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Negri Giovanni - 28 luglio 1991
REFERENDUM ELETTORALE, LEGA DEI DEMOCRATICI
di Giovanni Negri

SOMMARIO: Non occorre essere maghi per prevedere l'esito finale del grande polverone sulle "riforme istituzionali" e la fotografia dell'italia politica all'indomani delle elezioni. E' tutto qui il senso del nostro ostinato impegno per la Riforma e della richiesta ad associarsi e a lavorare con noi. Otto settimane per verificare energie e risorse disposte ad un progetto politico.

(Radicali per la Riforma, news-letter dell'ARCOD, 28 luglio 91)

Una DC più vicina al 40 che al 30 per cento, affidabile e vera colonna del sistema partitico. Tre partiti laici ridotti a irrilevanti satelliti. Il PSI che registra nell'urna la definitiva battuta d'arresto dei ruggenti anni craxiani. Un elefantiaco PDS che in luogo del nuovo partito dell'alternativa partorisce la propria crisi e vi aggiunge Rifondazione Comunista. L'area "radicale",i verdi, gli antiproibizionisti e gli altri movimenti alternativi o inerti o fuori gioco - non per limiti soggettivi ma per loro intrinseca natura - rispetto al centro della crisi italiana. Cossiga,Segni,Bossi,Orlando eletti a simbolo e protagonisti della prepotente domanda di riforma democratica della partitocrazia e di un nuovo Stato. Questo lo stato dell'arte, ma soprattutto il prevedibilissimo panorama italiano all'indomani delle elezioni.

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Pessimismo? No. E'l'allucinante vuoto, il vero e proprio deserto di proposta e lotta politica per la Riforma ad inchiodare i laici e la sinistra ad una scontata sconfitta. Vinsero insieme,l'unica ed ultima volta, quasi vent'anni fa col divorzio. L'insieme del loro sonno oggi genera il mostro di questo degrado della Repubblica, rinnova l'egemonia dei potenti di sempre, regala forza e credito a leghe e reti. E' tutta qui, "solo" qui la nostra ostinata richiesta di questi anni per un impegno Radicale per la Riforma. E' tutto qui, "solo" qui il nostro proporre a chi riceve questo foglio di iscriversi ed organizzarsi con noi nell'Arcod - nell'associazione dei Radicali per la Riforma - e di farlo subito.

Non certo per mantenere una delle tante, troppe micro-aggregazioni

partitiche ed elettorali, ma in nome di un progetto che crediamo doveroso tentare nelle prossime settimane.

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La conquista di un assetto bipartitico è nel nostro paese la condizione della Riforma di questo sistema, la risposta a chi chiacchiera di istituzioni per meglio difendere lo status quo dell'oggi e preparare le controriforme autoritarie di domani. L'uninominale-maggioritario è il naturale approdo del referendum del 9 giugno, ma non saranno certo questo parlamento e l'attuale sistema dei partiti ad autoriformarsi. Ecco perchè l'Arcod e la sinistra dei club,gli indipendenti per la riforma, forum dei democratici e i club liberali per l'alternativa; con le personalità e i parlamentari di ogni orizzonte con i quali abbiamo in questi mesi avuto occasione di lavoro comune e con quanti vorranno nel frattempo raggiungerci, abbiamo deciso di dare vita alla Lega dei Democratici - superando le rispettive sigle e appartenenze - e di promuovere nel prossimo autunno il referendum per l'uninominale-maggioritario. E' un'iniziativa politica ed organizzativa di grande difficoltà, che ci auguriamo sia attentamente valutata inn

anzitutto da forze e partiti laici e della sinistra ,affinchè non rimuovano ma alzino la bandiera, il progetto della Riforma possibile e di un credibile schieramento alternativo di governo.

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L'appuntamento per la Lega dei Democratici e per il referendum è a settembre,al massimo ottobre. Ai tempi stretti, si aggiungono grandi difficoltà organizzative e politiche. Metteremo ogni impegno in quello che al momento sarebbe velleitario definire qualcosa di più di un tentativo,una verifica. Ma è un impegno che viviamo come un dovere, frutto del nostro itinerario, di ciò che comprendiamo, di ciò che crediamo. Il consiglio dell'Arcod ha fatto questa scelta a maggior ragione dopo aver discusso le dimissioni di Gianfranco Spadaccia (dal consiglio federale del P.R. e da segretario) delle quali diamo notizia in questo foglio. Le dimissioni non hanno per oggetto la vita dell'associazione bensì il Partito Radicale : e tanto è ferma la nostra speranza che Gianfranco riprenda la guida dell'Arcod quanto necessario che in sede di Partito Radicale si apra il dibattito che un atto di tale gravità impone. Certo, sono tempi difficili. E come in ogni tempo difficile ciascuno faccia la sua parte di radicale, incominci

ando ad associarsi, facendoci sapere cosa pensa,suggerisce e può fare.

 
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