Il coordinamento radicale antiproibizionista punta l'indice sulla Jervolino.Il ministro non replica sulle percentuali dei morti sotto accusa
SOMMARIO: Il quotidiano Il Giorno riprende la denuncia del Cora nei confronti del ministro Rosa Jervolino accusata di aver manipolato di dati dei morti per droga. Le smetite poco convincenti del ministro che sostiene che i dati resi pubblici sono sempre stati forniti dal Dipartimento della Pubblica sicurezza. Maurizio Turco afferma che si è incorsi ad un trucco per abbassare artificiosamente il numero delle vittime dell'eroina: "gli irriducibili del proibizionismo per sostenere la validità delle loro tesi sono costretti a bluffare".
(IL GIORNO, 15 dicembre 1992)
ROMA. (R.R.) E' guerra tra il Cora, il coordinamento radicale antiproibizionista, ce si batte per la legalizzazione delle droghe, pesanti e leggere, e Rosa Russo Jervolino, ministro in carica della Pubblica Istruzione e titolare del Dicastero degli Affari Sociali nel governo Andreotti. Motivo del contendere: i dati sui morti per droga forniti dal governo dal 1987 a oggi. "Sono falsi - sostengono al Cora -; percentuali sono state elaborate scorrettamente per dimostrare un cambiamento di tendenza nell'incremento dei decessi". I numeri sarebbero in realtà più allarmanti e il ministro avrebbe mentito per difendere la validità della legge contro la droga, che porta il suo nome, insieme a quello dell'ex Guardasigilli Vassalli.
Accuse molto pesanti. Smentite in modo non troppo convincente, dalla Jervolino. Il ministro, che ha 'glissato' sulle richieste di colloqui sull'argomento, ha fatto diffondere in serata un comunicato, cui sostiene che "i dati resi pubblici sono sempre stati forniti dal Dipartimento della Pubblica sicurezza, previa verifica delle documentazioni della Direzione Centrale Antidroga. Tali dati - prosegue il comunicato - confermati dallo stesso Capo della Polizia sono a disposizione di chiunque intenda effettuare delle verifiche".
Gli antiproibizionisti però basano le loro accuse proprio su un raffronto effettuato tra i dati forniti dal ministero degli Interni e quelli del rapporto Jervolino del giugno 1992. Le discrepanze, sostengono, sono evidenti e di non poco rilievo. Prendendo come riferimento, per esempio, l'incremento dei decessi per droga nel '91 rispetto all'anno precedente, il Cora sostiene che il rapporto Jervolino dimezza questo incremento, indicandolo al 9,5%, a fronte del 19,04% indicato dal Viminale. Una cifra ben superiore. Lo stesso 'giochetto' sarebbe stato fatto anche per gli anni precedenti, ma qui lo scostamento tra i numeri è decisamente inferiore.
Come è possibile che questo avvenga? E' mai possibile falsificare questo tipo di dati? Al Cora una spiegazione ce l'hanno. La fornisce il Segretario del Coordinamento, Maurizio Turco: afferma che si è incorsi ad un trucco per abbassare artificiosamente il numero delle vittime dell'eroina. Il meccanismo è semplice: nel rapporto redatto dagli Affari sociali nel mese di gennaio di ogni anno i dati relativi ai morti per droga dell'anno appena trascorso non sono ovviamente aggiornati. Ragion per cui l'incremento calcolato è necessariamente inferiore a quello reale per i ritardi di notifica. Nelle edizioni successive del rapporto sono stati aggiornati i dati assoluti, ma non la tabella che riporta le percentuali. Ecco perché queste ultime risultano inferiori a quelle che dovrebbero.
Della legge Jervolino-Vassalli si è tornato a discutere qualche giorno fa, in relazione al suicidio di un giovane fermato per possesso di poche grammi di hashisc, che si è tolto la vita nella caserma dei Carabinieri di Cagliari, dove era stato portato. Prendendo spunto da questa vicenda l'onorevole Tiziana Maiolo, (Rifondazione Comunista) vice presidente della commissione Giustizia della Camera, ha sollecitato la modifica della legge. Per il Cora, che si batte strenuamente per la legalizzazione degli stupefacenti, tutto questo è inaccettabile.
"Sarà banale - sostiene Turco -, ma ancora una volta fatta la legge scoperto l'inganno. Ma se l'inganno per giustificare una legge lo si fa sui morti allora è il caso di urlare forte: vergogna". L'esponente radicale ha ribadito che il Cora propone la legalizzazione "come unica possibilità di Governare il disastro che incombe su tutti i cittadini, tossicodipendenti e no, vittime innocenti del mercato clandestino creato dal proibizionismo". E ha fatto notare che "gli irriducibili del proibizionismo" per sostenere la validità delle loro tesi sono costretti a bluffare.