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Andreotti Giulio - 13 maggio 1992
BOSNIA: Lettera di Andreotti a Pannella

SOMMARIO: Il Presidente del consiglio italiano, Giulio Andreotti, illustra, con una lettera inviata a Marco Pannella, le iniziative del Governo italiano "nella questione jugoslava ed in particolare in relazione ai tragici avvenimenti che hanno sconvolto la Bosnia-Erzegovina". Andreotti, ricordando le iniziative assunte l'11 maggio 1992 dal Consiglio dei Ministri della CEE, afferma che "le decisioni prese a Bruxelles rappresentano un chiaro avvertimento a Belgrado relativo al fatto che i Dodici non sono più disposti a tollerare un comportamento che impedisca il raggiungimento di una soluzione negoziale".

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Il Presidente del Consiglio dei Ministri

Roma, 13 maggio 1992

Caro Pannella,

come sai, l'impegno italiano nella questione jugoslava ed in particolare in relazione ai tragici avvenimenti che hanno sconvolto la Bosnia-Erzegovina, si è sviluppato secondo alcune linee direttrici tendenti a privilegiare il momento negoziale rappresentato dalla Conferenza di Pace di Bruxelles e dalla specifica Conferenza Tripartita di Lisbona sulla Bosnia-Erzegovina, essendo per il momento impossibile una stabilizzazione della situazione sul terreno tramite l'invio di una forza di interposizione come avvenuto nel caso della Croazia.

Il Governo italiano, tuttavia, anche sotto tale profilo ha espresso la propria disponibilità ad appoggiare l'eventuale costituzione di una forza di pace una volta che ricorrano le condizioni oggettive quali: l'esistenza di una effettiva cessazione dei combattimenti, il consenso di tutte le parti coinvolte nel conflitto (serbi, croati e musulmani) ed un preciso mandato ad opera del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

L'ultima riunione del Consiglio dei Ministri di Bruxelles ha emesso l'11 maggio 1992 una dichiarazione sulla Bosnia-Erzegovina i cui contenuti rappresentano il passo più forte sinora effettuato nei riguardi delle Autorità di Belgrado affinchè pongano termine all'azione di destabilizzazione svolta in Bosnia tramite le Forze Armate Federali e l'appoggio dato agli elementi irregolari serbi. La Comunità dei Dodici ha di conseguenza preso alcune decisioni senza precedenti quali il richiamo dei rispettivi Ambasciatori da Belgrado per consultazioni, la richiesta della sospensione della Delegazione di Belgrado alle decisioni relative alla CSCE fino al 29 giugno p.v. quando una nuova riunione della Conferenza si pronuncerà sul prolungamento della sospensione, il progressivo isolamento della delegazione di Belgrado in tutti i fori internazionali a cominciare dalla prossima riunione ministeriale della OSCE. La Comunità ha altresì richiesto alla Commissione di studiare le modalità per l'istituzione di ulter

iori sanzioni economiche.

Le decisioni prese a Bruxelles rappresentano un chiaro avvertimento a Belgrado relativo al fatto che i Dodici non sono più disposti a tollerare un comportamento che impedisca il raggiungimento di una soluzione negoziale che rimane l'unica via possibile nell'intricato contesto delle questioni jugoslave.

Non meno presente è stata l'azione del nostro Governo sul problema dei rifugiati. Sono infatti già stati stanziati 2,5 miliardi di lire per i profughi che si sono rifugiati in Croazia e sono in corso le procedure necessarie per ulteriori stanziamenti, di 1,5 miliardi per gli sfollati accolti dalla Slovenia, e di 2 miliardi per quelli rimasti sul territorio della Bosnia-Erzegovina e per quanto concerne l'invio di aiuti di emergenza. Abbiamo inoltre espresso la nostra piena disponibilità a contribuire nelle forme tecnicamente più opportune, al trasporto degli aiuti umanitari, in particolare attraverso la messa a disposizione di porti ed aeroporti.

Nell'assicurarti il mio personale continuo interessamento, quello del Ministero degli Esteri e dell'intero Governo a seguire con particolare attenzione la situazione in Bosnia-Erzegovina, ti invio i miei più cordiali saluti.

Giulio Andreotti

 
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