SOMMARIO: La mozione approvata dal Consiglio generale della "Esperanto" Radikala Asocio mentre stabilisce l'aumento delle quota d'iscrizione e lancia una campgana di autofinanziamento, invita i suoi aderenti a sostenere attivamente la proposta di Risoluzione di Marco Pannella al Parlamento europeo, raccogliendo il maggior numero di firme possibile sulla Petizione al Presidente di quel Parlamento . Segue il testo della petizione.
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Il Consiglio GENERALE della "Esperanto" Radikala Asocio - Coordinamento per la Democratica Integrazione Culturale Europea, riunito a Roma il 28 novembre 1992,
prendendo atto del positivo lavoro svolto in questi cinque mesi dal Presidente, dal Segretario, dal Tesoriere e dall'associazione tutta per il raggiungimento degli obiettivi della mozione del 3· Congresso,
riscontrando la estrema necessità di un ulteriore apporto finanziario per continuare a perseguirli,
decide, all'unanimità, di elevare la quota di iscrizione all'Era, per il 1993, da 30.000 a 50.000 lire in Italia, e nella stessa percentuale nelle altre nazioni;
da mandato agli organi dirigenti di aprire una campagna di autofinanziamento finalizzata alla pubblicazione del testo di Elisabetta Vilisics Formaggio per l'insegnamento di orientamento linguistico nelle scuole elementari;
invita gli iscritti, gli aderenti e tutti gli esperantisti residenti nei Paesi comunitari a sostenere attivamente la proposta di Risoluzione di Marco Pannella al Parlamento europeo, raccogliendo il maggior numero di firme possibile all'allegata Petizione al Presidente di quel Parlamento.
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PETIZIONE al Presidente del Parlamento europeo
L-2929 LUSSEMBURGO
Signor Presidente, i sottoscritti cittadini,
constatato che a Maastricht, nel dicembre 1991, i governi dei 12 Paesi comunitari si sono impegnati a dar vita ad una Unione Politica Europea entro il decennio e che, con quest'anno, si apre il Mercato Unico al quale partecipano anche i 6 Paesi dell'EFTA, Cecoslovacchia, Polonia e Ungheria,
ritengono di enorme rilevanza politica e democratica l'abbattimento delle barriere linguistiche tra i popoli comunitari. Barriere che rendono completamente fittizia la libera circolazione dei cittadini europei
DENUNCIANO il fatto che una lingua etnica nella posizione egemone di lingua franca europea e mondiale, in cui si trova oggi l'inglese, minaccia direttamente nel giro di poche generazioni l'esistenza di tutte le altre: come dimostrano gli esempi del latino, che distrusse le lingue autoctone dell'Europa antica, e delle lingue dei popoli bianchi, colonizzatori del nuovo mondo, che distrussero le parlate indigene delle due Americhe
SONO Convinti che solo una lingua non etnica può servire alla comunicazione europea ed universale, senza pericolo di morte per le altre lingue e senza popoli privilegiati che non devono imparare la lingua franca internazionale, né classi privilegiate perché riescono a procurarsi i mezzi costosi per imparare una lingua difficile e complicata come una lingua etnica in funzione di lingua ausiliaria internazionale
Rilevano che, malgrado le centinaia di lingue universali create negli ultimi 4 secoli, solo l'Esperanto è oggi pronto per l'uso. Come provano oltre cento anni di esperienza di questa lingua, con una mole ingente di letteratura tradotta e originale, di comunicazione verbale in colloqui internazionali e convegni di studio, di rapporti umani: dati, tutti, che ne dimostrano, al di là di qualsiasi pregiudizio, la piena funzionalità
Informano che esperimenti compiuti in luoghi e tempi diversi provano che un apprendimento preliminare della Lingua Internazionale costituisce, per i bambini che si apprestano a studiare le lingue straniere, uno strumento fondamentale ed insostituibile per un apprendimento al tempo stesso migliore e più rapido, in una fase successiva (dopo due anni), e che di tali lingue
Considerando altresì che l'UNESCO, con la Risoluzione 11.11 dell'8 novembre 1985, ha invitato i propri Stati membri ad introdurre l'Esperanto nelle loro scuole.
Chiedono una Sua immediata attivazione presso gli organismi competenti affinché si varino iniziative volte a:
1) Promuovere il dibattito nei Paesi europei, soprattutto utilizzando i mass media, su: i costi politici, di democrazia, economici, sociali e culturali derivanti dall'attuale regime linguistico della Comunità; la sotterranea guerra delle lingue; il ruolo democratico, di tutela delle singole identità nazional-culturali, di strumento importante per assicurare il mantenimento della pace - specie di fronte all'emergere di un nazionalismo aggressivo -, che una lingua sovranazionale come l'Esperanto è in grado di svolgere.
2) Istituire un Osservatorio sulla Glottofagia e l'Etnolisi allo scopo di tenere sotto osservazione le fasi di colonizzazione, inquinamento e progressiva distruzione delle lingue e culture europee soprattutto da parte del mondo angloamericano attualmente egemone.
3) Promuovere, negli Stati che hanno deciso d'introdurre l'insegnamento della lingua straniera già nelle elementari, l'insegnamento biennale della Lingua Internazionale a scopo propedeutico, secondo le indicazioni dell'Istituto di Pedagogia cibernetica di Paderborn in Germania.
4) Introdurre l'insegnamento della Lingua Internazionale Esperanto nelle scuole, recependo la suindicata Risoluzione dell'United Nations Educational Scientific and Cultural Organization.