SOMMARIO: Mette in guardia contro la tendenza a che "dal Quirinale" si commettano "gli stesi tipi di errori (ad esser gentili) e di passioni incontrollate che caratterizzarono il Viminale negli anni 1976/1981 [all'epoca del comunicato, presidente della repubblica è Francesco Cossiga, il quale però negli anni 1976/1981 era Ministro degli Interni, n.d.r.]. Pannella enumera alcuni dei gravissimi fatti accaduti in quegli anni, dall'assassinio di Aldo Moro a quelli di Giorgiana Masi, del generale Mino e del giornalista Pecorelli, ecc. Le elezioni anticipate oggi - prosegue Pannella - lo scioglimento delle camere, ecc., "ci riporterebbero, nei fatti, alla necessità di una estrema difesa della legalità e della nonviolenza". Mette infine in guardia l'informazione, che è "volta a celare al Paese i tentativi di introdurre riforme che sono in realtà peroniste, sudamericane, e partitocratiche".
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 11 aprile 1991)
Bruxelles 11 aprile 1991 - Marco Pannella ha dichiarato:
"Delle due l'una: o la stampa italiana inventa, e vi è chi ha interesse al torbido gioco di farla mentire, come ai tempi di Tassan Din e compagni di destra, centro e sinistra; o dal Quirinale, oggi, si rischiano gli stessi tipi di errori (ad esser gentili) e di passioni incontrollate che caratterizzarono il Viminale negli anni 1976/1981.
Allora si oltrepassarono i limiti della legalità nei testi e nei contesti (ed è di questo, e non di "Gladio", e ben più che del "piano Solo", che occorre dibattere e su questo far luce) e già allora si proponevano in termini sovversivi, nei fatti e nei misfatti, la salvezza della Patria, la seconda Repubblica, le riforme istituzionali, i Governi del Presidente, dei capaci e degli onesti. Gli articoli di Gelli, gli editoriali di Tassan Din, la "pena di morte" di Costanzo, i delitti comandati (come sempre, direttamente o indirettamente, comunque non impediti ma usati), le stragi, Moro, Giorgiana Masi, l'assassinio più che probabile - poi - di Mino e prima quello di Pecorelli, un clima (come oggi) e una serie di fatti, con burattini e con burattinai della P2, senza il buonsenso ferreo e la lealtà istituzionale di Sandro Pertini non sarebbero stati vani o vanificati.
Elezioni anticipate, oggi, scioglimento delle Camere, ci riportano in ipotesi, e ci riporterebbero, nei fatti, alla necessità di una estrema difesa della legalità e della nonviolenza.
Mi auguro che la saggezza torni ad avere un minimo di spazio, almeno minimo, lì dove deve manifestarsi più che in ogni altro luogo.
L'irresponsabilità e la frenetica ottusità di qualche oligarca non possono abitare sul più alto colle della Repubblica.
E occorre denunciare l'opera di tanti, in primo luogo della RAI-TV e del gruppo Fininvest, della Commissione Parlamentare di Vigilanza (la più indegna e vile della sua storia), volta a celare al Paese il fatto che i "riformisti" istituzionali vogliono la riforma peronista, sudamericana, dell'elezione diretta di Sindaci, Senatori, Deputati e del Presidente della Repubblica o del Consiglio.
Nel primo caso avremmo un rafforzamento della partitocrazia, con un suo uomo, anche domani, al Quirinale; nel secondo caso avremmo la uccisione, la morte della partitocrazia ed un regime a dialettica democratica. Questo, non altro, è lo scontro vero che è occultato da ogni parte perché la partitocrazia, realtà di tutta la classe dirigente, politica, finanziaria, giornalistica, giurisdizionale ha vitale necessità di non farla conoscere al Paese".