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Credazzi Guido, Pannella Marco - 22 agosto 1992
PANNELLA: "Vedo ricchi i politici che han fatto carriera"
Il leader radicale chiede di controllare chi occupa posti di potere e vuole un'indagine contro "i profitti di regime.

Intervista a Marco Pannella di Guido Credazzi

SOMMARIO: Marco Pannella precisa le sue affermazioni circa la necessità di aprire un'inchiesta sul tenore di vita dei cinquecento politici più in vista. Propone la costituzione di una Alta autorità, di una commissione d'inchiesta che indaghi sui profitti di regime, sugli illeciti arricchimenti della classe dirigente, politica e non politica, a partire da cinquecento tra ministri, segretari di partito, grandi sindaci.

(CORRIERE DELLA SERA del 22 agosto 92)

"Ma non ci penso davvero, a fare la lista dei politici cattivi, che rubano, vivono nel lusso e magari non pagano nemmeno le tasse! Per fare un controllo del genere è necessaria una legge, regolarmente voluta dal Parlamento, e ad occuparsene deve essere una apposita commissione di inchiesta".

Si era avuta l'impressione, onorevole Pannella, che lei avesse già pronto un elenco di politici corrotti o quanto meno disinvolti.

"Nemmeno per sogno. Il problema è solo di metodo. Chiaramente, quello dei politici è un ceto sul quale sarebbe importante sapere qualcosa di più, prima di deliberare, o di esprimere giudizi. Tanto più che io sono da sempre contrario ai processi giacobini, di piazza. Ecco perché sarebbe necessaria una indagine mirata".

Bisogna ricordare che alcune dichiarazioni di Pannella, nel corso di una conferenza stampa svoltasi giovedì in una sala del Palazzo di Montecitorio pressoché deserto, avevano fatto grande scalpore. Era stato infatti annunciato che il leader radicale vuole aprire un'inchiesta sul tenore di vita dei cinquecento politici più in vista (fra i quali si è inserito, per comprensibile civetteria). "Per porre concretamente - aveva spiegato - il problema di quale è il costo della politica: la gente deve capire come vivono i politici, perché è chiaro che il costo della politica non è uguale per tutti".

Ora il capo della "Rosa nel pugno" vuole precisare la portata delle sue affermazioni. Ed è inutile cercar di sapere quali sono, secondo lui, i politici che andrebbero investigati e controllati. Il leader radicale non raccoglie la provocazione (perché farsi dei nemici?), e spiega: "Si può procedere con il metodo del campione, prendere i ministri, i sottosegretari, gli ex ministri, i parlamentari più importanti, i segretari di partito, i sindaci e gli assessori delle maggiori città, i presidenti e dirigenti dei più grandi enti pubblici".

- E come ci si potrebbe arrivare?

"Da tempo chiediamo l'istituzione di un'Alta autorità che indaghi sui profitti di regime, sugli illeciti arricchimenti della classe dirigente, politica e non politica, a cominciare, appunto, da cinquecento tra ministri, segretari di partito, grandi sindaci. Ma quando ne ho parlato, tutti hanno fissato l'attenzione su quel numero, cinquecento, pensando che io avessi già la lista in tasca.

E invece?

"Lo ripeto, non è compito mio. Noi radicali chiediamo che, sulla base di una legge regolare, si indaghi scientificamente e analiticamente sugli uomini che occupano i maggiori posti di potere, e si decidano sanzioni che la legge deve prevedere espressamente".

- Ma lei davvero non pensa a qualcuno in particolare?

"Un fatto è certo. Quando mi guardo intorno, e vedo i personaggi più rappresentativi degli ultimi quindici o vent'anni, mi rendo conto che la carriera politica ha letteralmente ribaltato la condizione sociale ed economica di alcuni protagonisti, con arricchimenti che mi sembrano a dir poco inspiegabili".

A qualcuno però Pannella certamente fa riferimento, anche se nomi per questioni di gusto preferisce non indicarne.

In un'intervista al Giornale ha infatti detto: "Da casa mia vedo le abitazioni di autorevoli colleghi in lussuosissimi appartamenti di enti previdenziali, concessi a condizioni non di mercato". E a due passi dalla casa di pannella (quinto piano senza ascensore) in Via della panetteria, dietro Fontana di Trevi, c'è la splendida residenza del presidente della DC De Mita, attico e superattico in Via in Arcione. Comunque, per non fare discriminazioni, il parlamentare radicale chiede ora che sia promossa un'altra inchiesta: "Sui criteri d'affitto dei patrimoni immobiliari dei vari enti statali e parastatali, Ina, Enasarco, Enti pubblici, banche e banchette".

 
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