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Pannella Marco, Pennacchi Gianni - 14 novembre 1992
Il Marco inarrestabile
Intervista con Pannella che canta vittoria dopo la scelta della Lega sull'uninominale

»Bossi è bravo, Segni e Martelli sono lenti

SOMMARIO: »Umberto sta dimostrando di essere un leader politico, ha spiegato quale era stata finora la sua tattica e adesso è uscito allo scoperto . »Non mi piacciono i giornalisti che fanno pettegolezzi su quello che accade nei corridoi: il Transatlantico va chiuso alla stampa . »La scelta è ormai chiara: maggioritaria secca o a due turni. Tutto il resto serve a prendere tempo .

(L'INDIPENDENTE, 14 novembre 1992)

ROMA Ed ora si decida anche Segni, si svegli La Malfa e acceleri il passo Martelli: vengano tutti, chiaramente e senza indugi sul collegio uninominale secco come ha appena fatto Bossi, per battere la conservazione e unificare il coro del fronte riformatore. Così, all'indomani della clamorosa conversione che ha visto la Lega schierarsi in Bicamerale per la riforma elettorale propugnata da Marco Pannella, ecco che il leader radicale alza il tiro e cerca di serrare i ranghi, come se il successo fosse inevitabile e dunque inutile perder tempo. Indubitabile per ora è il suo successo personale, se ieri sorrideva soddisfatto in Transatlantico e salutava Magri con un allegro "io con Bossi e tu con Pintor", quasi a sottolineare l'imprevedibilità della politica e l'assurdo che vede Rifondazione e Manifesto schierati con Craxi. Sì, il vincitore Pannella, il solito lievito (o prezzemolo) delle vicende politiche nostrane, che gioca volentieri su più tavoli e non risparmia colpi. E che però si infastidisce per certe 'inte

rpretazioni' giornalistiche, se giunge a minacciare una campagna per vietare ai giornalisti l'accesso al Transatlantico.

D. - Anche Bossi ora, sull'uninominale secco. Un altro trionfo di Pannella?

R. - »Se si riuscisse in Italia a non porre problemi idioti, sarebbe meglio: chiedo scusa, ma tengo a sottolinearlo. Bossi, lo sta dimostrando, è un leader politico; ha sempre detto che la sua simpatia andava a sistemi uninominali il più secchi possibile; ha spiegato perché tatticamente aveva accettato una piattaforma diversa; e a questo punto, ha espresso in modo netto la sua scelta e la sua decisione. Io ho soltanto dichiarato che dinanzi ad un evento di questo genere occorre che tutti sappiano trarre le conseguenze politiche. Io, per quel che mi riguarda, lo farò .

D. - In molti però hanno notato l'intenso lavorio preparatorio di questo evento. Un po' come le grandi manovre che hanno portato Scalfaro al Quirinale.

R. - »Per questo ritengo che il Transatlantico debba essere sgombro da giornalisti: perché è normale e doveroso che qui gli eletti si vedano nel modo più intenso e confrontino le loro idee. Lo stesso termine 'lavorio' è improprio e squalificante .

D. - Secondo lo Zingarelli vuol dire 'lavoro continuo e intenso'. Non è andata così?

R. - »Dinanzi a tutti, mentre i lavorii si fanno altrove. In questi giorni ci siamo fermati con Bossi in Transatlantico a parlare, ad esaminare insieme alcune situazioni politiche come quella della Bicamerale, confrontando le nostre idee. E non lo abbiamo fatto nella mia o nella sua sede, cosa per altro lecita, ma davanti a tutti, in Transatlantico .

D. - Comunque ora, il fronte pro sistema maggioritario puro si è fatto più ampio e compatto. Pensa che nella Bicamerale riuscirà vincente?

R. - »Vedo che Mariotto Segni sembra ancora indeciso, continua a parlare di uninominale "all'inglese o alla francese". Ecco, è l'ora di essere chiari, convinti e profondi come chiediamo ai nostri avversari. Penso dunque che per il momento, le persone convinte della scelta per l'uninominale ad un solo turno come lo sono io e come lo è Bossi, costituiranno un punto di riferimento che metterà dinanzi alle loro responsabilità tutti quelli che ieri L'Indipendente ha elencato in prima pagina come chi ha le nostre posizioni: Martelli, La Malfa, Segni, e non ricordo chi altri .

D. - Insomma, Segni deve sciogliere la riserva e optare subito per il collegio uninominale secco. E La Malfa?

R. - "Questo suo modo di procedere, "Dove vai? Porto pesci"... Il problema ora è quello dell'uninominale secca o a due turni, perché il resto è squalificato; e La Malfa tira fuori il semipresidenzialismo. Che c'entra? Non c'entra nulla

D. - E Martelli?

R. - Anche per lui è l'ora della chiarezza .

D. - Gli aspiranti al Grande Fronte Riformatore devono scegliere. Sta per caso nascendo un patto Bossi Pannella?

R. - »Constatato che da tempo non sospetto, in Parlamento il mio si chiama gruppo federalista europeo; constatato che la Lega compie la scelta del collegio uninominale ad un solo turno; constatato che le proposte di Bossi per il Sud -- che pure io non condivido -- vengono dichiarate "per il Sud e non contro il Sud"; aggiungiamo una posizione ampiamente antiproibizionista nella Lega, non resta che trarne le debite conseguenze politiche. E voglio sottolineare che l'antiproibizionismo è posizione radicalmente antifascista, antiautoritaria, molto laica e liberaldemocratica .

D. - Si avvicina il 13 dicembre. Che cosa farà Pannella per queste elezioni?

R. - »Guiderò una lista Pannella a Monza, ci sarà una lista Pannella e verdi -- non quelli ufficiali -- a Varese, sarò candidato a Fiumicino, e per Viareggio una lista mista federalisti, antiproibizionisti e verdi. Sarà una prova molto interessante: in qualche misura tutti gli altri partiti e partitini, bianchi, rossi o verdi, si troveranno ad essere contro queste due liste: quella della Lega Nord e quella Pannella .

D. - Vuol dire che è già pronto a governare Varese e Monza con Bossi?

R. - »Se la Lega vincerà e risulterà il primo partito, come sembra ed è molto probabile, noi ci muoveremo per spezzare qualsiasi tentativo di unione sacra antileghista .

D. - Onorevole Pannella, ma tutto questo come si concilia con il suo appoggio al governo? Pochi giorni fa una conferenza stampa con Amato ed ora l'abbraccio con Bossi.

D. - »Appoggiamo gli obiettivi che abbiamo dichiarato davanti a tutti, sia che vengano accettati da un governo sia che vengano fatti propri dalle opposizioni. Nessuno potrà dire che sulla droga o sui referendum Giannini noi avessimo altra posizione che quella dei promotori e sostenitori feroci di queste proposte: se mi si consente, il nostro appoggio al governo Amato è così motivato. Ed è motivato anche perché essendo stato l'unico gruppo coerente nel lottare contro la fraudolenza della bancarotta e contro la bancarotta dei partiti -- nessuno escluso, né il repubblicano né quelli di sinistra -- ci siamo assunti, per non essere anti popolari, la responsabilità di un minuto di impopolarità .

 
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