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Gentili Alberto, Pannella Marco - 11 ottobre 1992
PANNELLA: "SAREBBE SOLO UN ATTO SUICIDA FAR CADERE ADESSO IL GOVERNO"
Il leader radicale spiega perchè per la prima volta ha deciso di votare la fiducia ad un esecutivo, quello di Amato.

di Alberto Gentili

SOMMARIO: "Chi ha votato contro la fiducia l'ha fatto sapendo che il governo non sarebbe stato battuto". "Tutti sapevano che se venerdì, alle otto di sera, fosse stata votata la sfiducia e quindi fosse stata aperta la crisi la lira in tutti i mercati finanziari sarebbe crollata come non mai". "Oggi con atto unilaterale stiamo dimostrando che cosa debba fare un'opposizione democratica e socialmente responsabile".

(IL MESSAGGERO, 11 ottobre 1992)

Onorevole Pannella, votando la fiducia all'esecutivo presieduto da Giuliano Amato ha commentato: "Per la prima volta nella mia vita ho votato, con assoluta convinzione, la fiducia al governo". Non ha però detto cosa ha provato...

M.P. - "Nulla di particolare, se non un senso di responsabilità confermato. Con quel voto ho sentito di applicare le stesse idee per le quali per sedici anni ho votato contro la fiducia".

Ma perchè ha pronunciato quel si, Pannella?

M.P. - "Perchè nessuno, in questo momento, può votare il "no" con onestà. Cioè nessuno può votare contro la fiducia, accettando l'idea che il "no" prevalga".

Si spieghi meglio.

M.P. - "E' semplice: chi ha votato contro la fiducia l'ha fatto sapendo che il governo non sarebbe stato battuto".

Sembra un non senso.

M.P. - "Non è vero. Il discorso è semplice. Tutti sapevano che se venerdì, alle otto di sera, fosse stata votata la sfiducia e quindi fosse stata aperta la crisi la lira in tutti i mercati finanziari sarebbe crollata come non mai. Sarebbe stato quindi l'avvio di un processo inflattivo fulminante nelle settimane, non nei mesi. E un processo del genere significava e significa una tassa feroce contro l'occupazione, i malati, i pensionati, i lavoratori. Contro tutti quelli che vanno nelle piazze a gridare "via il governo" su invito dei complici della maggioranza in questa bancarotta fraudolenta".

Chi sarebbero questi complici?

M.P. - "Parlo dei coogestori dell'Inps, dei sindacati. Si quei sindacati che hanno concorso potentemente a creare la giungla delle categorie, delle remunerazioni, delle pensioni, che ha ridotto a un colabrodo e alla bancarotta il nostro Paese".

Sembra che lei abbia votato la fiducia ed amato soltanto per evitare il disastro.

M.P. - "No, laicamente Amato ha la mia fiducia. Nel senso che un laico non è che voti per il paradiso, ma per cose concrete. Oggi toccare il governo della Repubblica, come in un periodo di altra guerra, è un atto suicida".

C'è però chi sostiene che non dovrebbe essere frenata, ma accelerare la crisi per procedere alla costruzione di un nuovo sistema...

M.P. - "Non fanno sul serio. Tanto è vero che venerdì si sono astenuti. Non la Malfa che, devo dire, neanche più lui sa quello che fa. E questo perchè anche per il governo di svolta di Occhetto è necessario un mese di tempo. E questo nessuno, ora, può permetterselo".

Con la sua posizione si è tirato addosso le critiche degli altri partiti di opposizione. In aula il capogruppo pidiessino Massimo D'Alema l'ha definita un "cane da guardia del sistema" Che ne dice?

M.P. - "I genitori di D'Alema hanno smesso di pronunciare quelle frasi nel '52. Facevano parte del lessico più beceramente stalinista e fascista degli anni Trenta contro i fratelli Rosselli. Mi sembra ora grave che il numero uno del gruppo parlamentare del Pds e il numero uno bis di questo partito, nel momento in cui perde la calma fa trasparire questo fondo che appare antropologicamente appartenere all'archetipo di altre generazioni di stalinisti".

Ma per uno che è sempre stato all'opposizione, non è di cattivo gusto anche definire "plebea" la protesta in piazza di questi giorni?

M.P. - "Ho denunciato il rischio di un uso e di una strumentalizzazione plebea di quelle manifestazioni. E questo non mi sembra becero. Dovevo dire sottoproletario?

E' indubbio che quando c'è un atteggiamento suicida, cioè quando si va in piazza convocati dai sindacati e dalle sinistre partitocratiche (cioè da coloro che hanno concorso al disastro), chiedendo che il governo vada via sapendo che questo comporterebbe danni ancora più gravi; ebbene questo in termini storiografici è una reazione plebea".

Provi a guardare un pò più in là. Dopo l'approvazione della Finanziaria sembra probabile la formazione di un nuovo governo. Quale è la sua proposta?

M.P. - "Bisognerà cominciare a occuparci, non più preoccuparci, della formazione di una maggioranza più ampia e più solida di questa.

Lo abbiamo già detto a luglio: il governo Amato non è adeguato alla gravità della situazione come dimostriamo noi che, avendo previsto giusto, oggi con atto unilaterale stiamo dimostrando che cosa debba fare un'opposizione democratica e socialmente responsabile. Tengo però a sottolineare che questa non è la posizione del partito radicale e dei radicali, ma è la posizione del Federalisti Europei e della "Lista pannella"".

Come dovrà essere il nuovo governo. Con Marco Pannella dentro? qualcuno lo indica come futuro ministro.

M.P. - "Quel qualcuno evidentemente mi ritiene un povero coglione allo sbando. Se avessi voluto diventare ministro avrei cominciato quarant'anni fa. Non adesso. Io posso solo candidarmi a costituire un governo. Ritengo di averne la capacità".

E l'Alleanza democratica di cui parlano Martelli, Segni, La Malfa?

M.P. - "Il problema è che tutti parlano di cose diverse. Se il movimento di Segni dei cattolici democratici ci farà delle proposte, le esamineremo con molta simpatia".

 
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