Provo a raccontarvi io cosa è successo ai funerali di Grassidi Marco Pannella
SOMMARIO: "Fatto salvo il diritto-dovere di reagire anche in altra sede", Pannella [in una sorta di lunga lettera, pubblicata però in forma di articolo, n.d.r.] racconta e commenta la sequenza dei fatti occorsi a Palermo in occasione dei funerali di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso dalla mafia, contestando la ricostruzione fattane dall'"Unità". Sostiene ad es. non essere vero che l'accesso di Gunnella alla chiesa fosse stato impedito dalla "folla", dalla "gente", ma solo da una decina, "al massimo", di militanti che avevano rischiato in tal modo di far scoccare "la scintilla" di un vero e proprio "linciaggio". Ugualmente non è vero, secondo Pannella, quanto scritto a proposito della "rissa" tra lo stesso Pannella e La Malfa: nessuno "sgomitare", nessuna "rissa verbale", solo un La Malfa "bilioso" perché non era stata accolta la sua richiesta di essere l'oratore ufficiale. Più grave ancora, l'insinuazione de "L'Unità" quando afferma che Pannella è responsabile di "aver messo in lista mafiosi come Badalame
nti...magari amici degli amici degli assassini di Libero"; mentre, notoriamente, chiunque può acquistare la tessera del partito radicale, tanto che "quasi un decimo degli iscritti al Pr del 1990 era di carcerati o di loro famigliari". Semmai, proprio il PRI è stato "zeppo" di "sospetti mafiosi", di "assassinati come sospetti mafiosi", per decenni, come lo stesso Pannella aveva denunciato "già quindici anni fa al Congresso repubblicano di Genova" scatenando l'ira di Ugo La Malfa. I deputati radicali avevano peraltro chiesto le dimissioni di Cozzo, presidente dell'Associazione Industriali di Palermo, responsabile di aver determinato quell'isolamento di Grassi che è stata "condizione necessaria" per la sua messa a morte.
[Segue una breve replica redazionale in cui si difende il tono dell'articolo, ammettendo solo l'inesattezza del riferimento ad Andraus nelle liste radicali, n.d.r.].
(L'UNITA', 4 settembre 1991)
Caro direttore, fatto salvo il diritto-dovere di reagire anche in altra sede, consentimi di dirvi tutto il mio sdegno e la mia pena per il »combinato disposto fra il »servizio del vostro inviato speciale ai funerali di Libero Grassi e i riflessi redazionali che ne hanno immediatamente valorizzato e adottato gli aspetti più menzogneri, diffamatori, intolleranti, avvilenti. Sicché ne vien fuori un pezzo, da manuale, di maestria faziosa, dove le opinioni diventano fatti, e i fatti opinioni, censurate o distorte.
Roba d'altri tempi, d'un'"Unità" altra? Ahimè, d'altri tempi, sì. Ma, se non stiamo attenti, tempi futuri.
Cominciamo dai titoli. »Funerali contro lo Stato ? La famiglia aveva pur parlato chiaro: contro la mafiosità siciliana e palermitana (così romane!), prima responsabile, tanto dal rendere perfino secondaria la responsabilità tremenda dell'attuale regime. La »folla , la »gente mettono in fuga »l'ex-boss repubblicano Gunnella ? Semmai la notizia è opposta: una decina, al massimo, di militanti, fra i quali l'ex-pds consigliere comunale Arcuri, due o tre della »Rete , due o tre operaie della Sigma, stabiliscono che Gunnella e sua moglie non possono entrare nella »camera ardente e esprimere le proprie condoglianze alla famiglia, lo insultano, gli gridano di andar via, cercano di cacciarlo. Insomma, funzionano come »servizio d'ordine di buona memoria, anche nei confronti della famiglia, cui non si chiede né prima, né dopo, l'opinione. In quella calca, in quella ressa, con quella disperazione che tutti avevamo in corpo; poteva esser la scintilla per un vero e proprio linciaggio. Gunnella non aveva gorilla attorno
, ma un piede fasciato, e una moglie ancora più minuta di lui, ci dicono le cronache. Isolati, dunque, sono semmai restati coloro che pretendevano cacciarlo come da casa propria, o far emettere dalla folla quella sentenza a morte morale e civile che la magistratura non ha mai pronunciato.
Rissa La Malfa-Pannella. Sì, certo: comincia »La Malfa il Guastatore . Ma »la rissa verbale esplode . Proprio dietro il feretro. Nel quadro della guerra scatenatasi fra repubblicani e radicali per contendersi la sciacallaggine dell'»eredità morale di Libero Grassi? Per questo c'eravamo »sgomitati ferocemente. E' quanto avete trasmesso, è quanto sanno i vostri lettori. invece: ho risposto molte ore, dopo, a richiesta di colleghi giornalisti, con un comunicato. Ho trovato indecente il modo d'essere a quei funerali, frustrato e bilioso perché non era stata accolta la sua richiesta d'esser oratore funebre ufficiale, lui che aveva due giorni prima dichiarato che Libero Grassi, nato a Catania, era un repubblicano "romagnolo" venuto a far l'imprenditore e il repubblicano a Palermo, lui che lo aveva visto sì e no due o tre volte nella sua vita, e del quale i giornali hanno scritto esser stato »non solamente compagno ma anche amico di Libero Crassi. E ci si era tanto sgomitati che i giovani della Fgr erano venuti
a chiedermi se, alla fine del corteo, accettavo di dire due parole anch'io, con La Malfa, ben sapendo, loro, come fossimo amici da quarant'anni con lo scomparso e da sempre della famiglia, che ho compiuto più di metà del percorso con vecchi amici repubblicani, in genere »del rinnovamento , non gunnelliani, rendendomi solamente a quel punto, andate via le autorità e le televisioni, nella »cordata di parlamentari, familiari e amici stabilita per motivi di sicurezza e organizzativi.
Ma l'immagine doveva essere quella prescelta, uno schizzo di Goya, visto che »il popolo palermitano , retini e dintorni, non c'erano se non in alcune decine. »Per protesta contro i politici dirà poi l'ineffabile padre Pintacuda! Per lui, evidentemente, il funerale, l'assassinato, la famiglia, gli amici, i compagni di lotta radicali e repubblicani, verdi e laici non esistono nemmeno. Così Pannella, per i lettori dell'"Unità", doveva essere anche quello responsabile di »aver messo in lista mafiosi come Badalamenti, e il killer delle carceri Andraus magari amici degli amici degli assassini di Libero. In tal modo, con quel servizio, con il vostro servizio, non Gunnella, ma Pannella e i radicali vengono espulsi. Almeno "Il Giornale di Sicilia" mi ha espulso con l'ostracismo, non con il linciaggio vostro, antico e rinnovato, come la massoneria di rito scozzese.
Certo, noi non avremmo potuto negare, come il Pds ha fatto, l'iscrizione a Scalzone. La tessera radicale si acquista come un biglietto d'autobus: nessuno può negartelo e giudicarti indegno, come un volgare negro, nel profondo Sud americano, fino a qualche tempo fa, di viaggiare con altri bianchi. Non abbiamo probiviri, non abbiamo un partito che giudica di morale e di coscienza, come il Pri di Ugo (e non solamente Giorgio) La Malfa e il Pci-Pds.
Andraus si è iscritto, nel 1987, come altri, premi Nobel italiani e stranieri, per »salvare il Pr . Ne siamo fierissimi. Perché, caro Foa, non fate un servizio, un'inchiesta, per sapere cosa ha fatto, cosa è divenuto, Andraus killer delle carceri, dopo essersi iscritto al Partito della nonviolenza gandhiana? Badalamenti, purtroppo, no. Non mi risulta. Anche se quasi un decimo degli iscritti al Pr del 1990 era di carcerati o di loro familiari.
Ma va da sé che è falso, diffamatorio, specie nel quadro alla Goya o alla gogna fatto da voi, che »Badalamenti, altri mafiosi, e il killer Andraus »erano stati messi in lista da Pannella . Semmai di sospetti mafiosi, di assassinati perché sospetti mafiosi, il Pri è stato zeppo come nessun altro partito in Italia, per decenni, e sembrerebbe non siano mancati nemmeno nelle ultime elezioni regionali, »rinnovamento - cioè rissa con Gunnella a parte. Cercai di costringere Ugo La Malfa, e l'intero Pri, a comprendere che questo non poteva più continuare ad essere. Feci scandalo, scandalo nazionale, drammatico, per questo, già quindici fa, al Congresso repubblicano di Genova. Fui picchiato da »gunnelliani , con il rammarico assolutamente certo e sincero di Aristide Gunnella. Ma i probiviri del Pri, che avevano, come me, ritenuto impossibile continuare a governare con certi metodi il Pri (per la verità svelarono situazioni calabresi e non solamente siciliane) furono di fatto espulsi dal partito, comunque definiti »
Torquemada e mozzaorecchi da strapazzo , additati al disprezzo di tutti.
Ugo La Malfa, per quasi tre decenni, confermò sempre la sua assoluta stima, il suo affetto, la sua solidarietà con Gunnella e mi trovai in dissenso pubblico con lui (come poi con Giorgio) non contro Gunnella, con il quale serbo rapporti civili e cordiali, ma contro la politica di Gunnella, e del Pri, del quale era vicesegretario ancor ieri, finché non è entrato in conflitto politico e di interessi con Giorgio La Malfa.
Dunque, sì: abbiamo candidato Enzo Tortora. E Emilio Vesce. E anche Toni Negri. Non »Andraus e »Badalamenti con altri mafiosi .
Aggiungo: in quattordici parlamentari abbiamo chiesto le dimissioni di Cozzo, presidente dell'Associazione industriali di Palermo, che con le sue dichiarazioni contro Libero Grassi, per mesi, lo ha costretto all'isolamento nella categoria e nella città, condizione necessaria per la messa a morte del »colpevole di delitto antimafia. Occorreva che, per decenza, costui si fosse dimesso immediatamente, e senza riserve. Ma una totale solidarietà mafiosa delle forze politiche ed editoriali lo ha salvato. Nessuna campagna, nessuna iniziativa politica o popolare, se si toglie due numeri di »L'Ora , su questo fronte.
Caro direttore, sono invitato al festival dell'Unità, per discutere con Pietro Folena, della direzione del Pds, di Leonardo Sciascia...
Formalmente ti chiedo; non potremmo discutere noi due, tu ed io, con Folena se credete, ma soprattutto fra di noi, di questo »servizio , così denso di significato e di implicazioni? Te lo chiedo formalmente. Grazie per la pubblicazione.
-----
La misura è colma anche per noi. Per questo riusciamo a comprendere la passione, la rabbia che anima Pannella. Ma proprio per questo non possiamo accettare i suoi toni insultanti, questi sì davvero d'altri tempi. Si rilegga, Pannella, l'"Unità" di questi giorni, lo sforzo complessivo compiuto per far capire il disarmo totale di questo malgoverno, la sua connivenza di fatto con l'Antistato mafioso. Noi con quell'articolo scritto dal nostro inviato abbiamo cercato di cogliere, come molti altri quotidiani, una realtà difficile fatta nel contempo di amarezza, esasperazione, ma insieme di rivolta morale. Ed è su questo che occorre davvero confrontarsi. Per il resto, abbiamo forse inventato noi la polemica di La Malfa su Andraus? Sì, forse c'era un'inesattezza: Pannella conferma che Andraus è iscritto al Pr ma smentisce che sia mai stato candidato insieme con Badalamenti. Di questo, solo di questo, prendiamo atto. Per il resto restiamo aperti a ogni discussione.