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Taradash Marco, Bocconetti Stefano - 10 novembre 1992
"MARCO TARADASH: "IL REFERENDUM SI FARA' LO STESSO"
Intervista di Stefano Bocconetti

SOMMARIO: Taradash ribadisce che l'accordo con il presidente del Consiglio Amato per la revisione della legge vigente sulla droga non mette in discussione il referendum ma ha come obiettivo »la scarcerazione di quei 12 mila ragazzi che di tutto hanno bisogno meno che di una cella . Critica il comportamento dell'Unità : »Io mi sarei aspettato un "Bravo". E, invece, mi sento dire: "Attenzione, vogliono svendere il referendum". E' tutta colpa di questa mania di vedere cosa c'è dietro .

(L'UNITA', 10 novembre 1992)

E' stato silenzioso durante tutta la conferenza stampa. Quella che ha inaugurato la nuova strategia del governo anti-droga, col rifiuto della "terapia" del carcere. Nonostante il tema fosse proprio "il suo", però, Marco Taradash ha preferito non parlare. "A quell'incontro coi giornalisti c'era anche Emma Bonino. Neanche lei ha preso la parola. Eppure non ne avete fatto un "caso" politico. Comunque, se proprio vi interessa: io sono completamente d'accordo con quel che ha sostenuto Pannella". Taradash, medico, deputato, antiproibizionista, è decisamente polemico. Ce l'ha soprattutto con l'Unità, col commento di prima pagina all'annuncio di Amato e Pannella.

D. Eppure sembrano leciti i dubbi su che fine farà il referendum. Per essere espliciti: le firme per abrogare la legge Jervolino saranno "sacrificate" sull'altare del flirt col governo?

R. Non diciamo sciocchezze.

D. Ma che cosa rispondete a chi vi fa quelle critiche?

R. Che il referendum non è mai stato in discussione. Nell'ormai famosa conferenza-stampa Pannella è stato chiarissimo. Nel caso dei referendum-Giannini, il ricorso alle urne si può evitare. Lo si può anticipare con buone leggi. Quello sulla droga, invece, non è in discussione. Stando così le cose, si farà. Su questo tema, l'obiettivo del confronto col governo era un altro.

D. E quale?

R. Far uscire dal carcere quei 12 mila ragazzi che di tutto hanno bisogno meno che di una cella.

D. Obiettivo raggiunto?

R. Direi di si. Il Presidente del Consiglio è partito da un dato di fatto: nonostante le assicurazioni fatte al momento del varo della legge Jervolino, i tossicodipendenti sono finiti in galera. Le cifre sono impressionanti. Le carceri potrebbero ospitare 28 mila persone. Oggi ce ne sono 49 mila. E aumentano di 1500-1800 unità all'anno. Di questi, un terzo sono tossicodipendenti. Insomma, Amato si è accorto che non erano state rispettate le premesse della legge...

D. O forse erano state rispettate: nel senso che quella legge non poteva che produrre il carcere...

R. Forse. Comunque, c'era anche chi l'ha difesa in buona fede. Ma dopo un periodo di applicazione, il presidente ha dovuto prendere atto della realtà. Drammatica.

D. Ma cos'ha da rimproverare ai critici di Amato? Cosa ha da rimproverare all'Unità?

R. Io mi sarei aspettato un "Bravo". E, invece, mi sento dire: "Attenzione, vogliono svendere il referendum". E' tutta colpa di questa mania di vedere cosa c'è dietro. E così facendo non ci si accorge di quello che, invece, si riesce a conquistare. Sì, perché la modifica della legge sulla questione del carcere, la considero una conquista. Nostra, della sinistra. E' un primo successo. Ignorarlo non mi pare un atteggiamento qualificante per una sinistra di governo.

D. Che effetto le ha fatto trovarsi per tanti giorni a discutere con chi quella legge l'ha appoggiata o tollerata. Con chi ha permesso che 12 mila ragazzi finissero in carcere?

R. Io sono favorevole al "ravvedimento". Vede: io punto al 51%. Ad avere la maggioranza sulle mie proposte. E discuto con i diversi interlocutori. Se non avessi la speranza che possano cambiare posizione, che senso avrebbe il confronto?

D. Questo governo forse "libererà" i tossicodipendenti. Ma sicuramente ha ridotto le spese sanitarie. E fra i primi a rimetterci saranno proprio i ceti più deboli, come appunto " i drogati". Non è così?

R. Non voglio entrare nei dettagli. Dico solo questo: può essere che qui e là si sia tagliato con ingiustizia. Ma questo governo ha ereditato storture accumulate in decenni di regime partitocratico. Che faceva crescere le spese, senza offrire servizi. Che elargiva e sprecava. Questo governo, almeno, ha invertito la tendenza: ha smesso di elargire. Ha creato una premessa, perché poi, domani, possano non esserci iniquità.

D. Dice che sono finite le elargizioni. Ma in realtà si è tagliato sull'assistenza, sulla ricerca. Non la pagheranno, per esempio, i malati di Aids?

R. Credo che siamo stati vicinissimi alla bancarotta. Con quella situazione della lira, con quel clima internazionale. Amato l'ha scongiurata...

 
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