Proposta sulla droga/Il momento d'oro di PannellaConvince Amato. Ottiene i referendum. E ora qualcuno lo vuole ministro. E lui? Rilancia.
di Valeria Gandus
SOMMARIO: Il giudizio dei deputati di diverse forze politiche su Marco Pannella, dopo l'accordo con il presidente del consiglio Giuliano Amato sulla riforma della legge sulla droga. Alfredo Biondi: »Un uomo generoso, che ha capito la gravità del momento e fa la sua parte ; Chicco Testa: »E' una delle figure più importanti della storia della Repubblica ; Gianni Rivera: »Ha la capacità di muoversi con chiarezza: credo che a questo punto si meriti di entrare nel governo ; Tiziana Maiolo: »Pannella non è in vendita ; Mauro Paissan: »Se qualcuno tentasse di ricompensarlo, lui rifiuterebbe. L'ingratitudine è il suo pane .
(PANORAMA, 22 novembre 1992)
"Ma quale vittoria, ma quale rivincita: semmai un contributo, sia pure importante, al cammino sul progresso umano e al rilancio di un dibattito tollerante e civile". E' insolitamente pacato e per nulla trionfalista Marco Pannella all'indomani della conferenza stampa a sorpresa con il presidente del Consiglio Giuliano Amato: "Non ci sarà più l'ignominia del carcere per i drogati, tutto qui" minimizza. "Per il resto, ognuno rimane sulle sue posizioni: il capo del governo proibizionista convinto, io a favore della legalizzazione".
E' un po' più soddisfatto, Pannella Giacinto detto Marco, 62 anni, di cui più di 30 passati a combattere per i diritti civili e contro la partitocrazia, dell'altra novità annunciata in tandem con Amato: tre referendum (quelli del comitato Giannini) verranno convertiti in legge entro dicembre. E, garantisce, senza trucco e senza inganno: alla stesura delle nuove leggi parteciperà lo stesso Massimo Severo Giannini.
Per vedere Pannella davvero entusiasta bisogna arrivare alle 17.30 del 12 novembre, quando alla Bicamerale Umberto Bossi si pronuncia, anche lui a sorpresa, per un sistema elettorale uninominale, maggioritario secco e a un turno. La stessa proposta dei radicali: "Una scelta di democrazia per il Paese e per la Lega" commenta. L'ascesa del Marco sembra proprio irresistibile.
Bossi è infatti solo l'ultimo di una lunga quanto eterogenea serie di vecchi e nuovi estimatori. Per un Marco Taradash, europarlamentare antiproibizionista, che con inedita vena poetica definisce PAnnella "l'unica fonte di calore che riscalda un panorama politico spazzato da venti gelidi", c'è il liberale Alfredo Biondi che di lui dice:"Un uomo generoso, che ha capito la gravità del momento e fa la sua parte". Perfino i pidiessini, che pure hanno il dente avvelenato per la fiducia votata al governo e alla sua manovra finanziaria, hanno parole di elogio: "E' una delle figure più importanti nella storia della Repubblica: un padre della patria" si sbilancia l'ambientalista pidiessino Chicco Testa. E c'e addirittura chi, pur non condividendo quasi nulla delle sue principali battaglie, lo vorrebbe ministro: "Ha la capacità di muoversi con chiarezza: creso che a questo punto si meriti di entrare nel governo" azzarda il dc Gianni Rivera.
Chissà se Pannella apprezza questo processo di beatificazione. Lui certo più avvezzo ai processi per stregoneria, sia pure politica. Lui che da quel Parlamento che ora lo acclama è stato cacciato solo tre anni fa, quando ai colleghi non parve vero accogliere le ennesime e provocatorie dimissioni.
Storie vecchie. Oggi quello stesso Pannella è il consigliere del governo in materia di droga. E' il laico che fa eleggere alla presidenza della Repubblica il cattolicissimo Scalfaro. E' il "bastian contrario", l'oppositore per definizione che dà un'inedita fiducia a un governo, per di più fragile.
Ma, soprattutto, è il punto di riferimento di una compagine parlamentare che comprende 130 fra deputati e senatori di tutti i partiti, iscritti al partito radicale transnazionale come i loro 184 colleghi stranieri provenienti da 32 Paesi e 71 diverse formazioni politiche. Altri 145 parlamentari italiani (se possibile ancora più trasversali: ci sono anche democristiani e "rifondisti" di Cossutta) aderiscono all'Intergruppo antiproibizionista.
Un magma di fedelissimi e simpatizzanti dell'ultim'ora (a primavera i parlamentari con doppia tessera erano solo 32, l'Intergruppo è nato meno di un anno fa) divisi quasi su tutto, ma uniti nell'unico obiettivo che per Pannella conta davvero: la riforma della politica. Il partito che non c'era, forse lo sta facendo proprio lui.
"Non condivido affatto la sua politica sulla droga" premette Rivera. "Ma ci troviamo d'accordo su un'altra questione basilare: la necessità di un sistema elettorale finalmente chiaro, per cui chi vince le elezioni governa, chi perde va all'opposizione". "Io invece non condivido affatto la sua attuale posizione sui referendum, anzi, credo che sia un progetto di eversione per la democrazia" afferma Cossutta. "Però sono d'accordo sulla sua politica di legalizzazione della droga". Quanto all'appoggio al governo Amato, se Verdi e Pds non glielo perdonano, gli esponenti dei partiti di governo esultano: "Questo è un governo residuale perché se ne sono andati i repubblicani, e Pannella fa un po' il La Malfa liberal della situazione: ma più aperto, con il pepe inserito dove si deve, per rinsanguare la colazione" dice Biondi. "Naturalmente ha anche capito che da questo governo può ottenere molto di più che da tutti gli altri".
Pannella venduto? Pannella pronto a passare alla cassa del Dottor Sottile per esigere magari un ministero? Lui non ha nemmeno bisogno di negare: "O presidente del Consiglio o niente" è il suo refrain. "Cioè niente: Pannella non è in vendita" dice sicura Tiziana Maiolo, esempio vivente della trasversalità radicale (è deputato di Rifondazione alla Camera e consigliere antiproibizionista al Comune di Milano). "Tutto si può imputare a Marco, salvo la sete di potere" conferma il verde Mauro Paissan. "Se qualcuno tentasse di ricompensarlo, lui rifiuterebbe. L'ingratitudine è il suo pane: la provoca e se ne alimenta".