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Cenan G. - 1 agosto 1992
CARICA ALLA BAIONETTA CONTRO L'ESISTENZA DELLO STATO ROMENO
di G. CENAN

SOMMARIO: Questo è il secondo episodio di una cronaca diffamatoria nei confronti del Partito radicale. Secondo il giornalista rumeno, nel ricco elenco di organizzazioni e attività che destano preoccupazione, attualmente ospitate dalla Romania, un posto speciale spetta al PRT (Partito Radicale Transnazionale, ndt) i cui scopi dichiarati sono addirittura l'annientamento dell'attuale stato rumeno per facilitare la realizzazione di alcuni obiettivi anti-rumeni e innanzitutto quelli dell'irredentismo magiaro. Questo "articolo" si collega molto di più ad una "nota" dei famigerati servizi segreti che ad un normale lavoro giornalistico. Il Partito radicale ha incaricato il suo legale a Bucarest di intraprendere tutte le procedure legali contro il responsabile della testata e contro l'autore dell'articolo.

(Spionaj si Contraspionaj, Bucarest, agosto 1992)

Oggi più che mai la Romania è oggetto di vaste azioni destabilizzanti dall'estero, le quali hanno come scopo di minare gradualmente e totalmente la sovranità di stato, l'indipendenza e l'integrità territoriale del Paese. Facendo abilmente e senza scrupolo uso delle condizioni offerte dalla scarsa capacità di difesa, causata dalla globale soppressione, senza una giusta selezione, delle strutture di difesa esistenti in Romania prima della rivoluzione e dalla neutralizzazione di quelle nuove tramite il timore e la limitazione, delle forze estere di vecchia o più nuova tradizione di azioni anti-rumene, hanno messo in scena modalità segrete o aperte per raggiungere tali mete antirumene. I mezzi ed i metodi usati sono diversissimi - dalle mosse della politica e della diplomazia segreta alle azioni proprie dei servizi di spionaggio a cui si sono affiancante, sotto la stessa guida e allo stesso scopo, le attività clandestine oppure aperte ma abilmente dissimulate della frammassoneria, delle società e degli ordini se

greti - l'ordine dei cavalieri di Malta etc, nonché delle organizzazioni religiose anti-ortodosse, dal cattolicesimo alle sette più strane ed alle aberrazioni pseudo-spirituali, alcune delle quali sono vietate persino nell'India, ossia dove hanno la propria origine.

Nel ricco elenco di tali organizzazioni e attività, che destano preoccupazione, attualmente ospitate dalla Romania con la complicità, l'indifferenza o l'impotenza di quelli chiamati a difendere il Paese, a non permettere simili azioni, un posto speciale spetta al PRT (Partito Radicale Transnazionale, ndt) i cui scopi dichiarati sono addirittura l'annientamento dell'attuale stato rumeno per facilitare la realizzazione di alcuni obiettivi anti-rumeni e innanzitutto quelli dell'irredentismo magiaro. Per mettere in risalto l'ampiezza della attività anti-rumena del PRT basta indicare che le sue azioni sono sostenute direttamente o indirettamente da alcune decine di parlamentari rumeni reclutati da questo partito, i quali costituiscono ora il più forte gruppo nella camera dei deputati. La gravità della situazione è senza precedenti data la penetrazione di grande proporzione del PRT nel parlamento rumeno, quindi di un partito che dimostra di essere insieme rete di spionaggio, neo-massoneria ed organizzazione sovver

siva transnazionale e antinazionale.

In quanto organizzazione politica il PRT si considera il continuatore del Partito Radicale Italiano, il quale, creato nel 1954, cessò di esistere dopo soli pochi anni, rifondato nel 1967, il PR rinuncia alla sua appartenenza italiana, "rifiutando la dimensione nazionale quale spazio teorico e politico delle battaglie per la libertà e la democrazia" e dichiarandosi aperto ai cittadini di ogni paese. Di conseguenza il PR stabilisce come punti di riferimento l'anti-nazionalismo e l'anti-autoritarismo allo scopo di attirare le minoranze radicali di tutto il mondo. Con ciò il PR spera di trasformare programmi politici internazionalisti in un programma transnazionale, sostituendo il concetto della realizzazione di una unione mondiale tramite le masse popolari con quello dello stato mondiale (vecchio e permanente obiettivo della massoneria) il quale sarebbe costituito man mano dalle elites politiche, tramite successive federalizzazioni e comprenderebbe stati, zone, continenti. Si concepisce che in una fase iniziale

la federalizzazione verrà realizzata sulle rovine degli stati configuratisi in seguito alla seconda guerra mondiale annullando frontiere e tracciandone delle altre in base a dei criteri che omettono gli interessi nazionali e i diritti dei rispettivi Paesi a favore di obiettivi internazionali-transnazionali di provenienza massonica. Questi obiettivi sono stati apertamente delineati al Congresso dei radicali del febbraio 1987, quando si è stabilito che il PR diventi "Partito internazionale ed internazionalista". Dopo solo un anno nel gennaio 1988, a Bologna, il PR viene concepito come partito "fuori dalle frontiere, dai partiti e dalle caste nazionali, sopra le frontiere, i partiti, gli stati nazionali, aperto a cittadini di vari paesi". Avendo come principale scopo la creazione degli Stati Uniti d'Europa, secondo il modello degli USA.

Sin dall'inizio degli anni 80, il PRT ha svolto un'azione sostenuta per estendere la propria attività nell'Europa dell'Est, dove godeva dell'appoggio totale dei governanti di Budapest. Un primo obiettivo è stato lo smembramento della Iugoslavia, stato federale non-subordinato alla massoneria internazionale e al Vaticano, per creare delle entità, delle forze di sostegno al nuovo concetto di ordine europeo che possano facilitare la realizzazione degli obiettivi del nazionalismo magiaro.

Sin dagli anni 1984-1985 il PRT si è impegnato intensamente, nell'intento di destabilizzare, nella Iugoslavia, istigando ad azioni di contestazioni, distribuendo manifesti e organizzando da dietro le quinte delle manifestazioni in favore dell'autonomia etnica, dell'integrazione europea e della rinuncia alla neutralità. Le misure di difesa prese dalle autorità di Belgrado hanno compreso, tra l'altro, l'arresto e l'espulsione dell'attivista radicale Olivier Dupuis, il capo della filiale PRT per l'Europa centrale ed orientale, con sede a Budapest, noto agente della CIA e del servizio di spionaggio dell'Ungheria, nient'altro che l'attuale "responsabile" per la Romania del PRT. A simili azioni "non-violente" di tipo "gandhiano" ne sono seguite altre ancora di organizzazione clandestina del PRT in Croazia - e poi nelle altre repubbliche iugoslave - ed il sostegno diretto, prevalentemente attraverso l'Ungheria, delle azioni militari dei separatisti croati e di altre etnie, ciò che, insieme ad altre simili azioni in

traprese dall'estero contro l'unità dello stato iugoslavo avrebbe portato allo smembramento della Iugoslavia e allo scopo della guerra civile in questo Paese. Per definire la politica e gli obiettivi del PRT è sufficiente ritenere il fatto che la situazione raggiunta nella Iugoslavia viene considerata dai "transnazionali" come un loro grosso successo.

Gli inizi dell'attività del PRT in Romania si legano allo svolgimento degli avvenimenti di Timisoara della fine del 1989, e particolarmente nell'ispirare tentativi di autonomia fatti da alcuni circoli politici locali controllati da Budapest. Subito dopo la cessazione degli scontri stradali, quando sono incominciati i giochi politici, il PRT, insieme alle autorità di Budapest hanno mandato degli emissari a Timisoara ed in altre città della Transilvania per raccogliere adepti e creare delle filiali del PRT nella zona e per determinare nuovi raggruppamenti politici ed assumere e sostenere gli obiettivi federalisti dei "transnazionali", favorendo gli scopi dell'irredentismo magiaro. Queste azioni sono state organizzate dal Centro di Coordinamento per l'Europa centrale ed orientale del PRT, con sede a Budapest, al quale spetta il compito di far proliferare la politica transnazionale in Romania in generale, e specialmente nella Transilvania. Il capo di questo centro, il belga O. Dupuis insieme con Emil Iovanescu,

romeno transfuga in Ungheria, raccolto dai servizi di spionaggio magiaro, ha visitato numerose volte le città di Timisoara, Cluj Napoca, Tirgu Mures, i distretti di Covasna, Harghita e altre zone della Transilvania, allo scopo di reclutare dei sostenitori degli obiettivi transnazionali, federalisti e anti-rumeni e di intraprendere delle azioni destabilizzatrici, le quali rendano agevole la realizzazione di tali scopi. Di conseguenza:

1. In Romania sono stati creati dei "punti di informazione" ai seguenti indirizzi: Sorina Alexandru, Bucuresti, Str. N. Grigorescu nr. 27. Bloc Y9C, Ap. 27 telefono 43 40 80, Alexandru Popescu, Brasov, Str. Crisan nr.15, Ap.1., telefono 951-14501; Petru Olteanu, Cluj, Str. Masinistilor nr. 52, telefono 95/139728; Janos Raduly, Sf. Gheorghe, Str. Revolutiei nr.10/A Ap.6., Attila Talit, Sf.Gheorghe, Str. Dealului nr.15. Bloc.27. Ap.46; Adrian Borza, Timisoara, Str. Zborului nr.16. Bloc 31, Ap.37; Rodica Liuba, Timisoara, Str. Abrud nr.23 B, Ap.8; Valentin Macsen, Ploiesti, Str. Cerculus nr. 60, telefono 971-46728.

Tramite gli emissari mandati da Budapest e i "punti di informazione" menzionati il PRT ha diffuso in Romania delle pubblicazioni stampate in Ungheria ... nonché le idee federaliste che istigano direttamente all'azzeramento della Romania come Stato unitario e alla creazione di un stato federale plurinazionale "la Repubblica Federale di Romania" nell'ambito della quale vengono immaginati "un livello di delegazione dei poteri... dallo stato centrale ... verso entità non-territoriali, entità territoriali, verso comunità etniche, culturali e linguistiche". Dal punto di vista del territorio la Repubblica Federale dovrebbe comprendere "quattro o cinque regioni a maggioranza prevalentemente romena, due regioni a popolazione mista ma con una maggioranza romena, una regione più piccola, con maggioranza magiara e, infine, un distretto federale intorno a Bucarest.

2. Subito dopo la rivoluzione gli emissari del PRT sono riusciti a reclutare dei cittadini romeni che per convinzioni politiche, a causa delle istruzioni ricevute da Budapest oppure per interessi materiali si sono arruolati in questo partito - una loggia massonico-irredentista; nel 1989 c'era un membro del PRT, nel 1990 erano 67, nel 1991 111, e quest'anno si stima il loro numero in misura molto superiore. Con poche eccezioni i membri del PRT in Romania sono parlamentari, membri della Camera dei Deputati. I più sono deputati del FSN, ferventi sostenitori di Petre Roman con il quale - se si dovessero confermare alcune notizie apparse sulla stampa rumena e straniera - s'incontrano sulle coordinate occulte della massoneria. A questi seguono, dal punto di vista numerico, dei deputati dell'UDMR, con a capo Erno Borbely, Laszlo Zsigmond, Iuliu Brendus e Ferenc Pecsi, collaboratori molto fidati di Olivier Dupuis e militanti (?) convinti della federalizzazione. La lista dei parlamentari transnazionali della Camera d

ei Deputati continua con deputati del PER (Partito Ecologista, ndt), MER (Movimento Ecologista, ndt), PSDT (Partito Social-Democratico Tradizionale, ndt) PNL (Partito Nazionale Liberale, ndt), PDAR (Partito Democratico Agrario, ndt), PUNR (Partito dell'Unità Nazionale, ndt), con quelli dell'Unione degli Ucraini e del Partito Democratico dei Rom o anche con indipendenti (forse indipendenti dall'idea nazionale) come la deputata Daniela Crasnaru.

3. Per completare l'immagine reale del PRT e per rilevare le possibili implicazioni per la sicurezza nazionale che

discendono dall'appartenenza di alcuni parlamentari rumeni a questo "partito" e soprattutto dal legame di essi con alcuni emissari budapestini della diversione transnazionale, vanno rilevati, oltre quelli che spettano alla stretta competenza del SRI (Servizio Rumeno d'Informazione: i servizi rumeni, ndt), alcuni aspetti significativi :

- Olivier Dupuis, il capo dell'Ufficio di coordinamento per l'Europa centrale ed orientale con sede a Budapest e segnalato perfino dalla stampa come un notorio agente di spionaggio al servizio di Budapest, con buoni legami al vertice dell'UDMR. La sua attività transnazionale nelle zone calde dell'Europa orientale risale ad anni prima, essendo nel 1985, come abbiamo già indicato, arrestato nella Iugoslavia per istigazione e partecipazione ad azioni anti-statali e poi implicato attivamente negli avvenimenti della Croazia.

A partire dal 1990 ha agito molto attivamente nella stessa direzione con la Società Timisoara, sotto la copertura dell'idea generosa dei diritti umani, le sue visite e le sue azioni sulle rive del Bega (fiume locale, ndt) coincidendo con alcune azioni politiche locali che perseguono l'autonomia del Banat (regione nord-occidentale della Romania, confinante con la Voivodina e l'Ungheria, ndt). O. Dupuis si è affiancato ad un gruppo di "rivoluzionari", i quali hanno dichiarato lo sciopero della fame per appoggiare il legionario Doru Braia, ed ha avuto vari incontri con rappresentanti delle organizzazioni della gioventù magiara e dell'UDMR a Timisoara, Lugoj, Sfintu Gheorghe, istigando ad azioni separatiste ed sottolineando che "la popolazione di nazionalità magiara è la sola che per ora può comprendere le idee generose del PRT".

Nel mese di novembre 1990, O Dupuis, insieme ad Emil Iovanescu, ha tentato di convincere alcuni addetti della Televisione di Timisoara ad accettare il finanziamento della loro istituzione da parte del Centro Transnazionale di Budapest, in vista della creazione di un posto privato di televisione, a due canali. Uno di questi canali, finanziato da Budapest tramite O. Dupuis e il PRT con la somma di 16 milioni di dollari, doveva diffondere in esclusiva dei materiali di propaganda transnazionale per la Romania e la Iugoslavia.

- Fidato collaboratore di O. Dupuis il profugo Emil Iovanescu è da parecchi anni un agente molto attivo del servizio di spionaggio magiaro. Dopo essere stato utilizzato intensamente, negli ultimi anni, per reclutare dei romeni che tradiscano in favore dell'Ungheria, egli si è impegnato in azioni aperte dell'irredentismo magiaro, creando e dirigendo l'organizzazione "Pro Transilvania", la quale ha come obiettivo l'annessione della Transilvania all'Ungheria. Ulteriormente egli ha formato una coppia informativa con O. Dupuis e dall'interno dell'UDMR, dei membri o simpatizzanti del PRT, ha raccolto informazioni che riguardano questioni di interesse per la sicurezza dello Stato, come sono i dati e le informazioni sulla ex-Securitate rumena, sull'attività e sugli addetti del SRI, soprattutto quelli legati al problema dell'irredentismo magiaro, informazioni sui membri del parlamento e del governo rumeno e sulla loro attività, informazioni politiche economiche e militari.

Contemporaneamente, Emil Iovanescu, insieme con il cittadino francese di origine romena Dumitru Lupascu e con altri transnazionali del Banat, molti membri della "Società Timisoara" agisce per la restaurazione della monarchia in Romania, il pro-monarchismo essendo una delle opzioni politiche del PRT. A questo scopo si basa sull'organizzazione di azioni destabilizzatrici, anarchico-estremiste, svolte a base di scripts (sic) dall'estero, inclusivamente da Budapest e sviluppate con la partecipazione dei cerchi e degli elementi di destra, un ruolo particolare spettante ai legionari.

Passando in rassegna queste peculiarità sotterranee dell'attività del PRT, appaiono alcuni elementi che mettono in risalto il legame tra esse ed alcune azioni di alcuni deputati rumeni che si oppongono alla creazione e al funzionamento efficiente del SRI. Che ci sia mai un qualche legame tra gli attacchi appassionati del deputato FSN, il transnazionale Ion Adrian Vilau contro il SRI e la sua appartenenza al PRT.

4. L'ampiezza delle azioni del PRT in Romania è dimostrata anche dalla presenza dei membri di questo partito-loggia tra i servitori dei mass-media in alcuni cerchi politici non-parlamentari. I giornalisti Sorin Rosca Stanescu, Alin Alexandru, Peter Mag, Sever Avram, etc, Smaranda Enache, membro del Consiglio Nazionale dell'Alleanza Civica, co-presidente della "Liga Pro-Europa", direttrice della rivista "Mures", agente dichiarato del "ungharismo", David Grigorescu, presidente dell'Associazione "Romania saluta Europa", Vladut Nisipeanu, presidente del fronte Democratico di Romania, e molti altri ancora, presenti sulle liste del PRT.

5. E' diventato sempre più evidente che l'interesse del PRT per la Romania aumenta man mano che la situazione politica ed operativa delle zone confinanti prende una svolta sempre più radicale e ... transnazionale. Quando gli avvenimenti della Iugoslavia hanno delineato chiaramente la prospettiva dello smembramento di questo stato federativo, essendo intenzione degli autori di scenari e dei registi stranieri, compresi quelli del PRT e dell'Ungheria, di tracciare in seguito nuove frontiere, la preoccupazione di Budapest e del PRT di far smembrare la Romania creando delle enclaves autonome in base a dei criteri etnici è diventata più intensa. Tra l'altro questo aumento d'intensità si è concretizzato nell'elaborazione di un programma dell'UDMR con l'obiettivo di ottenere la piena autonomia di ogni zona o località della Romania dove gli ungheresi costituiscono più del 50% della popolazione. Contando su appoggi dall'estero e sull'indecisione di alcuni fattori responsabili romeni, il PRT e Budapest si propongono di

battere il ferro finchè è caldo.

Contemporaneamente, nella stessa maniera di concepire le cose, il PRT si preoccupa del destino della parte orientale della Romania, del futuro della Bessarabia e della Bucovina. In conformità con i reperti stabiliti dagli scenaristi transnazionali, la Transnistria dovrà diventare uno stato indipendente mentre la Bessarabia e la Bucovina, se lo desiderano, si affiancheranno alla Romania in quanto stati a sè stanti, nel quadro di una federazione disposta a rinunciare alle proprie frontiere e ad altri attributi di uno stato indipendente per entrare a far parte dagli Stati Uniti d'Europa.

Queste idee diversionistiche sono state recentemente lanciate al 36esimo Congresso del PRT tenuto a Roma, nel quadro di un ampio registro tematico che comprende gli obiettivi attuali di questo partito transnazionale: federalismo, droga e antiproibizionismo, abolizione della pena di morte, introduzione di una lingua internazionale (l'esperanto), diritti delle minoranze nazionali, obiezione di coscienza (rifiuto di svolgere il servizio militare), azioni contestatrici tramite la nonviolenza.

Per grande soddisfazione del PRT e di Budapest, a questo Congresso hanno partecipato più di 40 deputati rumeni, membri dei partiti politici e dei gruppi etnici già menzionati, ciò che ha fatto che la "delegazione rumena" (chi gli avrà mai permesso di chiamarsi cosi?) sia stata dal punto di vista numerico al secondo posto, dopo la Croazia (54) e prima della Bulgaria (29) e della Russia (23).

Durante il dibattito, le "questioni rumene" sono state affrontate due volte, ogni volta pensando alla federalizzazione del Paese. La prima volta i deputati dell'UDMR hanno violentemente attaccato la Romania sostenendo che "la minoranza magiara di Romania è priva di diritti costituzionali", Erno Borbely, Ferenc Pecsi, Iuliu Brendus e Zsigmond Laszlo hanno scattato i soliti attacchi anti-rumeni dell'UDMR e di Budapest, destinati a convincere il mondo della necessità dell'autonomia dei magiari di Romania. Queste menzogne spudorate sono state combattute da Anton Lintzmayer, il rappresentante della minoranza polacca in Romania nella Camera dei Deputati, anche egli partecipante al congresso, il quale ha affermato che "la Romania è tra i pochi paesi in cui i problemi delle minoranze sono stati risolti praticamente in maniera radicale". Un altro "momento rumeno" caldo si è avuto grazie ai transnazionali russi i quali hanno presentato delle videocassette e delle dichiarazioni sulle cosiddette violazioni dei diritti u

mani nella Transnistria e nella Repubblica di Moldavia, chiedendo la creazione di una repubblica "del Niestr" per proteggere i russi della zona e la revisione delle frontiere con l'ex-URSS. Nell'ambito di tali falsificazioni si è sostenuto durante il congresso la necessità di riconoscere l'autonomia della Transnistria e di chiamare all'ordine i rumeni della Bessarabia. Nel suo insieme il congresso dei transnazionali di Roma ha costituito un momento di lancio di nuove azioni sovra-statali, ispirate e sostenute dal punto di vista logistico da alcuni centri mondiali e mondialisti di potere, interessati al ricollocamento delle zone di influenza e delle frontiere, nonostante le realtà geopolitiche riconosciute e nonostante gli interessi e i diritti degli stati nazionali. Ciò ha motivato forti attacchi contro il Trattato di Maastricht, il quale metterebbe "in pericolo la prospettiva della creazione degli Stati Uniti d'Europa, rapresenterebbe un fattore di destabilizzazione per l'intera Europa", alimentando "la ten

denza degli stati a conservare i propri interessi, poteri, le proprie forze, alleanze e particolarità" a dispetto della "visione comunitaria e comune dell'Europa".

Infine, il massimo, i nostri distinti parlamentari transnazionali hanno proposto che i lavori del futuro congresso si svolgano in Romania, in riva al mare. Per fortuna vi si è accanitamente opposto Laszlo Borbely il quale ha messo il disco di "là non si possono assicurare ai partecipanti le necessarie condizioni di vita e di sicurezza".

6. Le azioni intraprese e gli scopi perseguiti dal PRT in Romania fanno collocare questo partito-loggia dentro un concerto di forze europee che "lavorano" all'annientamento della sovranità, dell'indipendenza e dell'unità statale della Romania, a favore di un nuovo ordine mondiale e dei circoli nonché degli interessi stranieri i quali hanno determinato la destabilizzazione e i confronti armati fratricidi degli ultimi anni e che durano tuttora. A far scattare questi disastri nazionali e zonali hanno lavorato e tuttora lavorano, accanto al PRT, la chiesa cattolica, i grandi servizi di spionaggio occidentali nonché quello russo e quello magiaro, la massoneria mondiale, senza differenza di rito o di obbedienza, all'Ungheria spettando il ruolo di rampa di lancio delle azioni che mirano sul centro e l'Est europeo, in primo luogo la Iugoslavia e la Romania.

Dato il carattere diversionistico, sovversivo dell'attività del PRT, il pericolo evidente per la sicurezza dello stato di quanto è stato intrapreso contro la Romania, l'impegno in quelle azioni - con ovvio carattere penale - di parlamentari rumeni e non solo, si impone che il parlamento, la Procura e il SRI agiscano insieme per troncare ogni tentativo anti-statale e anticostituzionale.

 
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