di Marco TaradashSOMMARIO: Nel corso dell'agosto 1992 si è aperto sulla stampa un dibattito sulla legalizzazione della droga. Marco Taradash, intervenendo su Paese Sera, afferma che l'approvazione da parte della Camera di un ordine del giorno che impegna il governo ad aprire, in sede nazionale e internazionale, la discussione su proibizionismo e antiproibizionismo, è un fatto positivo di eccezionale importanza. Ma è necessario non rimandare ad un lontano futuro la soluzione del problema e fare invece subito alcune cosa tra cui sperimentare la distribuzione controllata di eroina, e altre sostanze stupefacenti, consentire la prescrizione medica del metadone, sottrarre subito al mondo criminale il mercato delle droghe cosiddette leggere, abolire la dose media giornaliera, distribuire siringhe sterili anche in carcere e scarcerare i malati di Aids.
(PAESE SERA, 7 agosto 1992)
L'approvazione da parte della Camera, col parere favorevole del governo, di un ordine del giorno, sottoscritto da parlamentari di tutti i gruppi tranne il Msi, che impegna il governo ad aprire, in sede nazionale e internazionale, la discussione su proibizionismo e antiproibizionismo, è un fatto positivo di eccezionale importanza. C'è però il rischio, che qualcuno potrebbe già cominciare a coltivare come strategia, di trasferire in un futuro indeterminato e in una sede remota anche una responsabilità che è tutta italiana, di trovare, oggi e nei prossimi mesi, non domani o fra dieci anni, la risposta politica democratica alla potenza e prepotenza della narcomafia. Il Cora (Coordinamento radicale antiproibizionista) ha da tempo indicato le cose che è possibile fare qui e ora.
1. Occorre sperimentare, in un numero significativo di città, la distribuzione controllata di eroina, e altre sostanze stupefacenti, secondo il modello in atto dal 1986 a Liverpool e, in forme analoghe, in altri 20 distretti sanitari della Gran Bretagna, e, dal prossimo autunno, in Svizzera.
2. Il metadone, come altri farmaci di sostituzione, deve essere fornito da tutti i servizi antidroga e prescritto dai medici di fiducia, nell'ambito di un programma sanitario che punti anche a separare la persona dipendente dal mondo criminale.
3. Occorre sottrarre subito al mondo criminale il mercato delle droghe cosiddette leggere, la cui legalizzazione di fatto, sperimentata in Olanda ormai da anni, non ha provocato alcuna conseguenza negativa. In ogni caso, e da subito, per i consumatori di cannabis, (ivi compresi i coltivatori di piccole quantità non a scopo di lucro) va esclusa ogni sanzione penale.
4. Va abolita la norma sulla dose media giornaliera, contenuta nella legge Jervolino-Vassalli, che trasforma automaticamente un consumatore di sostanze stupefacenti in uno spacciatore.
5. In tutte le città devono essere messe a disposizione degli utenti macchine per la distribuzione automatica delle siringhe sterili in cambio di quelle usate.
6. Nel carcere entra l'eroina, ma non le siringhe, né i preservativi. Per quanto possa sembrare incredibile, non entrano neppure, nella maggioranza dei casi, i medici delle Usl. Il rischio Aids è di conseguenza altissimo. Oltre a garantire le convenzioni tra carceri e Usl, occorre garantire la possibilità d'uso di siringhe e preservativi per i detenuti, tutelandone l'anonimato.
7. I detenuti malati di Aids vanno scarcerati, e devono essere assicurate condizioni igienico-sanitarie adeguate per i sieropositivi.