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Treccagnoli Pietro, Bonino Emma - 20 marzo 1992
VOGLIAMO ELEZIONI ALL'AMERICANA CON DUE FORZE POLITICHE IN LIZZA
Intervista a Emma Bonino di Pietro Treccagnoli

SOMMARIO: Il significato della presentazione della "lista Pannella". La riforma del sistema elettorale in senso uninominale. Il carattere strumentale delle polemiche sull'aborto. Nonviolenza e pacifismo.

(IL MATTINO, 20 marzo 1992)

Napoli - Onorevole Bonino, in queste elezioni i radicali non si presentano con il loro simbolo tradizionale, ma con una lista che porta il nome di Pannella ed è "abbinata" a quella degli antiproibizionisti. Ci spiega questa scelta?

"E una scelta che abbiamo fatto nel congresso di Bologna dell'89. I candidati con la tessera radicale si presentano in molte liste. Il ministro del turismo e dello spettacolo Carlo Tognoli del Psi si presenta. Willer Bordon, deputato del Pds, si presenta. Gianni Mattioli, deputato verde, si presenta. Così come i deputati e senatori Giacomo Mancini, Franco Piro, Carmine Nardone, Gianni Lanzingher, Mauro del Bue e .... naturalmente Marco Pannella. Sono tutti iscritti al partito radicale transnazionale e transpartitico (anche se i lettori dei giornali non lo sanno), che non rinunciano per questo a partecipare alla lotta civile e politica italiana. E ancora: gli ex segretari radicali Rutelli e Negri si presentano in due liste diverse da quella Pannella."

Il vostro progetto di riforma elettorale che cosa prevede?

"Occorre costruire una diversa e nuova concezione dei partiti che non possono essere più "chiese" o "sette" ma devono progressivamente dissolversi in due grandi forze politiche consentendo finalmente all'elettore di decidere quale delle due deve governare e quale stare all'opposizione. Il Partito Radicale è l'unico che lo ha fatto che propone quel sistema elettorale uninominale, all'americana, che ci libererebbe finalmente dai partiti e dalla partitocrazia".

Oggi spira in Italia un'aria di restaurazione. Sulla scia del legittimo manifesto sui rischi della bioetica e della manipolazione genetica qualcuno vuol portare avanti una revisione della legge sull'aborto. Una legge per la quale voi radicali vi siete battuti in prima linea. Tra i possibilisti si sono schierati anche i socialisti. Qual è la vostra posizione?

"Anche il gene di uno stelo d'erba, se calpestato "soffre". Ma il problema non è questo: nessuna legge potrà impedire l'interruzione della gravidanza. Si tratta solo di stabilire se l'aborto deve essere praticato sul tavolo di cucina della mammana o in clinica, se bisogna tutelare la sofferenza di un gene o la stessa vita, non solo il dolore, di una donna, di una persona viva e vegeta. A proposito di Craxi speriamo che non accada come con il suo ultimo viaggio negli Usa quando ci regalò la nuova legge sulla droga che naturalmente non poteva impedire e infatti non impedisce alla gente di drogarsi come di suicidarsi ma in cambio arricchisce il narcotraffico, la criminalità e rende libera una sostanza che noi invece vorremmo controllata. Speriamo cioè che questa volta Craxi non rimanga "folgorato" da un viaggio in Irlanda e non ci porti indietro di dieci anni restituendo lavoro e denaro a mammane e cucchiai d'oro come ha già fatto per spacciatori e narcotrafficanti".

Questa campagna elettorale si è aperta con il sangue. Voi che siete tra i portabandiera della nonviolenza che cosa ne pensate? Soprattutto ora che tra la gente sta crescendo un sentimento d'intolleranza?

"La nonviolenza è stata la nostra caratteristica "genetica". Ma la nostra nonviolenza comporta una grave e difficile attività non la passività, è strumento di lotta politica per ridurre il livello di violenza non per tollerarlo. Pene più drastiche non hanno mai eliminato la violenza".

Nel simbolo della Lista Pannella c'è anche il tradizionale stemma del pacifismo internazionale. Come è cambiato il vostro pacifismo negli ultimi anni?

"Il pacifismo non può tollerare tutto. Per esempio durante la guerra del Golfo non abbiamo appoggiato chi tollerava il fatto che Saddam Hussein continuasse a sterminare innanzitutto il suo popolo in nome di una "pace" che assomigliava tanto a quella eterna. Deve essere chiaro poi che la nostra "disobbedienza civile" è sempre obbedienza ai principi generali del diritto per la conquista di nuove leggi che meglio tutelino i diritti della persona".

 
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