SOMMARIO: Dal 31 ottobre al 3 novembre 1991 a Zagabria, in Croazia, la seconda sessione del Consiglio Federale del Partito Radicale.
All'ordine del giorno: la situazione dell'ex Jugoslavia e l'atteggiamento della Comunità europea; le iniziative per lanciare ed organizzare il progetto per »l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il 2000 ; lo stato del progetto politico-editoriale del Partito per il 1991; l'analisi della possibilità di costituire un soggetto politico ad adesione diretta, effettivamente transanazionale e transpartito.
(IL PARTITO NUOVO - N.IV BIS - Settembre/ottobre 1991)
La seconda sessione del Consiglio Federale è stata aperta con le relazioni del Primo Segretario, Sergio Stanzani e del Tesoriere, Paolo Vigevano.
Nella sua esposizione, Sergio Stanzani ha evidenziato i primi risultati del progetto politico del Partito: le iscrizioni di membri di Governo, parlamentari, Premi Nobel e cittadini, provenienti da circa venti paesi del mondo; la mobilitazione attorno al progetto-idea di abolire la pena di morte nel mondo; l'insediamento e l'attività militante in alcune realtà europee: Parlamento europeo, Cecoslovacchia, ex Jugoslavia, Romania, Ungheria, Unione Sovietica; la presentazione, nei Parlamenti dove vi sono iscritti radicali, di mozioni o atti parlamentari analoghi al documento conclusivo sulla situazione nell'ex Jugoslavia, approvato nella prima sessione del CF; la campagna referendaria in Italia, promossa dal Partito Radicale su nove leggi, tra cui quella contro il finanziamento pubblico ai partiti, quella sulla droga, nella parte in cui punisce i consumatori, e quella sul sistema elettorale del Senato, per introdurre, anche in Italia, il sistema uninominale all'inglese.
Il punto centrale della relazione di Paolo Vigevano è stato la sottolineatura che egli ha fatto della derivazione attuale delle risorse del Partito. Sono ancora gli introiti connessi alla presenza parlamentare in Italia e ad attività del Partito in questo paese, a consentire la possibilità di »praticare la dimensione transnazionale: per il 1992 - nella prossima primavera sarà rinnovato il Parlamento italiano e verrà meno la presenza di una lista del Partito Radicale - il Partito potrà disporre di 2.650 milioni lire, pari a meno del 40% di quanto si era previsto di spendere nel corso del 1991. Condizione tecnica minima indispensabile, prevista dal Congresso di Budapest, per garantire le condizioni necessarie per l'esistenza del Partito, è il conseguimento di almeno 50.000 iscritti nel mondo.
Nel dibattito sono intervenuti, tra gli altri, in qualità di iscritti al Partito Radicale: Dalibor Brozovic, Vice Presidente dell'Unione Democratica Croata (HDZ); Drazen Budisa, Ministro senza portafoglio, Presidente del Partito Social Liberale croato (HLS); Milan Djukic, Presidente del Partito Popolare serbo in Croazia, responsabile dell'ufficio governativo per i rapporti tra le minoranze nazionali; Franjo Greguric, Presidente del Governo croato; Ivo Jelic, membro del Parlamento croato, eletto a Dubrovnik nel Partito Popolare; Vesna Mihelic-Vili, rappresentante dell'associazione »Bedem Ljubavi -Bastione dell'Amore (le madri croate dei militari dell'esercito federale); Iliaz Ramajli, Presidente del Parlamento del Kossovo, in esilio, membro dell'Unione Democratica Albanese; Zdravko Tomac, Vice Presidente del Governo Croato, membro del direttivo del Partito della Riforma democratica (SDP); Sulejman Uglianin, Presidente del Consiglio Nazionale dei Musulmani della Serbia e Presidente del Partito di Azione Democr
atica in Serbia; Vlado Veselica, Ministro senza portafoglio, del Partito Democratico croato (HDS).
Dalla Croazia sono inoltre intervenuti, Mate Granic, Vice Presidente del Governo e Branko Salaj, Ministro per l'Informazione, mentre una delegazione del Consiglio Federale è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica di Croazia, Franjo Tudjman. E' anche intervenuto il Presidente del Partito Liberale sloveno, Joze Skolc, il quale ha ricordato come il Partito Radicale sia stato l'unico a comprendere che in Jugoslavia non vivono solo jugoslavi, ma croati, serbi, albanesi: »credo che il Partito Radicale avrà un ruolo molto importante nella nostra vita politica per combattere lo sciovinismo, la xenofobia e la trasgressione di molti diritti fondamentali .
Insieme alle presenze croate, serbe, slovene, albanesi del Kossovo e d'Albania, hanno preso parte a questa riunione del Consiglio Federale parlamentari dell'Unione Sovietica, lettoni, romeni, spagnoli, cecoslovacchi, italiani, parlamentari europei (era anche presente Carlo Ripa di Meana, membro della Commissione della Comunità europea). In qualità di invitati o iscritti ci sono state presenze provenienti dal Brasile, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Francia, Spagna, Stati Uniti, Ungheria. Tra queste ricordiamo Mairead Maguire Corrigan, irlandese, Premio Nobel per la Pace nel 1978, iscrittasi al Partito Radicale pochi giorni prima della riunione di Zagabria (»la nonviolenza - ha detto - è una cultura nuova, che dobbiamo cominciare ad insegnare nella società, nell'opinione pubblica, nella politica e nella vita quotidiana ) e Hans Walter Janitschek, anch'egli iscritto, già segretario generale dell'Internazionale Socialista.
Nel suo intervento, Franjo Greguric, Presidente del Governo Croato, che durante il Consiglio Federale ha annunciato la sua iscrizione, ha affermato che la Croazia attende dalla Comunità europea il riconoscimento come soggetto di diritto internazionale, presupposto per il cessate il fuoco e la condanna dell'aggressore.
Zdravko Tomac, Vice Presidente del Governo croato ha ringraziato Marco Pannella »per il valore politico dell'azione nonviolenta di digiuno che sta conducendo per il riconoscimento delle Repubblica slovena e croata .
Il Presidente del Partito Social Liberale croato e Ministro senza portafoglio, Drazen Budisa, ha giudicato indispensabile il sostegno del Partito Radicale transnazionale per la soluzione della crisi jugoslava; il suo collega di Governo, Vlado Veselica, ha lanciato un appello perchè l'Europa »come cuore e cervello del mondo , risolva la situazione di aggressione di cui è oggetto il suo paese.
»Leggendo la risoluzione del Partito Radicale sulla situazione nell'ex Jugoslavia - ha sostenuto Dalibor Brozovic, Vice Presidente dell'Unione Democratica Croata - mi sono convinto che vale la pena di firmare l'adesione a questo Partito e non vedo nessuna contraddizione, come europeo, con l'iscrizione al mio Partito .
Milan Djukic, Presidente del Partito Popolare serbo in Croazia e responsabile dell'Ufficio governativo per i rapporti tra le minoranze nazionali, ha chiesto al Partito Radicale di compiere le azioni più opportune perchè l'Europa, prima della scadenza fissata del 15 febbraio, riconosca la Repubblica croata, risolvendo una situazione senza uscita non solo per i croati, ma anche per i serbi che vivono in Croazia.
Ivo Ielic, deputato al Parlamento croato, Sindaco di Dubrovnic, si è detto felice di trovarsi tra persone che parlano di nonviolenza.
Sulejman Uglianin, Presidente del Consiglio Nazionale dei Musulmani della Serbia e Presidente del Partito di Azione Democratica in Serbia, si è dichiarato felice di far parte del Partito Radicale. »La guerra e la distruzione di Dubrovnic - ha affermato Uglianin - non sono opera del popolo serbo, ma dei vertici militari, che vogliono distruggere tutto quello che non è serbo .
In rappresentanza dell'associazione »Bedem Ljubavi -Bastione dell'Amore (le madri croate dei militari dell'esercito federale), è intervenuta Vesna Mihelic Vili, che ha sottolineato come sia stata la nonviolenza a convincerla all'iscrizione al Partito Radicale. E' anche intervenuta Smiljia Dedic, Presidente del »Movimento per la Pace delle Madri Serbe .
Il Presidente del Parlamento del Kossovo, in esilio, Ilia Ramailj, ha ringraziato in particolare Marco Pannella per tutto quello che ha fatto per far conoscere al mondo il genocidio in atto nella sua regione ed ha proposto che la comunità internazionale riconosca la Repubblica del Kossovo, pronunciatasi, a larghissima maggioranza, con referendum, per l'indipendenza.
Nel dibattito sono intervenuti, oltre al Presidente del Partito, Emma Bonino, tra gli altri, i parlamentari italiani: Willer Bordon, del Partito Democratico della Sinistra (PDS); Peppino Calderisi, presidente del Gruppo Federalista Europeo della Camera, per il quale »è necessario coinvolgere i nuovi iscritti sin dall'elaborazione dell'iniziativa politica ; Roberto Cicciomessere e Sandro Tessari, del Gruppo Federalista Europeo della Camera; Lorenzo Strik Lievers, presidente del Gruppo Federalista Europeo Ecologista del Senato, che ha sottolineato il valore, in termini di quantità e qualità, delle nuove iscrizioni; nonchè i parlamentari europei Adelaide Aglietta, presidente, e Marco Taradash, del Gruppo Verde, e Rubert De Ventos, del Gruppo Socialista.
Se Vladimir Moskovka, deputato del Soviet Supremo dell'Ucraina, Presidente del Partito Social-democratico, ha posto in luce l'internazionalità degli obiettivi d'azione del Partito Radicale e la sua volontà di organizzare a Kiev, insieme ad altri iscritti, un'associazione per gli Stati Uniti d'Europa, Alexander Kalinin, deputato al Mossoviet - uno degli animatori della rivolta democratica e nonviolenta contro il colpo di Stato dell'agosto '91 a Mosca - si è invece soffermato sull'utilità dello strumento di comunicazione scelto per organizzare »Il Partito Nuovo .
Dimitri Zapolskij, deputato al Lensoviet, si è soffermato sulla situazione del suo paese e sull'azione radicale: »noi radicali dobbiamo pensare a come rivolgerci al popolo russo, che, con l'inverno alle porte, e la fame che avanza, conoscerà probabilmente la violenza individuale .
Padre Alexej Zotov, deputato al Soviet Supremo della Lettonia, ha proposto che in tutti i paesi, nello stesso giorno, si svolgano congressi del Partito transnazionale »per far conoscere a tutti il contenuto dei nostri documenti; si potrebbero poi riunire tutti questi congressi regionali in un congresso mondiale che potrebbe nominare i delegati al CF .
Nel dibattito sono anche intervenuti alcuni dei numerosi parlamentari romeni iscritti al Partito Radicale, tra i quali: Vasile Diacon e Constantin Ivanovic, del Fronte di Salvezza Nazionale; Viorica Edelhauser, del Partito Nazionale Liberale, la quale ha detto che la sua iscrizione si deve al fatto che il PR è una forza che lotta contro ogni sistema totalitario, contro ogni violenza e contro l'intolleranza; Corina Ion-Iosif, del Partito Ecologista; Vasile Lascu, del Partito Social-Democratico Tradizionale; Anton Lintzmayer, rappresentante della minoranza polacca, la cui iscrizione è dovuta all'obiettivo di realizzare l'Europa unita; Anton Nicolau, rappresentante della minoranza greca in Romania; Laszlo Zsigmond, dell'Unione Democratica dei Magiari.
»Ho trovato delle coincidenze tra il programma del PR e le mie idee e proprio per questo ne sono diventato membro, assieme ad altri tre colleghi del Parlamento , ha sostenuto Vladimir Zeman, deputato nazionale ceco della lista HDS-SMS. »Credo - ha aggiunto Zeman - che tra poco saremo in numero molto più alto e non solo deputati, ma anche cittadini, perchè è chiaro che l'idea dell'Europa Unita ha il sostegno di molti, specie per alcuni problemi, come quello ecologico .
Nel dibattito sono anche intervenuti altri due membri del Parlamento nazionale ceco, del ROI (Iniziativa Civica Rom), entrambi iscritti: Dezidér Balog e Zdenek Guzi.
Etibar Mamedov, deputato azerbaijano del Soviet Supremo dell'Unione Sovietica, ha rilevato come sia diffuso il giornale nel Soviet Supremo e che molti colleghi gli hanno chiesto notizie del PR e della sua attività.
»I problemi dell'Unione Sovietica, fame, etnie, armi nucleari, questioni ecologiche - ha affermato Anatoly Zheludkov, deputato del Partito Verde al Mossoviet - sono problemi del mondo, transnazionali: per questo mi sono iscritto al Partito Radicale .
A conclusione dei suoi lavori, il Consiglio Federale ha approvato due documenti: una mozione generale, che pubblichiamo integralmente in altra parte di questo foglio e un documento sulla situazione nell'ex Jugoslavia, che, riprendendo nella sostanza il contenuto della mozione approvata nella prima sessione, denuncia i comportamenti della Comunità europea e dell'Italia, in ordine: alla presa d'atto senza alcuna protesta dell'oppressione degli abitanti del Kossovo; alla difesa dell'unità federale jugoslava e quindi all'incoraggiamento dell'aggressione serba; al mancato riconoscimento delle Repubbliche che hanno dichiarato la propria indipendenza.