SOMMARIO: La mozione, presentata alla Commissione Esteri del Senato, di fronte alle gravi disfunzioni e agli insuccessi della cooperazione italiana allo sviluppo, impegna il Governo a incrementare l'apporto italiano alla cooperazione multilaterale.
La terza commissione,
considerando che
- occorre dar seguito alle indicazioni che ermergono dalle conclusioni dell'indagine conoscitiva sulla cooperazioni italiana allo sviluppo condotta dalla Commissone stessa, e alle conseguenti deliberazioni del Senato adottate il 25 giugno 1991;
- sono generalmente riconosciute le disfunzioni gravissime e gli insuccessi della cooperazione italiana, in particolare per quel che riguarda gli aiuti bilaterali, disfunzioni e insuccessi denunciati anche dai ricordati documenti del Senato e più volte ammessi anche dal Governo;
- queste constatazioni non potrebbero peraltro in alcun modo giustificare la scelta, che sarebbe gravissima, di contraddire gli impegni tante volte ribaditi a portare almeno allo O,7% del PIL l'aiuto pubblico allo sviluppo, nonché l'ulteriore proposta italiana di portarlo all'1% a livello europeo; ma semmai rafforzano la convinzione che, in questa fase, tali obiettivi vadano perseguiti principalmente nel quadro della cooperazione multilaterale, in particolare in ambito ONU;
- il Governo aveva preso l'impegno di dedicare almeno il 40% dei fondi per la cooperazione allo sviluppo per il settore multilaterale, e tale impegno è stato disatteso;
- la necessaria revisione generale dei criteri di fondo delle politiche di cooperazione allo sviluppo deve tener conto dei nuovi parametri di valutazione dello sviluppo stesso, in termini non solo di sviluppo economico ma anche in termini di sviluppo umano e democratico, suggeriti dagli ultimi rapporti delle Agenzie delle Nazioni Unite e in particolare dell'ONDP;
impegna il Governo
a incrementare in misura consistente l'apporto italiano alla cooperazione multilaterale, comunque non derogando ulteriormente all'impegno relativo alla ripartizione dei fondi per la cooperazione tra aiuti bilaterali e multilaterali; ove occorra semmai diminuendo gli stanziamenti per la cooperazione bilaterale, nell'ambito di una complessiva revisione dei criteri di intervento, non compromettendo peraltro le iniziative già in corso e i programmi realizzati dalle organizzazioni non governative.