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Il Partito Nuovo - 1 luglio 1991
Insieme, con la forza della nonviolenza

SOMMARIO: Al Congresso di Budapest dell'aprile 1989 viene presa la decisione di costituire il »Partito Nuovo , transnazionale e transpartitico. Una sfida nei confronti della »democrazia reale del sistema dei regimi nazionali, così lontana e spesso opposta alla vera democrazia, alle sue regole, alle sue leggi.

L'appello rivolto alle »forze di democrazia e di tolleranza di ogni paese e alle »classi dirigenti ed ai loro dirigenti più liberi e responsabili per costituire, nell'immediato, in tempi politici e non storici, un'organizzazione internazionale nonviolenta, ad adesione diretta, capace di creare nuovo diritto sovranazionale che governi i grandi problemi che investono il destino dell'umanità.

Quest'organizzazione vuole radicarsi nel complesso mondo delle istituzioni, del diritto positivo, del potere ufficiale e delle classi dirigenti, con obiettivi, proposte, leggi, che i militanti nonviolenti e democratici potranno avere come leva e proprio obiettivo di mobilitazione, di partecipazione, di creatività, dentro e attorno ai Palazzi del mondo e del proprio Paese.

Le prime risposte dai deputati del Soviet Supremo dell'URSS, del Parlamento cecoslovacco, del Parlamento europeo, della Knesset israeliana, dal Burkina Faso, dalla Slovenia, dalla Francia, dalla Spagna, dall'Ungheria, dal Portogallo, dal Belgio, dal Canada, dalla Polonia, dalla Costa d'Avorio, dal Brasile. »Il Partito Radicale è l'unica organizzazione sulla faccia della terra alla quale la mia coscienza mi permette di iscrivermi. Perchè lo faccio? Perchè amo il mio pianeta, amo la gente che, come me, vive e apprezza gli ideali di libertà e non la violenza, che riconosce a tutti gli esseri viventi il diritto di essere se stessi , dichiara Dimitrij Zapolskij, deputato al Soviet di Leningrado, iscritto al Partito Radicale.

(Il Partito Nuovo, n.2, Luglio 1991)

La scelta transnazionale

E' stato il XXXV Congresso del Partito Radicale, che si è tenuto a Budapest nell'aprile del 1989 - in uno scenario che prefigurava gli eventi che avrebbero sconvolto, qualche mese dopo, gli assetti dei Paesi a socialismo reale - a decidere la costituzione e quindi l'organizzazione del »Partito Nuovo , Transnazionale e Transpartitico. A Budapest convennero 1.518 persone, delle quali 1.074 provenienti dall'Italia e 444 da altri Paesi: Ungheria, Polonia, Belgio, Yugoslavia, Spagna, Portogallo, Francia, Burkina Faso, Germania, Gran Bretagna, Israele, Costa d'Avorio, Cecoslovacchia, Romania.

La mozione di Budapest sancisce uno rottura di continuità nella vita del Partito Radicale: in modo statutariamente vincolante per gli organi dirigenti, con i 3/4 dei voti, gli iscritti al Partito che partecipano al Congresso decidono di impegnare »ogni energia, ogni soldo del Partito per gli obiettivi che sono i nostri, che sono contenuti nelle delibere dei Congressi precedenti e non realizzati, nelle relazioni del Segretario e del Tesoriere . Questo passo della mozione di Budapest è esplicativo delle scelte e dell'operare successivo e costituisce un salto di qualità rispetto alla mozione approvata a Bologna, nel gennaio 1988, che decise sì la scelta transnazionale - dichiarando la non presentazione del Partito Radicale in quanto tale a qualsiasi tipo di elezioni - ma non a maggioranza vincolante.

La mozione di Budapest, chiaramente e inequivocabilmente, afferma che il Partito Radicale o è transnazionale o non è: è una sfida che il Congresso lancia nei confronti della »democrazia reale del sistema dei regimi occidentali, lontana e a volte opposta alla democrazia, ai suoi principi, alle sue regole, alle sue leggi , nella consapevolezza che »quando il conoscere per deliberare e lo scegliere viene assicurato, il Partito Radicale, transnazionale e transpartitico, risponde ad un'esigenza di classi dirigenti non meno che dei dissidenti nelle nostre società e nel nostro tempo .

Sono »le forze di democrazia e di tolleranza di ogni paese e »le classi dirigenti ed i loro esponenti più liberi e responsabili i destinatari della proposta del Partito Radicale di costituire, nell'immediato, in tempi politici, e non storici, una organizzazione internazionale nonviolenta, ad adesione diretta, capace di creare nuovo diritto sovranazionale che governi, per il nostro tempo, per la nostra società, i grandi problemi, alcuni di carattere epocale, che investono il destino dell'umanità.

Per affrontare una gravissima situazione di esiguità di iscrizioni e di mancanza di risorse - derivanti, a Budapest come oggi, nella loro quasi totalità, dal legame istituzionale italiano - »il Congresso delega ogni suo potere statutario al Primo Segretario, al Tesoriere, congiuntamente al Presidente del Partito ed al Presidente del Consiglio Federale, per tutte le decisioni relative alla vita ed al patrimonio del Partito Radicale, ove la violenza riuscisse a prevalere contro la nostra resistenza . L'assunzione del »pieni poteri congressuali avverrà nel dicembre del 1989: da quella data, quattro persone, Sergio Stanzani, Paolo Vigevano, Emma Bonino e Marco Pannella - ciascuna conservando integra la sua responsabilità - rappresentano la »legalità straordinaria del Partito Radicale. Queste persone coltivano una speranza: creare una forza politica transnazionale e transpartitica, capace di autofinanziarsi nella sua struttura e nella sua organizzazione. Ottemperano alla strategia indicata loro dal Congresso di

Budapest: radicare quest'organizzazione nel complesso mondo delle istituzioni, del diritto positivo, del potere ufficiale e delle classi dirigenti, con obiettivi, proposte, leggi, che l'organizzazione dei militanti nonviolenti e democratici potrà avere come leva e proprio obiettivo di mobilitazione, di partecipazione, di creatività, dentro e attorno ai Palazzi del mondo e del proprio Paese, attorno e dentro le città, i territori, i luoghi dove muoiono e uccidono le acque, l'atmosfera, la convivenza possibile.

Il Consiglio Federale

Il Consiglio Federale, che è stato convocato dal 20 al 24 settembre, è composto dai membri eletti al XXXV Congresso del Partito Radicale e dai membri di diritto, parlamentari, ex parlamentari, ex membri della segreteria del Partito Radicale, purchè siano iscritti. Tra membri effettivi e invitati il Consiglio Federale conta oltre cento presenze, appartenenti a circa venti nazionalità.

E' una rappresentazione politica di quel che il Partito Radicale vuole essere: un'internazionale nonviolenta ad adesione diretta di liberali, cattolico-liberali, socialisti, socialdemocratici, federalisti, federalisti europei, verdi, antiproibizionisti, nonviolenti. Tutti e ciascuno uniti in un unico obiettivo: costruire, dare forma organizzata all'alternativa storica e politica alle guerre, ai possibili esiti eversivi e totalitari delle catastrofi ecologiche che minacciano il pianeta, al fanatismo, all'intolleranza, alla miseria, alla fame, alla democrazia reale, alla partitocrazia.

I membri eletti:

- Mike Ajayi, Italia;

- Mario Albi, Italia;

- Joaquin Arce Mateos, Spagna;

- Laura Arconti, Italia;

- Lucio Bertè, Italia;

- Marie Andrée Bertrand, Canada;

- Eros Bicic, Yugoslavia;

- Marino Busdachin, Italia;

- Paolo Buzzanca, Italia;

- Orna Csillag, Israele;

- Gaetano Dentamaro, Italia;

- Alexandre De Perlinghi, Belgio;

- André Gattolin, Francia;

- Paolo Ghersina, Italia;

- Michel Hancisse, Belgio;

- Anthony Hennman, Brasile;

- Massimo Lensi, Italia;

- Adolfo Linares, Spagna;

- Anne Losonczy, Ungheria;

- Giulio Manfredi, Italia;

- Maud Marin, Francia;

- Anna Niedzwiescka, Polonia;

- Gaoussou Ouattara, Costa d'Avorio;

- Marco Pannella, Italia, Presidente del Consiglio Federale, membro del Parlamento europeo, Gruppo Non Iscritti, eletto nella lista »Liberali, Repubblicani, Federalisti ;

- Paolo Pietrosanti, Italia;

- Bepi Podda, Italia;

- Danilo Quinto, Italia;

- Jean Luc Robert, Belgio;

- Jean Pierre Roche, Francia;

- Moustapha Sarr, Burkina Faso;

- Francesca Scopelliti, Italia;

- Andrea Tamburi, Italia;

- Alberto Torzuoli, Italia;

- Juan Vazquez, Spagna;

I membri di diritto:

- Adelaide Aglietta, Italia, Presidente del Gruppo Verde al Parlamento europeo;

- Oktaj Ahmedov, Unione Sovietica, membro del Soviet Supremo;

- Shulamit Aloni, Israele, membro del Parlamento;

- Renè Andreani, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Verde;

- Gaetano Azzolina, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo;

- Dezider Balog, Cecoslovacchia, membro del Parlamento Nazionale Ceco;

- Angiolo Bandinelli, Italia;

- Antonio Baslini, Italia;

- Franca Berger, Italia;

- Virginio Bettini, Italia, membro del Parlamento europeo, Gruppo Verde;

- Emma Bonino, Italia, Presidente del Partito Radicale, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo;

- Willer Bordon, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo PDS, ex Gruppo Comunista;

- Giuseppe Calderisi, Italia, membro della Camera dei Deputati, Presidente del Gruppo Federalista Europeo;

- Santiago Castillo, Spagna;

- Roberto Cicciomessere, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo;

- G.Battista Columbu, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Partito Sardo d'Azione;

- Franco Corleone, Italia, membro del Senato, Presidente del Gruppo Federalista Europeo Ecologista;

- Piero Craveri, Italia;

- Sergio D'Elia, Italia;

- Mario De Stefano, Italia;

- Mauro Del Bue, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Socialista;

- Gianfranco Dell'Alba, Italia;

- Maria Teresa Di Lascia, Italia;

- Georges Donnez, Francia;

- Vincenzo Donvito, Italia;

- Olivier Dupuis, Belgio;

- Adele Faccio, Italia;

- Laura Fossetti, Italia;

- Roberto Giachetti, Italia;

- Basile Guissou, Burkina Faso;

- Zdenek Guzi, Cecoslovacchia, membro del Parlamento Nazionale Ceco;

- Alexandr Kalinin, Unione Sovietica, membro del Soviet della Repubblica Russa;

- Gianni Lanzinger, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Verde;

- Oscar Lopane, Italia;

- Etibar Mamedov, Unione Sovietica, membro del Soviet Supremo dell'Urss;

- Primo Mastrantoni, Italia;

- Gianni Mattioli, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Verde;

- Gianluigi Melega, Italia;

- Luis Mendao, Portogallo;

- Domenico Modugno, Italia, membro del Senato, Gruppo Federalista Europeo Ecologista;

- Giovanni Negri, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo;

- Gina Ondrej, Cecoslovacchia, membro del Parlamento Nazionale Ceco;

- Sandro Ottoni, Italia;

- Jorge Pegado Liz, Portogallo;

- Angelo Pezzana, Italia;

- Francesco Rutelli, Italia;

- Gianfranco Spadaccia, Italia;

- Ilona Staller, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo;

- Antonio Stango, Italia;

- Sergio Stanzani, Italia, Primo Segretario del Partito Radicale, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo;

- Lorenzo Strik Lievers, Italia, membro del Senato, Gruppo Federalista Europeo Ecologista;

- Marco Taradash, membro del Parlamento europeo, Gruppo Verde, eletto nella lista »Antiproizionista ;

- Aligi Taschera, Italia;

- Massimo Teodori, Italia;

- Alessandro Tessari, Italia, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo;

- Andrea Torelli, Italia;

- Maurizio Turco, Italia;

- Andrea Valcarenghi, Italia;

- Emilio Vesce, Italia;

- Paolo Vigevano, Italia, Tesoriere del Partito Radicale;

- Vojtech Wagner, Cecoslovacchia, Vice Ministro degli Esteri;

- Dimitrij Zapolskij, Unione Sovietica, membro del Soviet di Leningrado;

- Bruno Zevi, Italia, Presidente d'Onore del Partito Radicale, membro della Camera dei Deputati, Gruppo Federalista Europeo.

Tra gli invitati:

Evgenij Averin, direttore della rivista sovietica »Literaturnoe Obozrenie ;

- Vladimir Bukovskij, scrittore, già detenuto per motivi di opinione in Unione Sovietica;

- Rosa Del Olmo, venezuelana, vicepresidente della Lega Internazionale Antiproibizionista;

- Vladislav Fronin, direttore del giornale sovietico »Komsomolskaja Pravda ;

- Natalia Gorbanevskaja, scrittrice sovietica;

- Lester Grinspoon, statunitense, vicepresidente della Lega Internazionale Antiproibizionista;

- Vladimir Maksimov, direttore della rivista sovietica »Kontinent ;

- Jorge Pegado Liz, avvocato portoghese, già parlamentare europeo;

- Leonid Pliusc, matematico, già detenuto per motivi politici in Unione Sovietica.

 
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