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Il Partito Nuovo - 31 maggio 1992
Centosei Paesi uccidono

SOMMARIO: La pena capitale è ancora prevista in 143 Stati della comunità internazionale su 187 (in 127 per reati comuni e in 16 solo per reati eccezionali). In 106 Paesi viene eseguita. Nel 1991, 2.086 detenuti sono stati giustiziati in 32 Paesi e 2.703 sentenze di morte sono state emesse in 62 Paesi.

(IL PARTITO NUOVO - N. 7 - MAGGIO 1992)

Negli Stati Uniti le legislazioni di 36 Stati prevedono la pena capitale. Sono 2.547 i prigionieri in attesa di esecuzione, di cui 32 minorenni.

Ai condannati a morte viene riservato il trattamento disumano della segregazione per anni nei »bracci della morte prima di essere giustiziati, in alcuni casi attraverso pratiche di esecuzione che si risolvono in una lunga agonia. Vengono condannati a morte anche i minori, le donne in gravidanza e i malati di mente.

Furio Colombo, editorialista del giornale italiano »La Stampa , ha inviato al Congresso del PR un intervento, nel quale, tra l'altro, afferma: »Non posso non domandarmi come mai la pena di morte sia accettata, adottata e applicata negli Stati Uniti, un Paese di esemplari tradizioni civili e democratiche. Si tratta di uno spaventoso equivoco, culturale e morale. Argomenti arcaici, di origine e natura religiosa, si sono trasferiti nel contesto politico e si sono imposti, almeno temporaneamente, a gran parte dell'opinione pubblica. Chiedo di non usare l'argomento della pena di morte come un'occasione per scagliarsi contro l'America, ma, al contrario, di non smettere di esercitare qualunque pressione, di dar vita al più vitale e intenso dei movimenti anche come gesto di collaborazione con quella parte dell'opinione pubblica americana che si oppone alla pena di morte .

Henry Schwarzschild, leader della »ACLU (»Unione americana per le libertà civili ), anch'egli intervenuto al Congresso, ha dichiarato di guardare con speranza al nostro progetto, in particolare ai riferimenti istituzionali e parlamentari.

Europa

Nella Comunità Europea, Grecia e Belgio mantengono la pena capitale per i reati ordinari, anche se non la applicano da diverse decine d'anni; Italia, Belgio, Grecia, Spagna e Regno Unito la prevedono per i reati eccezionali; Belgio, Grecia, Irlanda, Regno Unito non hanno ancora firmato o ratificato i Patti internazionali.

Tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa, mantengono la pena di morte Cipro, Malta e Svizzera per i reati eccezionali, Turchia e Polonia per i reati ordinari ed eccezionali. Tra i Paesi europei membri della CSCE, la mantengono la Bulgaria, le Repubbliche dell'ex Unione Sovietica (eccezion fatta per la Georgia), Lituania, Estonia, Lettonia, Albania, Serbia e Montenegro.

Nei Paesi della ex-Urss, si sono verificate 208 esecuzioni nel 1990, quasi tutte nella Repubblica Russa e in Ucraina, dove 80 condannati sono oggi in attesa di esecuzione, mentre la riduzione da 18 a 5 delle fattispecie criminose per le quali è ammessa la pena di morte, decretata nel luglio '91 dal Soviet Supremo dell'Urss, è stata recepita, dopo lo scioglimento dell'Unione Sovietica, solo da alcune delle Repubbliche.

Africa

La stragrande maggioranza dei Paesi africani pratica la pena di morte e la tortura nella maniera più ampia e sistematica e, nonostante alcune recenti acquisizioni e tendenze verso l'abolizione, ad oggi sono solo 11 gli Stati abolizionisti o che non eseguono sentenze capitali da almeno dieci anni.

 
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