di Adrian TeacSOMMARIO: In questo articolo apparso sul giornale romeno Mesagerul, il giornalista inviato all'assemblea radicale di Poiana-Brasov si interroga e si risponde sul Partito radicale transnazionale.
(Mesagerul - Brasov, giugno 1992)
Il cosiddetto "congresso del Partito radicale " che abbiamo trovato con molta difficolta all'Hotel Ciucas di Poiana Brasov è stato in realtà una semplice presa di contatto tra i membri e i simpatizzanti del già nominato partito in Romania. Per il giornalista l'importante è stato rendersi conto di: cosa e' in realtà questo Partito ?
Dopo aver assistito a molte discussioni, abbiamo contattato alcune persone fra quelle presenti e anzitutto Olivier Dupuis, responsabile per l'Europa dell'Est e capo redattore della pubblicazione del partito "Radical Letter"; posso dire che mi sono fatto una immagine di questo partito assolutamente insolita.
Sono venuto a sapere in questa occasione che il PR è all'origine un partito nato in Italia 50 anni fa dall'iniziativa di due combattenti antifascisti che sognavano allora la federalizzazione dell'Europa. Praticamente, il Partito Radicale è rimasto nel suo paese di origine una formazione minore con qualche migliaia di membri, ma che è riuscita a far aderire all'idea iniziale qualche uomo politico e personalità culturale e scientifica europea. Le ultime iscrizioni di prestigio: Gore Vidal scrittore e sceneggiatore, e George Wald, Premio Nobel in medicina nel 1967
Le azioni basilari del partito, auto-intitolatosi visionario e nonviolento, sono state riprese quest'anno al Congresso di Roma nel mese di maggio
Sono state accennate azioni contro il pericolo mortale degli stati nazionali, contro le droga e la pena di morte, per una lingua federale (l'esperanto) che deriva dall'idea di una democrazia linguistica. Ho saputo ancora che è in via di costituzione "Il Transpartito transnazionale" cosi' come il fatto che "i 5 milioni di dollari stanno per finire", il che metterebbe in pericolo l'apparizione delle pubblicazioni del PR.
Estremamente suggestiva e' anche la situazione delle iscrizioni al Partito Radicale, nella prima parte dell'anno in corso: 8 nell'Europa Comunitaria, esclusa l'Italia, 1070 in Italia, 766 nell'Europa non comunitaria (specialmente nella Russia, nell'Ucraina, nell'Azerbaidjan, in Croazia, Romania, Ungheria), nessuna iscrizione in Africa, 2 in America (Nord e Sud), 10 in Asia. Secondo questa situazione, eccetto l'Italia, dove è nata l'idea, il Partito Radicale Transnazionale sembra costituito da iscritti dell'Europa dell'Est !
Tornando alla riunione dell'Hotel Ciucas ho notato con sorpresa che fino a questo momento si sono iscritti al PR 51 parlamentari rumeni, di quasi tutti i partiti rappresentati nel nostro foro legislativo ! Ecco qualche nome: FSN: Ionel Ardelean, Elena Ene, FDSN: Constantin Ivanovici, M. Bodea, MER: Ioan Ietcu, PER: Tatiana Grigorescu, UDMR: Erno Borbely, PSDT: Vasile Lascu, PDAR: Valeriu Pescaru, Dumitru Teaci, PNL: Viorica Edelhauser, PNL-A: Daniela Crasnaru, PUNR: Dumitru Pop, Partito Romania Mare: Gheorghita Lupau, cosi come dalle minoranze (A. Lintzmaier per i polacchi, Gh. Raducanu per i rom, St. Tcaciuc per gli ucraini, Anton Nicolau per greci, ecc.).
Nel quadro della riunione si è parlato molto e su qualsiasi cosa, però pochissimo sugli scopi perseguiti dal PR: costituzioni, il declino dell'economia rumena, il prezzo della benzina, Cicciolina, le atrocità dei russofoni in Bessarabia. Ho avuto la sensazione che molti fra i presenti, inclusi i parlamentari, non avessero neanche idea di che cosa si occupasse il partito al quale avevano aderito proprio allora !
Non voglio essere malinteso: non contesto gran parte delle intenzioni nobili, annunciate tramite il programma di questa organizzazione politica transnazionale, e neanche voglio credere -senza prove - che dietro di essa si troverebbero, come altri hanno scritto, delle forze occulte che desidererebbero la spartizione del nostro paese. L'impressione con cui sono partito da questo "meeting" - organizzato, non ho capito perché, in un'atmosfera di sospetto, lontano "dagli occhi e dalle orecchie" della stampa -, è stata che tutta questa storia che si chiama "Il Partito Radicale Transnazionale" sia una utopia, basata su qualche parola bella, in grado di attrarre, però, numerosi parlamentari, ma - attenzione! - solo dall'Europa dell'Est!
Di quest'idea non mi sono sbarazzato neanche dopo l'intervista con il signor Olivier Dupuis, sulla quale ritornerò.