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Pannella Marco - 24 ottobre 1991
Finanziare, ma non i partiti
di Marco Pannella

SOMMARIO: Difende e motiva le ragioni del referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti. Il partito radicale chiede che il "funzionamento democratico della vita civile" venga finanziato tramite "strutture congressuali, assembleari", ecc., per consentire la massima partecipazione dei cittadini. I partiti potranno e dovranno essere finanziati da lobbies, fondazioni, sindacati, cooperative e così via, mentre sopratutto va "rilanciato" il loro ruolo come "soggetti politici finanziati" da militanti e cittadini. Poiché promuove queste indicazioni, il referendum contro il finanziamento pubblico è "il più vietato", "da occultare e occultato".

(EPOCA, 24 ottobre 1991)

E' questo, contro il finanziamento pubblico, il referendum di lotta diretta, frontale, senza reticenze o ipocrisie, contro la partitocrazia. Il finanziamento pubblico ai partiti ha come presupposto e come conseguenza il riconoscimento che questi partiti, questo sistema partitocratico, così come si sono storicamente determinati, costituiscono un patrimonio democratico e civile positivo, di interesse pubblico.

Il Partito radicale ha sempre richiesto che venga finanziato, dal punto di vista strutturale e dei servizi, il funzionamento democratico della vita civile, tramite strutture »congressuali , »assembleari , nelle circoscrizioni e nei Comuni, per consentire e facilitare sia assemblee e riunioni statutarie dei partiti, e dei movimenti sociali, sia servizi »tipografici , e di mass-media, locali e nazionali.

Inoltre, deve essere permesso, con l'unica clausola della obbligatoria pubblicità, un finanziamento ai partiti di altra natura: di lobbies, di fondazioni, di sindacati, di cooperative, di associazioni di massa, di produttori di ogni tipo. Ma soprattutto va rilanciato, con determinazione e ottimismo, il ruolo dei partiti come soggetti politici finanziati con l'attività dei militanti e dei cittadini.

Alla base di questo referendum, evidentemente, c'è anche la convinzione del Partito radicale che il regime Dc, divenuto regime partitocratico tout court, costituisce un »regime nuovo, di »democrazia reale : la partitocrazia.

Per questo il nostro torna a essere il referendum più vietato. L'unico non tollerabile e non tollerato; l'unico imperdonabile da occultare da parte del sistema dei partiti. Così le burocrazie di tutti i partiti di »regime , di destra, di centro e di sinistra, hanno detto no. A cominciare da quella - purtroppo - del Pds.

Ma noi sappiamo di interpretare giudizi e sentimenti delle grandi masse democratiche, a partire dai militanti di quel Partito. Noi vogliamo servizi e strutture pubbliche gratuite per le attività democratiche di tutti i cittadini, a livello nazionale, di città, di quartiere.

Lor signori vogliono danaro e potere per i padroni degli apparati che hanno prodotto un sistema politico mafioso e bancarottiere.

 
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