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Savater fernando, Serrano Anna - 26 ottobre 1992
LA PENA DI MORTE E' UNA CONCESSIONE AI TIMORI ATAVICI DELLA SOCIETA'
Intervista a Fernando Savater di Anna Serrano

SOMMARIO: In una intervista per Radio Radicale, da Madrid, Fernando Savater dà il suo parere sulla pena di morte e firma in diretta l'Appello di intellettuali e politici promosso dal Partito Radicale che condanna la decisione del Congresso degli Stati Uniti di tenere un referendum nel distretto di Colombia - Washington - per ripristinare la pena di morte, e tenere il referendum in concomitanza con le elezioni presidenziali.

(Intervista di Anna M.R. Serrano a Fernando Savater per Radio Radicale, lunedì 26 ottobre 1992)

Il Congresso degli Stati Uniti ha deliberato che in concomitanza con le elezioni presidenziali del 3 novembre prossimo si tenga nel Distretto di Columbia nel quale ha sede la capitale federale Washington - una delle 15 giurisdizioni che non hanno ancora ripristinato la pena capitale dopo la sospensione del 1972 - un referendum sulla reintroduzione della pena di morte in quel territorio. Noi abbiamo qui - in diretta dalla Spagna - Fernando Savater prestigioso filosofo, politologo e opinionista del giornale "EL PAIS", che gentilmente risponderà a qualche domanda per Radio Radicale.

- Apparentemente, il referendum è il rito non plus ultra della democrazia. Lei, però, crede veramente che il referendum sia una formula valida per decidere su questioni come i diritti umani?

- No, io credo che la democrazia si regga dalla norma delle maggioranze nei confronti di certe questioni: eleggere i rappresentanti, confermare alcune leggi civili concrete, ecc. Invece, ci sono altre questioni di fondo, questioni di principio, che sono le fondamenta stesse della democrazia; i diritti umani ecc. devono restare al di sopra delle votazioni. Voglio dire, non credo si possa utilizzare il principio delle maggioranze in questioni di principi che sono intrinseche ad una vera democrazia avanzata e illuminista, allora, la pena di morte diviene un rituale di barbarie, una prova di atavismo, previo all'esistenza di diritti e garanzie individuali e per tanto non credo possa essere soggetto a votazione.

Lo stesso concetto è applicabile per un referendum che volesse privare del voto una minoranza razziale o le donne ecc. Non ritengo questo sia democratico. Quindi, non credo che la regola della maggioranza possa toccare questioni di principio come lo sono la pena di morte.

- Esiste a suo giudizio una ipotesi alternativa alla pena di morte per frenare la criminalità? Voglio dire, esiste una alternativa valida alla legge del Taglione, occhio per occhio dente per dente?

- Ma certamente. In primo luogo perché la pena di morte non si è rivelata uno strumento efficace. Io, ovviamente, sarei contrario alla pena di morte anche se avesse rivelato una sua efficacia per prevenire socialmente la criminalità. Ma, il punto è che per giunta non è neanche così. Paesi con la pena di morte, hanno dei tassi di criminalità molto alti, com'è il caso degli Stati Uniti stesso. Quindi, io credo che ci siano altri mezzi, senza dubbio: il carcere, e dentro il carcere la rieducazione e la riabilitazione dei detenuti e anche la prevenzione sociale evitando nella misura possibile le situazioni d'emarginazione, disoccupazione, miseria, abbandono, mancanza d'istruzione, ecc. Sono queste le principali cause dei crimini. Io credo che le pene che la società può imporre a qualcuno che delinque devono essere finalizzate al miglioramento dell'individuo e alla tutela dei suoi diritti, e non solo a preservare la società. La pena di morte ovviamente non serve a questi scopi.

- Infine, il Partito Radicale ha promosso un Appello di intellettuali e politici nel quale viene considerato totalmente demagogica l'utilizzazione del referendum per reintrodurre la pena di morte. Condivide questo parere?.

- Ebbene, da quanto ho detto prima, sì. Evidentemente, io credo si tratti di una concessione alle forze, ai timori reazionari e atavici della società. La gente preferisce adottare una misura brutale piuttosto che cercare di capire e comprendere i problemi in profondità. In questo caso, la pena di morte non è altro che una concessione con lo scopo di lasciare i problemi come sono. E probabilmente aumentare, oltre i crimini commessi dai criminali, quelli che commetterà lo Stato contro i criminali stessi.

- Firmerebbe lei questo appello...?, ... difatti, lo firma?

- Sì. Evidentemente, per quanto detto, sono d'accordo e firmo il manifesto.

- Fernando Savater, grazie infinite. Questo è tutto. Qui conclude l'intervista per Radio Radicale.

 
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