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Pannella Marco, Francia Paolo - 27 marzo 1992
PANNELLA " MORTE AI PARTITI"
L'UOMO DELLE BATTAGLIE CIVILI PUNTA 'AL MODELLO ANGLOSASSONE'

INTERVISTA A MARCO PANNELLA DI PAOLO FRANCIA

"Un sistema bipolare al posto di questo regime". "PLI e PRI? E' falso liberalismo".

SOMMARIO: Le ragioni e gli obiettivi della "lista Pannella". "Passaggio al sistema bi o tripartitico anglosassone, che smantellerebbe il parastato partitocratico della DC e del PDS, del PSI e del PRI, di tutti quanti insomma, inclusi i padroni del vapore"

(IL RESTO DEL CARLINO, 27 marzo 1992)

- Onorevole, perché la 'Lista Pannella'?

"Perchè occorre liberare questo Paese dal voto partitocratico e dare ai più responsabili e liberi un'occasione anche formale di voto 'personale' e di delega all'anglosassone. La possibilità insomma di esprimere una preferenza non ideologica, non faziosa, non partitica, ma anzitutto saggia, umana, politica e civile".

- Ma era proprio necessaria?

"Qualcuno doveva pure cominciare. E nessuno vorrà mettere in dubbio che io abbia saputo fin qui fare letteralmente tesoro dei voti ricevuti, percentuali pressoché irrisorie, dalle pochissime migliaia di persone associatesi all'impresa radicale in questi decenni. Se ne arriveranno di più, questa volta...".

- E i tantissimi che non hanno mai votato per lei?

"Tutti coloro che hanno votato a milioni, che hanno 'fatto massa', che hanno nutrito piccole minoranze di clienti di regime, anche se dai nomi tanto illustri quanto abusivi come 'liberali' o 'repubblicani, non comprendevano a quale disastro storico, morale, civile, sociale ed economico stavano concorrendo".

- Lei ha combattuto contro tutti, la DC, il PCI, il PSI. Contro chi combatte stavolta?

"Ho combattuto sempre per qualcosa e per un assieme di cose. Non sono uno degli uomini-contro, nobilissimi ma anche troppo spesso tragici. Amo la puntualità di idee e di proposte, di leggi precise, poche e audaci. E soprattutto il realizzarle."

- E chi c'è con lei, stavolta?

"Un'organizzazione transnazionale, duecento parlamentari di sessanta diversi partiti nazionali, donne e uomini che sanno vedere lontano e vogliono prepararci un futuro diverso da quello pauroso che sembra tornare ad attenderci".

- Nomi, nomi...

"Sul piano politico-elettorale le Bonino e le Faccio, le Barenghi e le Fanello Marcucci o le Mischiatti; i Taradash e i Cicciomessere, i Melega e i Cerina...

- Caspita...

"Con loro gli antiproibizionisti, i nonviolenti, i democratici riformatori, gli ambientalisti, i radicali referendari, gli antipartitocratici, i federalisti. Poi i liberalsocialisti e i liberaldemocratici non di regime. Bastano?"

- Per che cosa? Per quale battaglia?

"Risponderò come a tanti nel 1968. A cominciare dai Colletti e dai Federico Stame, per restare in casa. Per la democrazia politica, lo Stato di diritto, il federalismo di Hamilton e di Kant, di Einaudi e di Sturzo. Per un feroce rispetto alle regole, e per molto più Von Hayek e Friedman di quanto i nostri pretesi liberisti o riformatori dell'economia non osino immaginare".

- E rieccoci l'ayatollah Pannella...

"Macché ayatollah. Parlo arabo?".

- Si.

"E allora studiatelo voi l'arabo, ma intanto lasciatemi fare, pure con contraddizioni feconde con l'ispirazione salveminiana ed ernestorossiana che è la mia. Ne ho il diritto per quello che ho detto e fatto nella vita politica italiana".

- Quale ricetta ha pronta per l'Italia?

"Anzitutto la ricetta è nel passaggio al sistema bi o tripartitico anglosassone, che smantellerebbe il parastato partitocratico della DC e del PDS, del PSI e del PRI, di tutti quanti insomma, inclusi i padroni del vapore".

- Ma lei, invecchiando, non ha il rammarico di tante battaglie perdute?

"Io ne ho in testa soltanto di vinte. E non sono poche e di poca qualità. O di pienamente aperte, anche se possono sembrarvi perdute".

- Ad esempio?

"L'antiproibizionismo sul divorzio e sull'aborto ha mutato l'orizzonte civile e sociale di questo Paese".

- E quella per legalizzare la vendita della droga?

"La stiamo organizzando mondialmente e l'abbiamo splendidamente incardinata in Italia. E' una battaglia che ha il valore di una rivoluzione culturale liberale e di buon governo, anticlericale e antiterroristica, umanistica e umanitaria. Con effetti sull'ordine civile, morale, economico e internazionale e sulla qualità della vita della gente".

- Ha tanti avversari,però...

"Ci stanno contro l'illusione paternalistico-tribale, la cultura repressiva e provinciale, l'intolleranza e l'ignoranza di un vero e proprio 'maitre à penser' partitocratico e di regime come il Muccioli".

- Salverebbe qualche segretario di partito, in Italia?

"Tutti, Li perdòno, perché non sanno politicamente quello che fanno".

- E fra i partiti?

"Nessuno. Muoiano i partiti partitocratici di questo sistema, affinché vivano due o tre partiti democratici. E' possibile ottenerlo. Molto presto. Dipende dai voti che riuscirò a sottrarre all'inutilità e al regime, che prospera con i voti conformisti e con quelli della rabbia".

- Chi vorrebbe al Quirinale?

"Oscar Luigi Scalfaro o Pannella".

- A Palazzo Chigi?

"Martelli, Rutelli o Pannella. E come ministro degli Esteri Marco o Giacinto (Pannella). E sono molto più serio di quel che non crediate".

- Perché si dovrebbe votare per la lista Pannella?

"Se vi interessa saperlo, ascoltate Radio Radicale. O il mio comizio di oggi pomeriggio a Bologna. O la vostra intelligenza o la vostra saggezza: in questo caso scoprirete di saperlo già".

- Ce la farà a ottenere almeno un quoziente?

"Chiedetevi perché non fate questa domanda ad altri. E il quoziente non l'avremo solo a Roma, ma anche a Bologna e altrove".

- Pannella è invecchiato?

"L'invecchiamento, se riesce, è forza che diventa sempre più dolce e sicura".

 
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