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Diacon Vasile, Drugus Liviu - 1 luglio 1992
MEZZI E FINI
Intervista a Vasile Diacon

a cura di Liviu Drugus

SOMMARIO: L'articolo apparso sul quotidiano moldavo Sfatul Tarii riporta una intervista al deputato rumeno Vasil Diacon, filologo e giurista, consigliere federale del PR

(Sfatul Tarii, Chisinau (Kishinev, Moldavia), luglio 1992)

La futura Europa federale sarà una Europa delle nazioni riunite.

* Chi accetta il divorzio e l'aborto è anticattolico e un virtuale membro del partito.

* La transnazionalità, cioè l'integrazione economico-politica come pure la federalizzazione dell'Europa.

* I rumeni non possono essere gli artefici della futura Europa, ma devono accompagnarvisi.

* Il neocomunismo è il certificato di inadattamento al nuovo.

* Attenzione ai grandi movimenti svoltisi sul piano politico europeo.

Liviu Drugus: Hai partecipato al congresso di Roma del Partito Radicale. Quali sono i tratti che definiscono questo movimento ?

Vasile Diacon: Il PRT risale all'ex Partito Radicale Italiano che ha vinto due grandi battaglie: la legge del divorzio e la legge che legalizza l'aborto.

Queste leggi furono adottate contro la corrente cattolica governante, la quale non concepiva (e non concepisce tuttora) il divorzio e l'aborto. Di conseguenza, l'essenza primaria del PRT è costituita dall'anticlericalismo, dall'anticattolicesimo, cio' che ha un grandissimo numero di adepti tanto in Italia quanto all'estero.

Il PRT lotta per la federazione dell'Europa secondo il modello americano, tedesco o delle altre federazioni esistenti sul mappamondo.

Da questo punto di vista considero che ci troviamo accanto agli artigiani della futura Europa.

Se noi, i romeni, non potremo determinare il futuro europeo, allora obbligatoriamente dobbiamo essere accanto a quelli che influenzano questo futuro.

In realtà, il PRT non è un partito, ma un movimento. Al Congresso di Roma ho argomentato perché questo si chiami Movimento paneuropeo oppure Movimento per la ristrutturazione dell'Europa.

Nella misura in cui nella sua composizione entrano rappresentanti di 79 partiti, senza pero' che la piattaforma di alcuno sia assimilata, il PRT non è pertanto un partito.

L.D.: Quali furono le reazioni dei colleghi parlamentari di fronte agli inviti di adesione all'edificazione della futura Europa ?

V.D.: Una buona parte dei parlamentari sono membri di questo movimento il quale persegue la federazione dell'Europa, una lingua europea comune (l'esperanto), l'abolizione della pena di morte e l'antiproibizionismo.

Purtroppo, ci sono ancora molti parlamentari e giornalisti che sono ancora debitori alla mentalità comunista.

Considero che senza integrarci nelle strutture europee, noi, i rumeni, rimarremo sempre marginalizzati. Ho partecipato in qualità di osservatore alle elezioni in Albania, dove ho sentito la sgradevole affermazione che i rumeni sono attualmente i rappresentanti del neocomunismo europeo.

Dobbiamo, in quanto ci riguarda, fare un analisi piu' profonda e vedere quali cambiamenti devono essere effettuati per non restare gli ultimi dell'Europa.

L.D.: Esistono opinioni che affermano che l'immagine negativa della Romania nel mondo è dovuta in primo luogo al "vertice"...

V.D.: Si', penso che le persone (in primo luogo, la persona) che rappresentano il vertice della Romania dovrebbero attivarsi soltanto per appoggiare e per favorire il rumenismo e smettere di anteporre i propri interessi o quelli dei rappresentanti della nomenclatura comunista.

L.D.: Come si spiegano le riserve esistenti rispetto agli intenti e alle finalità politiche del PRT ?

V.D.: In Romania si è già creata un immagine sfavorevole concernente questo movimento, soprattutto da parte di alcune pubblicazioni (vedi l'articolo del giornale "Romanul"...) che insistono nel ribadire l'idea che gli obiettivi di questo movimento potrebbero avere influenza negativa. Si fa una similitudine, un paragone tra la federazione Yugoslava e la stato unitario rumeno, cio' che è, in effetti, una grossa aberrazione.

Nel novembre del 1991, a Zagabria, abbiamo dimostrato qual'è il significato della spazio rumeno, cos'è la Repubblica di Moldavia e soprattutto cosa significa la Transilvania, che è terra ungherese ricevuta in dono alla fine della prima guerra mondiale.

L.D.: Cosa è successo a Roma al congresso del PRT ?

V.D.: A Roma hanno partecipato rappresentanti da 41 paesi (1500 delegati, nella maggioranza parlamentari); la delegazione ex-sovietica (150 deputati) si è rimarcata: sebbene i suoi deputati rappresentassero delle repubbliche indipendenti, nella maggioranza erano russi o filorussi.

Questi hanno scatenato un attacco sincronizzato concertato contro la Repubblica di Moldavia, evidenziandosi in questo senso l'estone di origine russa Alexei Zibin e i russi Lev Ivanov e Dimitri Zapolski. Loro hanno portato una videocassetta per il tramite della quale volevano dimostrare che nella spazio moldavo del TransDniestr i diritti delle minoranze e soprattutto dei russi non sono osservati.

Sfortunatamente, la Moldavia non ebbe nessun parlamentare quale rappresentante, cosi' che noi romeni di Bucarest ci sentimmo obbligati a smontare punto per punto la "dimostrazione" dei filorussi ex-sovietici..

Alla fine nessun partecipante mostro' un interesse particolare per la cassetta in discussione; anzi pare che, indubbiamente, la cassetta fosse contraffatta.

Mentre l'estone Zibin discorreva, un kirghizo che stava al mio fianco disegno' su un pezzo di carta un orso molto grande che aveva le zampe posteriori piantate nell'Asia e le zampe anteriori laceravano profondamente il corpo delle Moldavia nella sua parte russa.

Ho ben capito in questa circostanza che l'imperialismo sovietico, attraverso le affermazioni dell'estone Zibin non si coniuga con l'idea di perdere la Transdnistria e la Moldavia.

Ho suggerito a Zibin che prima di fare affermazioni cosi' ferme è meglio informarsi.

Faccio la precisazione che i lavori del congresso furono trasmessi direttamente da una postazione radio italiana, cosi' che la verità sulla Moldavia potesse essere chiaramente sentita.

Comunque, la mancanza dei deputati moldavi e il gioco delle forze pro-imperiali, è un fatto che dovrebbe costituire almeno per i deputati democratici e patrioti un argomento serio.

L.D.: Qual'e l'immagine della Romania e della Moldavia all'estero e come viene apprezzata l'attività dei parlamentari dalla parte sinistra della Moldavia da quelli di altri paesi.

V.D.: Per me fu una spiacevole sorpresa il fatto che nello spazio europeo l'imagine della Moldavia fosse assolutamente assente.

Nessuna sapeva che la Moldavia dev'essere messa in relazione colla Romania e che è attualmente il secondo stato rumeno dell'Europa.

Per quanto riguarda la zona che rappresenta una parte integrante della Repubblica di Moldavia, la soluzione conflittuale appartiene esclusivamente alla competenza delle autorità di Chisinau.

Noi rumeni non possiamo imporre una linea direttrice in questo problema, ma siamo obbligati moralmente ad aiutare i rumeni di li'. Il problema degli spazi rumeni non ancora integrati è stato discusso per la prima volta al Consiglio federale del PRT di Zagabria; in quella occasione abbiamo richiesto al deputato ucraino Vladimir Moskovska (un nome predestinato) di informare i suoi colleghi di Kiev sul nostro desiderio di affrontare una discussione amichevole riguardante i territori in causa.

La posizione rumena è una sola: la reintegrazione della Romania includendo questi spazi, ora posti sotto la giurisdizione di Kiev.

Il sig. Moskoska non diede allora nessuna risposta, ma io aspettai una risposta ulteriore. La risposta tanto desiderata fu tardiva e venne contemporaneamente alla visita della delegazione della Rada Suprema di Kiev al parlamento Romeno. In seguito a questa visita (dopo qualche giorno) abbiamo effettuato un trasporto di libri alla società culturale "M.Eminescu". In questa occasione abbiamo discusso col sig. Sanduleac (l'ambasciatore dell'Ucraiana in Romania), il quale è conosciuto nello spazio bucovino come un fervente nazionalista ucraino.

Questi consegui' una specializzazione in Romania con borsa di studio romena, ma la sua mentalità rimase ottusa e ignorante di fronte alle realtà rumena.

La conclusione non puo' essere che una: tutti i rumeni e specialmente quelli dello spazio carpato-danubiano devono essere molto attenti a quel che succede sul piano politico europeo.

 
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