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Pannella Marco - 14 marzo 1992
DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA SU UN GESTO DI LEOLUCA ORLANDO

SOMMARIO: Marco Pannella commenta la decisione di Leoluca Orlando di disdire un incontro a causa delle posizioni da lui assunte in occasione dell'assassinio di Salvo Lima. Confronta la sua ininterrotta militanza contro la Dc, contro il potere, contro i privilegi con quella di Leoluca Orlando Cascio: "Democristiano per tutta la sua vita, compagno di partito di Salvo Lima, Sindaco e celebre come democristiano, continua ad esserlo per arroganza, demagogia, irresponsabilità".

(NOTIZIE RADICALI, 14 marzo 1992)

Ho inteso dire che Leoluca Orlando avrebbe disdetto un dibattito fra noi, a causa delle posizioni da me assunte in occasione dell'assassinio di Salvo Lima.

Non ho commenti da fare, ma una semplice fotografia dello spettacolo di regime.

Da una parte ci sono io, sessantadue anni, la vita intera trascorsa all'opposizione delle maggioranze e delle opposizioni ufficiali del regime, specie dunque della DC, della mafia, dei compromessi mistificanti di tutti i partiti, senza eccezione alcuna, dell'immenso parastato pubblico e privato. Sono semplicemente soldato, nemmeno caporale; ma il servizio militare l'ho fatto, quando non conoscevo nemmeno l'esistenza dell'obiezione di coscienza militante. Pressoché solo, mi pare, fra i tanti, dal Presidente della Repubblica, a Presidenti e Segretari di Partito, a leader di destra e di sinistra. Non sono insignito nemmeno della croce di cavaliere della Repubblica, che non si è mai negata agli uscieri del Ministeri dopo qualche lustro di onorato servizio. Non ho mai assunto una qualsiasi posizione di consigliere di amministrazione di qualsiasi società, patronato, banca, usl, rai-tv; o di assessore del più piccolo comune d'Italia. Sono stato denunciato e processato centinaia di volte, assolto sempre, tranne una

volta, a causa del mancato ricorso di un difensore, se ben ricordo. Non ho mai avuto una macchina blu, una scorta, una macchina anche privata, un bene immobile di qualsiasi tipo che non fosse stato ereditato, dopo i miei cinquant'anni. Sulla stampa "indipendente", o di Partito, sulle radiotelevisioni di stato o di parastato sono stato nella vita trattato come "Il Giornale di Sicilia" o "La Sicilia", le loro televisioni, quella di Stato e della Fininvest dimostrano eloquentemente in queste ore. Non ho smesso un attimo di battermi, disarmato di qualsiasi potere, dai miei quindici anni, senza riserve, sui fronti più duri e difficili. Contro tutte le DC, poi contro l'intera partitocrazia, scontandolo con l'isolamento nella classe dirigente, politica, finanziaria, giudiziaria, giornalistica, di destra, di centro, di sinistra.

Le sole disfatte della DC sono state quelle sul fronte del divorzio, dell'aborto, dei diritti civili, del consociativismo e della criminosa unità nazionale e siciliana, contro P2 e P38, i mafiosi componenti dell'Assemblea Regionale siciliana di anni e decenni vicinissimi, della Corte Costituzionale, dei governi e delle opposizioni consociate. I miei compagni e compagne sono, oggi come ieri, gli assassinandi di regime, per fame, droga, aids, partitocrazia; inermi ma non inerti. E sono contro farisei e pubblicani, partitocrati, demagoghi, gente di ogni potere e violenza.

Potrei continuare.

Leoluca Orlando Cascio non vuole dibattere con me. Lo capisco. Democristiano per tutta la sua vita, compagno di partito di Salvo Lima, Sindaco e celebre come democristiano, continua ad esserlo per arroganza, demagogia, irresponsabilità. Che la tolleranza, la difesa dei diritti dell'avversario sia imperativo di civiltà, come volete che lo capisca?

 
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