di Tiziana MaioloSOMMARIO: Per Tiziana Maiolo, consigliere al comune di Milano per la lista antiproibizionista, deputata di Rifondazione comunista, l'esperimento-pilota deciso in Svizzera con la distribuzione controllata di morfina ed eroina è il risultato di un ampio dibattito, ("mozione di Francoforte") che ha coinvolto negli ultimi due anni una serie di città europee. La somministrazione controllata di sostanze proibite ha dato risultati significativi: diminuzione delle morti per overdose e del contagio da Aids, crollo della micro-criminalità
(IL MANIFESTO, 15 maggio 1992)
La Svizzera ha sancito la fine del proibizionismo. Proprio dal regno del riciclaggio, dalla città-lavanderia dove le casseforti e le finanziarie danno una mano consistente al narcotraffico, viene oggi un segnale importantissimo. Togliere il valore economico alle sostanze oggi proibite - ci dice questo messaggio - vuol dire colpire a morte la mafia. E vuol dire anche altre cose. Lo hanno capito le autorità svizzere - la decisione è stata presa dal governo centrale di Berna - che distribuiranno ai tossicodipendenti eroina, morfina e metadone sotto controllo medico: rispettando così la scelta del singolo, aiutandolo a condurre un'esistenza normale, un normale rapporto con il mondo degli affetti e con quello del lavoro, lontano dalla necessità quotidiana del denaro, lontano da spacciatori e narco-mafiosi.
L'esperimento-pilota, che inizialmente riguarderà solo 500 tossicodipendenti, è il risultato di un ampio dibattito, ("mozione di Francoforte") che ha coinvolto negli ultimi due anni una serie di città europee. In quelle città (la prima è stata Liverpool, fin dal 1985) la somministrazione controllata di sostanze proibite ha dato risultati significativi: diminuzione delle morti per overdose e del contagio da Aids, crollo della micro-criminalità. Ed è stata proprio Emilie Lieberherr, la combattiva assessore ai servizi sociali di Zurigo - la stessa che ha mostrato al mondo, con il ghetto di Platzspitz, la scena del proibizionismo a cielo aperto - a imporre il suo progetto di legalizzazione all'intero parlamento svizzero.
Eppure, nello stesso giorno, quasi a dimostrare l'andamento a macchia della politica sula droga, a Strasburgo i socialisti italiani e spagnoli, in rotta con i colleghi di partito delle altre nazioni, hanno operato un piccolo colpo di mano: sono riusciti a rovesciare gli equilibri, all'interno di una commissione del Parlamento europeo, e ottenuto (con soli 135 voti contro 121) una decisione contro la legalizzazione. Lasciando così isolate tutte le piccole e grandi municipalità che faticosamente, in questi anni, hanno costruito un diverso "ordine" sociale, non emarginando i tossicodipendenti, dando loro possibilità di vita e di lavoro e consentendo anche all'intera popolazione di uscire dall'ansia di essere aggredita e scippata a causa del prezzo gonfiato delle droghe proibite.
I proibizionisti sono "obiettivi alleati della mafia", ha detto l'eurodeputato socialista francese Scwartzenberg. Come si può definire diversamente chi, come il governo-fantasma italiano, insiste nella sua fallimentare politica, pur sapendo che nel nostro paese il commercio di droghe proibite frutta alla mafia 40 mila miliardi l'anno?