Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 19 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Bruzzone Maria Grazia, Bonino Emma, Ingrao Chiara - 8 novembre 1992
Italiani, date ai profughi le vostre seconde case
Una proposta umanitaria suscita polemiche

di Maria Grazia Bruzzone

SOMMARIO: All'appello lanciato da Chiara Ingrao e sottoscritto da 110 deputati con il quale si chiede di ospitare in Italia centomila profughi bosniaci nelle seconde case inutilizzate d'inverno, replica Emma Bonino affermando che occorre subito "imporre la pace, imporre il diritto di ognuno di restare sulla propria terra, nelle proprie case, imporre il diritto di non essere un rifugiato. Con qualsiasi mezzo".

(LA STAMPA, 8 novembre 1992)

ROMA. »Accogliamo centomila profughi bosniaci affamati e senza tetto che, con l'inverno che incombe, rischiano la vita. Facciamoli svernare nel nostro Paese. Il governo apra le frontiere e organizzi il trasporto Enti locali e famiglie organizzino l'accoglienza. L'Italia è piena di seconde case inutilizzate d'inverno . L'Associazione per la Pace lancia un appello fra i parlamentari di Montecitorio per salvare i profughi bosniaci condannati a morte dal rigido inverno balcanico, proponendo di farli svernare nelle case di villeggiatura. E raccoglie 110 firme di varia provenienza: pidiessini, rifondazionisti, seguaci di Orlando, ma anche molti democristiani, verdi, persino un leghista.

Ma la radicale Emma Bonino non è d'accordo. E, per spiegare perché non firma, indirizza una lettera aperta al segretario delI'Associazione, Chiara Ingrao e ai colleghi onorevoli firmatari. Aprendo una polemica rovente fra pacifisti. Dice Bonino: »Lo immaginate il sindaco di Viareggio o di Santa Marinella che requisisce le case sfitte? Viene quasi da ridere. Le associazioni caritatevoli svolgano pure la loro missione, ma dai deputati del Parlamento mi aspetto delle iniziative politiche , spiega. E aggiunge sarcastica: »Perché, poi, i profughi jugoslavi sì, ma non i somali? La realtà è che la commissione Esteri della Camera va in missione a Zagabria e a Belgrado ma non tocca neppure Sarajevo perché il governo rifiuta di darci l'accredito. E che una politica per la Jugoslavia non la si è mai fatta. Pannella e i radicali sono stati lasciati soli .

La replica della figlia di Pietro Ingrao è ancor meno faceta. »Ma quali requisizioni. Quel che proponiamo sono iniziative volontarie. Contiamo sulla solidarietà della gente. Tutti i giorni alla nostra associazione arrivano centinaia di telefonate di persone disposte ad ospitare bambini bosniaci . Una solidarietà che può arrivare a indurre gli italiani a cedere la loro casa delle vacanze? »Perché no? Case, ma anche alberghi vuoti. La fratellanza non è un mito: quanti sanno che seimila italiani mandano ogni mese un assegno di 100.000 Lire a un bambino palestinese? E poi sarebbe una soluzione temporanea. La verità è che, da quando non c'è più la Boniver, dei profughi non si occupa nessuno. E dire "se i bosniaci sì, allora i somali", è il solito sistema di criticare per non fare niente .

»Che duecentomila profughi rischino di morire lo dicono Onu e Unicef insiste Chiara Ingrao citando l'appello. E l'Italia è tra i Paesi confinanti, quella ché ospita il minor numero di rifugiati. La nostra proposta è che da qui a marzo, bambini e bambine, anziane e anziani, vengano accolti in campi, alberghi, case private . In calce, le firme. Tra le quali spiccano i nomi di D'Alema e Iotti, Livia Turco e Walter Veltroni, i »retini quasi al completo, da Orlando a Galasso a Nando Dalla Chiesa, Rutelli e Boato fra i verdi, Lauricella e Nencini fra i (pochi) socialisti i dc Fracanzani, Michelini, Mattarella, Carli. E molti altri.

Maria Grazia Bruzzone

----------------------

LETTERA APERTA DI EMMA BONINO A CHIARA INGRAO E AI 110 COLLEGHI DEPUTATI FIRMATARI DELL'APPELLO PROMOSSO DALL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE SULL'ACCOGLIMENTO DI 100.000 BOSNIACI.

Cara Chiara, cari colleghi,

Proprio l'angoscia che provo di fronte alla tragedia jugoslava mi spinge a rendere pubblici i motivi che mi hanno indotto a non firmare l'appello dell'Associazione per la Pace sull'accoglimento di centomila profughi dalla Bosnia, che voi invece avete promosso e sottoscritto.

Alcuni di questi motivi riguardano il passato: molte cose si potevano fare e non sono state fatte per evitare che si arrivasse a questo punto - prima tra tutte il gesto semplice e chiaro di prendere posizione contro l'espansionismo serbo. Solo pochi mesi fa Marco Pannella e il Partito Radicale sono stati lasciati soli in questa loro presa di posizione nonviolenta da chi evidentemente temeva di perdere la propria inutile verginità politica, ritrovandosi a fianco di altri nazionalismi. Eppure non c'è alcuna politica, compresa una politica di pace, che non comporti scelte di campo. Scelte che occorre avere il coraggio di fare al momento opportuno.

Altri e più importanti motivi riguardano invece il merito della proposta. Si propone di accogliere "a termine", sino a marzo, centomila profughi, senza chiedersi cosa accadrà appunto a marzo. Darete voi, darà l'Associazione per la Pace il proprio assenso a operazioni di rientro forzoso dei profughi, magari in vagoni piombati? Evidentemente no. Allora perché presentare l'iniziativa come una misura temporanea? Bisognerebbe avere il coraggio (di nuovo!) di dire all'opinione pubblica la verità, cioè che se veramente si vuole accogliere dei rifugiati bisogna dare loro asilo politico, diritti, alloggi permanenti, opportunità di lavoro. Siamo in condizione di garantire materialmente tutto ciò? E, quanto allo spirito: esiste nel paese quel clima di solidarietà cui fate riferimento nel documento per cui i proprietari di seconde case o gli albergatori accetterebbero di buon grado di ospitare i rifugiati? Ancora: evidentemente no. Meraviglia, anzi, che un solo deputato della Lega Nord abbia firmato l'appello: per

il partito di Bossi è davvero un'occasione ghiotta per soffiare sul fuoco dell'intolleranza.

Altra questione ancora riguarda gli esclusi dall'iniziativa.

Purtroppo non è solo la Bosnia ad alimentare la tragedia dei rifugiati da guerre e violenze d'ogni genere. A me è venuto subito alla mente il popolo somalo, che è già in pieno inverno (un inverno di fame, carestia e morte) e verso il quale noi italiani abbiamo responsabilità gravi e dirette: il nostro passato coloniale, il nostro sostegno all'immonda dittatura di Siad Barre. E' forse la vicinanza dai nostri confini il criterio in base al quale si dovrebbe scegliere chi aiutare? O il colore della pelle?

Infine il futuro. Noi radicali continuiamo a credere in una nonviolenza attiva, d'attacco. Pensiamo che i bombardamenti d'informazione, gli atti d'isolamento politico e materiale degli aggressori possano funzionare nella soluzione dei conflitti - anche se occorrono misure serie, non l'inutile messinscena delle navi della NATO e dell'UEO mandate nell'Adriatico ad assistere alla violazione quotidiana di un embargo solo dichiarato. Crediamo anche, tuttavia, che la codardia è ancora peggiore della violenza e ci chiediamo a cosa servono allora gli eserciti, compreso il nostro, se nessuno è disposto ad usarli per fermare carneficine come quelle jugoslave. E' come se pagassimo carabinieri e poliziotti per assistere impotenti a ogni genere di crimine per la strada.

L'Associazione della Pace ha tanto gridato contro i rischi di avventure militari all'estero da non rendersi conto che in tutto l'Occidente sia i militari che i politici sono persino troppo riluttanti ad usare la forza nell'unica circostanza che può giustificarla: per ripristinare il diritto. In Bosnia come altrove.

Imporre la pace, imporre il diritto di ognuno di restare sulla propria terra, nelle proprie case, imporre il diritto di non essere un rifugiato. Con qualsiasi mezzo. E' questo che occorre chiedere subito.

Emma Bonino

--------------------------

L'APPELLO DI CHIARA INGRAO SOTTOSCRITTO DA 110 DEPUTATI

IL TERRIBILE INVERNO DEI BALCANI

Salviamo 100.000 bosniaci condannati a morte

L'inverno nei Balcani è cosa terribile.

In Bosnia neve, pioggia, freddo, assaliranno tra pochi giorni una popolazione inerme, e tra questi molti affamati e senza casa.

Attualmente, in Bosnia, almeno duecentomila persone vivono in ripari di fortuna, nei parchi, nei boschi, nelle montagne. Nei prossimi mesi gran parte di queste, soprattutto bambini ed anziani, rischiano la vita. Una condanna a morte atroce, un effetto della inaccettabile guerra basata sulla "pulizia etnica", cui nessuno può assistere come spettatore passivo.

Anche il cessate il fuoco - in cui continuiamo a confidare - poco potrà fare ormai nell'immediato: la ricostruzione di condizioni minime di vita richiede del tempo, l'iniziativa per fermare la guerra non può essere messa in contrapposizione a quella per salvare le persone. Di fronte a tale urgenza ed emergenza l'Italia che, tra i paesi confinanti, è quella che ospita il minor numero di rifugiati, non può continuare a sostenere che bisogna mandare gli aiuti invece di ricevere i profughi, nè attendere ancora un qualche accordo europeo che concordi le quote di accoglienza.

L'ONU, l'UNICEF, la Croce rossa continuano a lanciare disperati appelli: essi rimangono per lo più inascoltati.

Noi vogliamo rispondere e chiediamo di rispondere.

La nostra proposta è molto semplice: chiediamo che centomila profughi bosniaci possano evitare una condanna a morte svernando nel nostro Paese. Che bambine e bambini, anziane ed anziani, donne e uomini vengano accolti in campi profughi, in alberghi, in case private, da qui a marzo. Il governo deve dare il via all'operazione aprendo le frontiere e organizzando il trasporto delle persone, ma enti locali e singole famiglie possono far molto per organizzare l'accoglienza. L'Italia è un paese pieno di seconde case inutilizzate d'inverno che potrebbero diventare un'utile risorsa in questo caso.

Questa è certamente un atto di generosità che il nostro paese può compiere, ma è innanzitutto un dovere di ospitalità, civile e morale, di fronte al dramma del vicino.

Hanno finora firmato 110 deputati

PDS: Ingrao-Lorenzetti-Fredda-Calzolaio-D'Alema-Colaianni-Iotti-Turco-Marri-Giannotti-Trupia-Caccavari-Innocenti-Bordon-Mussi-Monello-Larizza-Tarantelli-Senese-Biricotti-Angelini-Melilla-Zagatti-Masini-Alveti-Cesetti-Evangelisti-Grassi-Prevosto-Chiaventi-Longo-Rinaldi-Ghezzi-Strada-Giovanni Di Pietro-Prisco-Bassanini-Soriero-Serra-Simona Dalla Chiesa-Trabacchini-Veltroni-Turci.

RIFONDAZIONE COMUNISTA: Ramon Mantovani-Russo Spena-Goracci-Azzolina Bergonzi Calini-Guerra Tripodi-Piero Mita-Dolino-Speranza-Sarritzu.

LA RETE: Bertezzolo-Nuccio-Novelli-Gambale-Nando Dalla Chiesa-Fava-Galasso-Orlando-Carlo Palermo-Piscitello-Polichino-Giuntella.

VERDI: Turroni-Boato-Rutelli-Ronchi-Lino De Benedetti-Giuliari-Apuzzo-Bettin-Crippa-Leccese-Mattioli-Paissan-Pecoraro-Scanio-Pierone-Pratese-Scalia.

PSI: Olivo-Lauricella-Marte Ferrari-Nencini-Stornello.

DC: Lusetti-Vairo-Caccia-Francesco Ferrari-Caroli-Fronza Crepaz-Garavaglia-Fracanzani-Carli-Gelpi-Margutti-Michelini-Mattarella-La Russa-Nicotra-Bicocchi-Teresio Delfino-Savio.

LEGA NORD: Enzo Flego.

PSDI: Antonio Ciampaglia.

 
Argomenti correlati:
bonino emma
appello
guerra
profughi
stampa questo documento invia questa pagina per mail