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Martelli Giampaolo - 29 marzo 1992
PANNELLA, IRRIDUCIBILE "SIGNORNO'"
Una giornata col leader

di Giampaolo Martelli

SOMMARIO: Impressioni sul comizio di Marco Pannella a Milano in Piazza del Duomo e interviste ai militanti della lista Pannella - "Veemente e ironico, appassionato e sarcastico, è da sempre contro il Palazzo". "Siamo gli unici a non aver mai occupato una poltrona in nessuna ente"

(IL GIORNALE - 29 marzo 1992)

Milano - Iscritta al primo anno della facoltà di lettere Loretta Furlan è una ragazza timida. Ma forse lo era fino all'altro ieri. Non sa spiegare cosa le è successo. All'improvviso ha vinto l'imbarazzo e l'emozione . Marco Pannella aveva appena finito di parlare in piazza Duomo, e lei si è arrampicata sul piccolo podio e lo ha abbracciato e baciato. Spiega: "E' stato un impulso spontaneo a cui non ho potuto resistere...". Il volto minuscolo senza un'ombra di trucco e una Keffiah avvolta intorno al collo, adesso Loretta Furlan si è arruolata nel drappello dei pannelliani. Un'altra recluta è Giancarlo Lodi, i capelli corti e un'impermeabile chiaro, ha ventitrè anni e frequenta l'Accademia di Brera. Dice: "I miei genitori votano per il PDS ma per abitudine e stancamento. Di Marco mi affascina la sua grande passione. Lui non è un rassegnato e va controcorrente.

La "direzione strategica" della Lista Pannella è in corso di Porta Vigentina, un vecchio edificio dove c'è la sede dell'Associazione radicale Enzo Tortora. Manifesti alle pareti e pacchi di volantini. Barba e capelli folti, a coordinare questa battaglia in nome di Marco è Roberto Miglio, radicale del '76 e fino a qualche tempo fa vigile urbano. E il suo braccio destro è Salvatore Giglio. "Siamo soltanto in due - afferma sorridendo Roberto Miglio - ad occuparci a tempo pieno di quella che è una autentica sfida. Certo, ci sono i candidati che s'impegnano nella propaganda. Ma soprattutto possiamo contare sui "tavolinari" cioè sui militanti che hanno raccolto le firme per i referendum". Erano una cinquantina i "tavolinari" che adesso, dopo la resurrezione pubblica di Pannella e le sue sortite nella tivù private, sono diventati cento.

Un manipolo agguerrito ma esiguo se si pensa che il Movimento popolare per spingere avanti Roberto Formigoni dispone di un esercito di 10 mila attivisti. "Anche i manifesti - aggiunge Roberto Miglio - scarseggiano. Ci costano 400 lire l'uno e per averli dobbiamo pagarli al comitato elettorale romano. A mancare però sono i quattrini e per l'intera campagna a Milano disponiamo di 20 milioni". Venti milioni? "Si, ha capito bene. In cassa abbiamo solo venti milioni, quando i candidati di altri partiti tra lettere, depliant e spot televisivi spendono magari un miliardo".

Una battaglia disperata? "Tutte le nostre battaglie - afferma il senatore Lorenzo Strick Lievers - sono sempre state considerate disperate. Quando abbiamo iniziato la campagna in favore del divorzio, ci consideravano una banda di matti. Invece l'abbiamo vinta. E abbiamo vinto anche tutte le altre battaglie per i diritti civili, dal voto ai diciottenni a quella per una giustizia più giusta. La Lista Pannella è un'altra scommessa perché crediamo in un sistema di voto di tipo anglosassone, l'unico che potrebbe liberare il campo dagli attuali partiti. I radicali si sono sciolti proprio per dare l'esempio. In una democrazia moderna, gli schieramenti devono essere due o al massimo tre, e ad affrontarsi devono essere le persone. E' quello che ha deciso di fare, con una delle sue invenzioni geniali, Marco Pannella".

Sono questi gli argomenti che in modo ostinato Marco Pannella va ripetendo nei suoi exploit verbali. E anche in piazza Duomo parlando con lo stile di sempre, veemente e ironico, appassionato e sarcastico, ha fustigato i "partitocrati", frustato "i governanti e i finti oppositori". Quando ha detto a voce alta: "Noi siamo gli unici che in questi anni non abbiamo occupato una poltrona in nessun ente", sono scrosciati gli applausi. In crescendo ha fatto mulinare un mucchio di altri problemi, lobbies pubbliche e private, droga e criminalità, e soprattutto rigore per resistere "alla corruzione della patitocrazia". Nella miscela del pubblico arrivato li non si sa come poiché il comizio era stato annunciato con scarsi volantini, i ventenni con le scarpe di tela, i jeans e gli zainetti appesi alle spalle erano in maggioranza.

Tra gli spettatori, Tommaso Staiti di Cuddia, missino della prima ora che ha abbandonato la Fiamma e si è iscritto al Pr, Pannella ha raccontato che gli era stata offerta una candidatura a Roma ma che Staiti l'ha rifiutata perché non ha voluto che si dicesse che ne approfittava per ritornare a Montecitorio. Se mai era disposto a partecipare all'"avventura" ma in qualche circoscrizione "impossibile". Dopo questo preambolo, Pannella ha invitato Staiti a raggiungerlo sul palco dicendo che "il suo attuale impegno è contro la pena di morte". Ancora applausi.

Commenta Vittorio Rigoli, che alla maglietta ha appeso un cartoncino col simbolo e il proprio nome, alla maniera delle conventions americane: "Solo Marco è capace di simili gesti che non piacciono ai conformisti. Basti pensare che durante la guerra del Golfo, in nome della non violenza si schierato contro la demagogia pacifista del catto-comunisti". I capelli biondi e un giubbotto di panno alla tirolese, Mirka Soldini gli fa eco: "E' la diversità che ci piace. Lo apprezziamo perché è imprevedibile e quello che gli esce dalla bocca non è mai scontato. Va bene anche quando si contraddice".

Ogni mattina i "tavolinari" con gli zaini colorati pieni di volantini si sparpagliano per la città: montano i tavoli sormontati da cartelli con il simbolo della lista o scritti a mano. Sui patacchini che offrono - costano mille lire - insieme al nome di Pannella c'è la vecchia rosa nel pugno e l'emblema degli anni Sessanta Peace and Love. Li s'incontra in piazza San Babila e, tra i capannelli dei ragazzi che stazionano davanti alle vetrine di Fiorucci, i pannelliani hanno il viso stanco ma gli occhi sono annoiati. Altri distribuiscono i loro foglietti al Parco Sempione - una sorta di Central Park milanese - dove i pensionati leggono il giornale accanto a coppie che si baciano sulle panchine, vi sono improvvisati folk-singer e sciami di pattinatori zigzagano lungo i viali.

Afferma Roberto Miglio: "E' sorprendente come tanti ragazzi abbiano scoperto Pannella, quando lui faceva le sue prime e grandi battaglie non erano ancora nati. Forse il primo a stupirsi è proprio lui, Marco, che si è rivolto a loro con la voce emozionata: "Voi mi costringete alla sofferenza della speranza"". Sostiene Lorenzo Strick Lievers: "La mia speranza laica è che nuove regole possano mettere alla corda i partiti di regime esorcizzando i loro effetti perversi. In un sistema politico differente, io non avrei dovuto combattere da solo per oppormi allo sconquasso della scuola".

 
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