogo di incontro non solo per politici di diversi partiti ma per molte persone non impegnate direttamente in politica,consapevoli che è ormai aperta la grande partita attorno al nuovo diritto di cittadinanza,al passaggio dalla partitocrazia alla democrazia;un confronto che può avere un esito di libertà o un profilo neo-autoritario.

Ad agosto è pubblicato il primo documento di Forum. Priorità ,analisi,alternativa,lega e partiti trovano giudizi netti:

"Non c'è governo possibile senza istituzioni che sappiano funzionare; e non c'è riforma possibile senza uno Stato ed una Pubblica Amministrazione efficienti.E' questa l'ovvietà più negletta della e dalla storia politica di questa Repubblica.

Il degrado è così abnorme da far ritenere che il tema del funzionamento dello Stato possa e debba essere il collante dell'azione pubblica di persone che si riconoscono per tradizione e cultura nelle più diverse esperienze. Se non si pone anzitutto mano a questa priorità, lo stesso crearsi delle condizioni per l'alternativa dei partiti di governo scade a questione politicamente futile. Perchè in questa situazione amministrativa ed istituzionale,al di là della buona volontà e della statura morale dei singoli, l'alternativa si ridurrebbe alla scelta tra due non governi, due sprechi, due inefficienze...Uno stato che voglia dirsi moderno e democratico è uno Stato delle regole e dei diritti, antitetico alla logica del privilegio... Se su questo non si interviene, si allargherà in maniera non più controllabile l'area già troppo ampia delle persone che a ragione o a torto in assenza di diritto e di reale possibilità di decidere vivono il proprio rapporto con la politica e le istituzioni come un rapporto ridotto alla

sopraffazione e allo scambio. Che votano per le leghe non avendo economicamente bisogno di Stato e dunque potendo permettersi di protestare contro lo Stato rapinatore; o che votano per il potere sperando di esserne in qualche modo chiamati individualmente a mensa.Questo sistema dei partiti, ed i suoi codici non scritti, sono oggi incapaci di affrontare la priorità del tema Stato e strutturalmente antagonisti di una seria iniziativa per il ritorno ai diritti ed alle regole. Occorre insomma lavorare per la riforma della politica.

La piccola e grande novità recente sta proprio nella scoperta che forze disponibili ne esistono.L'esperienza dei referendum elettorali e quella della lega per la difesa del Parlamento ne sono una prima, ma estremamente significativa dimostrazione...Essi vanno sostenuti e difesi,ma non basta. Se non si dà un orizzonte più ampio alle risorse politiche e civili che si vanno liberando, tutto questo rischia di ridursi a testimonianza.

Forum nasce con il proposito di far lavorare assieme e sviluppare un linguaggio comune tra politici avversari della degenerazione partitica e cittadini pronti a riscoprire l'impegno pubblico. Il campo di gioco di Forum è la Grande Riforma; ed i lati del campo sono il funzionamento dello Stato, il ritorno alle regole ed ai diritti, e la riforma della politica.L''obiettivo della nuova omogeneità non è quello, meschino e politicamente insignificante, di andare a fondare un nuovo partito. Al più, quello in cui si vuole assai più immodestamente riuscire è di essere con la nostra azione i promotori, o forse meglio le levatrici di partiti nuovi e di un diverso rapporto tra cittadino e Stato.".

A settembre viene convocato il primo convegno di Forum: "Dalla partitica alla politica-temi e percorsi della Grande Riforma". La tesi del documento finale recita: "c'è una sola Divisione che ha un senso nel panorama italiano: è quella fra riformatori e conservatori di questo assetto partitico. E' la divisione fra democratici e difensori dello status quo". Vengono individuati tre cardini della Riforma: sistema elettorale maggioritario-uninominale (chiave obbligata per destrutturare il sistema di questi partiti); liberazione, ritiro, "disoccupazione" dei partiti da Stato, società, pubblica amministrazione; nuova forma-partito, nuova aggregazione attorno al comune obiettivo ("la Riforma è possibile, purchè i riformatori si riconoscano e si organizzino"). Gli ultimi mesi dell'anno sono molto attivi. Giannini assume la presidenza di Forum, Alfredo Biondi e Giovanni Negri sono i coordinatori. Si moltiplicano i dibattiti in diverse città, viene lanciata in Parlamento la proposta Scalfaro-Biondi ("il partito del

lo scioglimento della legislatura è lo stesso che vuole liquidare i referendum premendo sulla Corte. E' il partito dello status quo"), sino all'appuntamento del Teatro Eliseo.Galante Garrone,Pratesi,Ferrari,Orlando,Manzella,Vitale,Panebianco, Pasquino,Pera sono alcuni dei partecipanti ai convegni di Forum insieme a parlamentari laici e di sinistra (in particolare Novelli e Zanone) mentre si stabilisce un rapporto di collaborazione con il MFD di Giovanni Moro.

Il conflitto del Golfo oscura il colpo inferto dalla Corte Costituzionale ai referendum,la vittoria parlamentare della Scalfaro-Biondi ,il dibattito sull'inutilità del referendum residuo. Forum si pone nel frattempo alcuni obiettivi:l' insediamento nella pubblica opinione,la creazione dell'integruppo parlamentare democratico (terminale istituzionale delle istanze di riforma),il confronto con partiti laici e di sinistra che non riescono ad esprimere credibili risposte alla crisi. Grazie alla scuola di amministrativisti coordinata da Giannini viene infine stilato il "Rapporto sulle riforme necessarie" che sarà presentato il 19 aprile prossimo al Senato e "tradotto" in alcune proposte di legge. Perchè la Riforma incomincia infine a precisarsi e ad articolarsi:1)sistema elettorale anglosassone e conseguente formazione di nuovi partiti 2)liberazione e funzionamento della pubblica amministrazione occupata 3)elaborazione legislativa dei nuovi diritti di cittadinanza.

E per realizzare la Riforma occorre un nuovo utensile politico.Non certo lo scontro impotente e pericoloso fra il leghismo e un sistema non auto-riformabile,bensì un cartello democratico a cultura di governo,capace di proporre e far vincere le sue iniziative di riforma.Un cartello che Forum non ha mai preteso di voler rappresentare da solo,ma per il quale è nata e vive questa esperienza.

 
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