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Pannella Marco - 3 agosto 1991
Caro Francesco, perché non ti autodenunci?
di Marco Pannella

SOMMARIO: L'appello al Presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga perché si autodenunci per aver attentato contro la Costituzione della Repubblica. "Quando urgono riforme profonde e vitali, occorre saper percorrere la via del rispetto fino in fondo della legge, quanto più la si ritenga ingiusta, o ingiusta la sua interpretazione o la sua applicazione. Violarla perché la legge sia; e sia forte e rispettata e rispettabile da tutti."

Spieghi quindi perché ha voluto attentare deliberatamente alle "Costituzioni", a quella scritta e a quella "materiale".

"Imponga lui questo processo che forse, in tal modo, con il suo concorso, dirà, farà »giustizia . Con maggior probabilità che su nostra sola denuncia".

(LA STAMPA, 3 agosto 1991)

Io so che il Presidente Cossiga ha deliberatamente attentato alla Costituzione. Anzi: alle Costituzioni; a quella scritta, legittima, vera ed a quella »materiale , partitocratica, usurpatrice.

Io so che il Presidente Cossiga dà letteralmente, umanissimamente, corpo, voce, volto, mano come nessun altro, fino in fondo, temo alla disperata e forse letale schizofrenia della storia civile e politica di questa seconda metà del secolo italiano. Egli è in questo senso immagine senza precedenti della Italia reale, e testimone dell'identità partitocratica; non solamente democristiana (tutt'altro) ma di tutte le forze politiche che lo hanno scelto ed »eletto a ministro dell'Interno, a Presidente del Senato, a Presidente della Repubblica.

Io so quel che il Presidente Cossiga cerca di dirci, e non vi riesce, perché quasi indicibile, e perché tutto gli si muta, appena emesso, in clamore o in silenzio. Io non sono medico, ma cittadino della Repubblica, di questo mondo, di questo secolo, sì, So quindi che questa schizofrenia è malattia sociale e che come tale può essere letta, compresa, superata, oltre che così motivata e causata. Il popolo lo sente, lo comprende, lo rispetta; prima d'esser guidato alla paura ed al dileggio. Ha meno cura delle sue manifestazioni che della sincerità ed integrità di chi le compie.

Io so che il Presidente Cossiga ha passione civile, e umana. Le condivido forse poco, ma fin troppo spesso. Ho, quindi, com passione. Ma la passione acceca. E' altro dall'amore e dalla saggezza, anche dalla saggezza della follia, della fantasia.

Il Presidente della Repubblica ha sempre più chiarezza di tutto questo. E, quindi, del non esservi quasi, nella situazione nella quale si è e ci ha cacciati, o trovati, via d'uscita. Ci dice, attraverso Guzzanti: »Ho voluto dimostrare che "il re è nudo" . Ancora questa ambizione, questo errore: contemporaneamente essere il re, essere »il pazzariello morantiano, essere il popolo. Echi, ci pare, della tragedia greca, di quella shakespeariana. Chissà, persino del romanticismo di un Bückner nella »Morte di Danton . Meglio, comunque, della recita squallida, plebea di tanti comprimari.

So, anche, che un re che mostri o dichiari d'esser nudo è re »impossibile , ha da dimettersi subito, ha da lasciare il trono e il potere, e gli ori, e gli orpelli e le uniformi (che restano, attorno); altrimenti divenire, essere un »eversore repubblicano, o anarchico. Un »traditore . Per amore, magari; così come molti di noi sono apparsi, o stati. Ma pur sempre e pienamente traditore.

Ma tutto questo Francesco Cossiga lo sa bene.

Egli è il più illustre (colui che meglio illustra) degli uomini di questo regime. Egli ne è l'eletto. Questo regime è stato ed è, esso stesso, la Contro riforma alla Riforma antifascista e liberaldemocratica, scritta nella Costituzione. La sua cifra è o è stata il monopartitismo imperfetto della partitocrazia, della Costituzione materiale, che impone ragion di Stato (e di parte) contro il senso dello Stato, una politica »emergenziale contro lo Stato di Diritto.

La Costituzione materiale, il monopartitismo imperfetto, hanno esatto »segreto , »segretezza , servizi segreti. Delitti a non finire, se non si fa salva l'»autonomia (cattolica e comunista, non machiavellica) della politica. Cossiga è stato sempre al centro di questo cammino, dove Berlinguer lo ha raggiunto nelle ore più drammatiche, tragiche. Ma i loro due mondi erano già divenuti coessenziali da tempo e sembrano restarlo, pur

nella rissa.

Io so, per finire, che il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha scoperto in sé un filo d'acciaio che non può non legare, ormai, il (cattolico) liberale con il socratico, gandhiano, radicale imperativo della verità e della nonviolenza.

Quando urgono riforme profonde e vitali, occorre saper percorrere la via del rispetto fino in fondo della legge, quanto più la si ritenga ingiusta, o ingiusta la sua interpretazione o la sua applicazione. Violarla perché la legge sia; e sia forte e rispettata e rispettabile da tutti.

Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga si autodenunci, dunque e subito, formalmente, per aver attentato, come ha attentato, da almeno un anno, con tanti e più atti e parole volti ad un unico disegno »criminoso contro la Costituzione della Repubblica.

Spieghi come e perché, non solamente a Guzzanti, ai mass media, egli ha voluto ossessivamente travolgere ogni regola, pur minima, ogni consuetudine, ogni protocollo, ogni buona maniera, ogni equilibrio istituzionale, ogni »rispetto per sé e per gli altri.

Imponga lui questo processo che forse, in tal modo, con il suo concorso, dirà, farà »giustizia . Con maggior probabilità che su nostra sola denuncia.

 
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