di Gabriele PaciSOMMARIO: Nel corso dell'agosto 1992 si è aperto sulla stampa un dibattito sulla legalizzazione della droga. Gabriele Paci intervista l'ex Magistrato Giuseppe Ayala che afferma che si giungesse a legalizzare la droga "le cosche sarebbero costrette a spostarsi in altre attività illecite, che danno però un reddito molto inferiore".
(EUROPEO, 14 agosto 1992)
Infliggeremmo un duro colpo alla mafia, quanto duro dipende dall'ampiezza del mercato in cui si legalizzerà. Il processo per essere efficace dovrebbe investire un'area geografica ed economica ampia. Sarebbe infatti necessario che quantomeno alcuni grandi Paesi europei prendessero contemporaneamente questa strada, altrimenti sarebbero limitati gli effetti positivi e ce ne sarebbero di negativi".
E' l'opinione di un esperto alto rango, l'ex magistrato Giuseppe Ayala, oggi deputato del partito repubblicano.
A quanto ammonta il giro d'affari della mafia per la droga in Italia? Le stime parlano di molte migliaia di miliardi.
"Non ho motivo di dubitare di queste cifre, ma non conosciamo il quadro nei dettagli. Posso però fare un esempio: agli inizi degli anni Ottanta una singola famiglia mafiosa aveva in una banca di Lugano un giro di 55 milioni di dollari. L'abbiamo accertato in base alla documentazione bancaria. Al valore di allora del dollaro significa 110 miliardi di lire. Dieci anni fa e per una singola operazione".
Come magistrato lei si è scontrato direttamente con il rapporto fra mafia e droga...
"Il processo alla Pizza Connection che si è svolto all'inizio degli anni Ottanta permise di individuare la collocazione di grandi quantità di eroina sul mercato statunitense. E' stata la dimostrazione che la mafia opera in un quadro internazionale.
Quali strumenti ha a disposizione la magistratura per stroncare il traffico illegale?
"Agli inizi degli anni Ottanta Giovanni Falcone costruì il processo contro Rosario Spatola tutto sul riscontro documentale, bancario dei proventi del traffico di droga. La droga, una volta distribuita, può non lasciare traccia, ma il percorso del denaro può essere egualmente individuato attraverso il riciclaggio bancario e parabancario".
Nel caso si giungesse a legalizzare la droga, la mafia potrebbe però restare ugualmente nel mercato, sia pure con interessi diversi.
"A quel punto solo in maniera molto marginale, in piccole sacche che non preoccuperebbero. Le cosche sarebbero costrette a spostarsi in altre attività illecite, che danno però un reddito molto inferiore.