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Pannella Marco - 1 maggio 1992
Lettera ad Arnaldo Forlani di Marco Pannella

SOMMARIO: A partire dalla denuncia della sistematica opera di disinformazionde della RAI-TV nei confronti del 36· Congresso del Partito radicale di Roma (30 aprile - 3 maggio 1992), Marco Pannella annuncia ad Arnaldo Forlani che non lo voterà nell'eventualità in cui si candidasse alla Presidenza della repubblica italiana.

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Roma, I Maggio 1992

Al Segretario della D.C. On. Arnaldo Forlani

e p.c.

a Bettino Craxi

Renato Altissimo

Antonio Cariglia

Achille Occhetto

Al Presidente della RAI-TV Professor Walter Pedullà'

Direttore Generale Gianni Pasquarelli

Presidente della Commissione di vigilanza (a favore dei

delitti di regime) Borri

a Charles-le-petit Irlanda

a Giulio VII Bisenti

Caro Forlani,

il modo in cui la RAI-TV nel suo complesso sta (non) informando sul Congresso del Partito Radicale onora la tradizione di intolleranza, di professionismo di regime, di sbeffeggiamento della legge, perfezionandola, che la caratterizza.

Il tuo TG1, con annessi e connessi, traccia il solco. Gli altri due, sostanzialmente, lo percorrono, permettendosi qualche orpello di menzioni e qualche manciata di secondi, che finiscono per sortire lo stesso effetto; convalida della censura, piuttosto che smentita.

I tuoi incarogniti militanti, per cultura, formazione, ideologia, professione, promozione e carriera, prima ancora che per puntuale scelta, non sarebbero, d'altra parte, capaci d'altro. Lo mostrano quando, in ottemperanza della legge per la quale la moneta buona è scacciata dal mercato dalla moneta cattiva, si trasferiscono dalla RAI-TV a Televisioni, che avrebbero potuto essere "libere" e che sono divenute, invece, "private", nel senso di private, appunto, di troppe virtù civili, professionali, democratiche.

Il "top" di questa viltà è stato raggiunto, d'altra parte, quando mi è stato impedito di dire una sola parola per confermare e motivare il mio intervento per l'assassinio del collega Salvo Lima, sortendo l'effetto di favorire una ulteriore criminalizzazione del cadavere e del vivo, che qui ti scrive. Il tuo ringraziamento pubblico, come quello del Presidente del Consiglio, si è così risolto in una vera e propria pugnalata alla schiena.

Non intendo certo nè rendertela, nè darla ai tuoi militanti. La loro schiena d'altra parte è così mirabilmente curva da far scivolare ben altri colpi.

Ma colgo l'occasione del 36· Congresso del PR, e della "informazione" che ne consegue per dirti che personalmente, e come deputato, non voterò in alcun caso, ove la candidatura si manifestasse per te nelle votazioni per la Presidenza della Repubblica, non solamente per il tuo esser favorevole alla pena di morte, ma per la messa a morte dell'immagine e dell'identità reali del nostro paese attraverso il regime che incarni, ufficialmente, più di ogni altro. Invio per conoscenza questa mia lettera aperta ad alcuni, fra gli altri, che hanno interesse -penso- a meditarne il senso e la portata.

Il mio voto è uno fra oltre mille. Non pesa, quindi per chi continua a chiedere ad ogni "Vaticano" di quante armate disponga. Alle idee quanto potere gestiscono.

Cordiali saluti,

Marco Pannella

 
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