SOMMARIO: Marco Pannella, deputato europeo e presidente del Consiglio Federale del Partito Radicale, prima da Lubijana, il 30 giugno 1991, mentre si combatteva per le strade della Yugoslavia, e poi al Parlamento europeo il 9 luglio 1991, ha rilasciato le dichiarazioni che riportiamo.
(Il Partito Nuovo, n.3, Agosto 1991)
In queste ore si sta tragicamente verificando quel che avevamo purtroppo a ragione dato per scontato. La posizione della CEE, ed in particolare quella cieca, presuntuosa ed arrogante, del ministro degli Esteri italiano Gianni De Michelis, si è risolta in una istigazione a delinquere nei confronti di Belgrado e della parte peggiore del gruppo dirigente serbo. Il cinismo con cui per anni, ormai, è stata trattata, specie dal Governo e dai partiti italiani, la tragedia del Kossovo ed il sicuro progredire della demagogia autoritaria paleocomunista di Milosevic, trovano qui le estreme conferme. Il Partito Radicale denuncia quindi la responsabilità piena di chi ha ripetuto da settimane che in nessun caso poteva essere »mai accettata l'indipendenza della Repubblica slovena e della Repubblica croata con la loro politica seria e responsabile di una volontà di inquadramento nella CEE e con l'obiettivo ufficiale dell'assetto confederale anziché federale della Yugoslavia.
Rivolgo un appello urgente al governo ed all'opinione pubblica perché immediatamente in queste ore tutto venga fatto per imporre alla Serbia ed ai suoi oggettivi fantocci il rispetto del diritto e dei diritti all'interno della repubblica serba e dell'intera Yugoslavia. Se dovesse esserci nelle ore o nei giorni che vengono una tragica catena di sangue, Bruxelles e Roma ne porterebbero la responsabilità. E' questo per ora che occorre impedire.
Rivolgo un appello ai militanti radicali e nonviolenti perché sia organizzata, come nei giorni più difficili della crisi romena, una campagna di intervento di pace e di democrazia.
Al Parlamento europeo
Ancora Pannella, al Parlamento europeo, il 9 luglio 1991, si esprimeva a favore di una mozione di censura nei confronti della Commissione europea, riaffermando la posizione radicale e ricordando »come più volte si sia ribadita l'esigenza politica di un allargamento della Comunità, mentre un non ampliamento avrebbe fatto esplodere le contraddizioni economiche e strutturali come stanno a dimostrare gli avvenimenti attuali. Inoltre non è vero che Slovenia e Croazia abbiano rivendicato una forma nazionalista d'indipendenza, ma la chiedevano invece in un contesto europeo e in un quadro confederale yugoslavo, per opporsi allo sciovinismo dello Stato autoritario serbo .