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Pannella Marco - 12 aprile 1991
Stiamo tornando ai disegni eversivi
Una dichiarazione di Marco Pannella al »Giornale d'Italia

di Marco Pannella

SOMMARIO: In un momento di ricorrenti voci circa possibili crisi di governo e di "elezioni anticipate", Pannella rilascia al "Giornale d'Italia" una dichiarazione, in cui mette in guardia contro disegni che "ci riportano in ipotesi e ci riporterebbero nei fatti alla necessità di una estrema difesa della legalità e della nonviolenza".

Al momento, sempre secondo Pannella, il problema non è costituito da Gladio o dal Piano Solo, ma da una situazione che rischia di veder ritornare "gli stessi tipi di errori...e di passioni incontrollate che caratterizzarono il Viminale negli anni 1975-1981". Occorre pertanto denunciare il silenzio, che dobbiamo alla Rai-Tv, al gruppo Fininvest e alla Commissione di Vigilanza, volto a celare il fatto che i "riformisti" vogliono la riforma "peronista", mentre i "riformatori" chiedono una vera e propria "morte della partitocrazia".

(IL GIORNALE D'ITALIA, 12 aprile 1991)

A proposito della crisi in atto, il presidente del consiglio federale del partito radicale, Marco Pannella, ha rilasciato a »Il Giornale d'Italia la seguente dichiarazione:

»Delle due l'una: o la stampa italiana inventa, e vi è chi ha interesse al torbido gioco di farla mentire, come ai tempi di Tassan Din e compagni di destra, di centro e sinistra; o dal Quirinale, oggi, si rischiano gli stessi tipi di errori (ad esser gentili) e di passioni incontrollate che caratterizzarono il Viminale negli anni 1975-1981.

»Allora si oltrepassarono i limiti della legalità nei testi e nei contesti (ed è di questo, e non di »Gladio , e ben più che del »piano Solo , che occorre dibattere e su questo far luce); e già allora si proponevano in termini sovversivi, nei fatti e nei misfatti, la salvezza della Patria, la seconda repubblica, le riforme istituzionali, i Governi del Presidente, dei capaci e degli onesti. Gli articoli di Gelli, gli editoriali di Tassan Din, la »pena di morte di Costanzo, i delitti come dati (come sempre, direttamente o indirettamente, comunque non impediti ma usati), le stragi, Moro, Giorgiana Masi, l'assassinio più che probabile - poi - di Mino e prima quello di Pecorelli, un clima (come oggi) e una serie di fatti, con burattini e non burattinai della P2, senza il buon senso ferreo e la lealtà istituzionale di Sandro Pertini non sarebbero stati vani o vanificati.

»Elezioni anticipate, oggi, scioglimento delle Camere, ci riportano in ipotesi e ci riporterebbero nei fatti, alla necessità di una estrema difesa della legalità e della nonviolenza.

»Mi auguro che la saggezza torni ad avere un minimo spazio, almeno minimo, lì dove deve manifestarsi più che in ogni altro luogo. L'irresponsabilità e la frenetica ottusità di qualche oligarca non possono abitare sul più alto colle della Repubblica. E occorre denunciare l'opera di tanti, in primo luogo della Rai-Tv e del gruppo Fininvest, della Commissione Parlamentare di Vigilanza (la più indegna e vile della sua storia), volta a celare al Paese il fatto che i »riformisti istituzionali vogliono la riforma peronista, sudamericana, dell'elezione diretta del solo presidente della Repubblica, mentre - contro questa tesi - i »riformatori vogliono l'elezione diretta di sindaci, senatori, deputati e del presidente della Repubblica o del consiglio.

»Nel primo caso avremmo un rafforzamento della partitocrazia, con un suo uomo, anche domani, al Quirinale; nel secondo caso avremmo l'uccisione, la morte della partitocrazia ed un regime a dialettica democratica. Questo, non altro, è lo scontro vero che è occultato da ogni parte, perché la partitocrazia, realtà di tutta la classe dirigente, politica, finanziaria giornalistica giurisdizionale ha vitale necessità di non farla conoscere al Paese .

 
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