di Sergio Stanzani, Emma Bonino, Marco Pannella, Paolo Vigevano, Bruno ZeviSOMMARIO: Il testo della lettera nel quale si dà conto della situazione politica e finanziaria del Partito radicale e in particolare della grave situazione determinata dalla esposizione di cinque miliardi di lire, sollecitando nel contempo il rinnovo dell'iscrizione per il 1993 e l'invio di quote adeguate al proprio reddito. I responsabili della gestione del partito rivendicano nella lettera il significato politico delle continue questue, delle continue minacce di chiusura che hanno caratterizzato la storia del Pr: di fronte a "Tangentopoli" non sarebbe urgente far tesoro della storia radicale, di chi ha resistito sempre alla corruzione politica, di chi si è sempre rigorosamente autofinanziato, di chi ha scelto di non presentarsi nelle elezioni degli enti locali per non rassegnarsi a quel modo di far politica che oggi tutti sembrano denunciare?
Nella lettera si ribadiscono le caratteristile laiche dell'iscrizione al Pr che non comporta nessuna forma di disciplina, che non chiede sacrifici di libertà. Ma di fronte alla situazione finanziaria che appare insuperabile bisogna preparasi ad un grande Congresso di chiusura: l'unica alternativa è l'iscrizione di almeno 30.000 italiani.
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Roma, 22 dicembre 1992
Caro,
Il Partito Radicale è' "fuori" per cinque miliardi di lire, spese congressuali incluse. La solita storia... Ma quale Partito Radicale? E quale "storia"? E tu, cosa c'entri? Ricomincia la solfa della chiusura del PR? Vediamo.
1) IL PARTITO RADICALE, OGGI.
E' il partito del Sindaco di Sarajevo, il mussulmano Muhamed Kresevljakovic, dell'ex Ministro somalo, ex prigioniero politico per 6 anni di Siad Barre, il mussulmano Mohamed Aden Sheik.
E' il partito del Presidente del Consiglio croato Greguric e dei due vice presidenti del Consiglio, Zdravko Tomac e Milan Djukic, di sette soldati "serbi" che disertano per passare, così, al Partito Radicale, al partito della nonviolenza e della tolleranza, all'inizio di questo 1992, nella Croazia messa a ferro e fuoco.
E' il partito di 377 parlamentari, 136 dei quali italiani, esponenti di 90 forze politiche nazionali di 37 paesi diversi (tanto per precisare cosa significa "transpartito" e "transnazionale").
Sono iscritti: 2.583 cittadini italiani, 2.438 russi, 888 ucraini, 456 burkinabè, 309 del Kirghigistan, 293 dell'Azerbaidjan, 171 del Kazakistan, 143 della Bielorussia, 82 della Georgia, 44 del Turkmenistan, per limitarci ad alcune Repubbliche dell'ex Unione Sovietica.
Del Consiglio Federale del Partito Radicale fanno parte di diritto 13 ministri (i bulgari Rumen Bikov, Nikolay K. Vassilev, il burkinabè Safilov Diallo, il francese Jean Michel Baylet, l'israeliana Shulamit Aloni, i macedoni Iljaz Sabriu, Arsllan Selmani e Zheladin Murati, vicepresidente del Parlamento, il serbo Gruda Rizah e gli italiani Francesco De Lorenzo, Ferdinando Facchiano, Claudio Martelli, Maurizio Pagani, Carlo Ripa di Meana) e, fra i 377 parlamentari, almeno 70 deputati mussulmani (possiamo valutare che il 13 per cento degli iscritti di questo partito "sionista", è islamico).
In Italia, in Parlamento, sono radicali - anche radicali - 136 tra deputati e senatori, parlamentari europei, del PDS, Verdi, PSDI, PSI, PLI, PRI, Sardisti, Valdostani, Federalisti Europei, Autonomisti. Nelle Regioni, nelle Provincie, nei Comuni vi sono, dal Sindaco di Milano alla Presidente della Regione Lombardia, assessori socialisti, democristiani, del PDS, Verdi, Antiproibizionisti. Con le sole eccezioni, per ora, e ce ne dispiace, di Rifondazione Comunista, della Rete, del Movimento Sociale Italiano e della Lega.
2) QUALE STORIA.
E' anche il Partito Radicale dei "radicali storici", delle lotte per i diritti civili, delle oltre 30 iniziative referendarie, con oltre 10 milioni di firme raccolte fra i cittadini italiani, per il divorzio, per l'aborto, contro il finanziamento pubblico dei partiti, per la giustizia giusta, contro lo sterminio per fame e per guerra nel mondo, degli obiettori di coscienza (non solamente del servizio civile), dei "casi" Braibanti, Tortora, 7 Aprile, delle prime grandi, solitarie iniziative ambientaliste e verdi, dei referendum contro il nucleare e contro la caccia, della ancor più solitaria, difficile amicizia e difesa dei "sionisti", degli scioperi della fame, della galera, delle autodenunce, della nonviolenza, dei movimenti di liberazione sessuale, della tolleranza, del transnazionale, del transpartito, dei premi Nobel, di Loris Fortuna, ieri, di Bruno Zevi, oggi; del Federalismo Europeo con Altiero Spinelli.
Fra questi, fra i "radicali storici", anche quelli delle "Liste Pannella", del "Movimento dei Club di lotte civili, ambientaliste e per la Riforma", contro la partitocrazia, con questo loro avvio di legislatura, con l'uninominalismo.
E infine quelli della grande battaglia antiproibizionista, da ormai trent'anni, che va maturando i suoi frutti in Italia, in Europa, nel Mondo.
3) LA SOLITA STORIA: IL DANARO, LA POLITICA, LE IDEE, LE PERSONE.
LA "CHIUSURA" DEL PARTITO RADICALE.
Dunque, la seconda sessione del Congresso del PR, di fronte a 5 miliardi di lire di debito e, se si resta in Italia all'attuale ordine di grandezza di iscritti, ad un passivo annuo di diversi miliardi di lire, dovrà tornare a porsi con concretezza ed immediatezza il problema della chiusura di questo partito. Uffa! Di nuovo! Sì. E se tutti gli altri partiti avessero fatto in questo ventennio altrettanto, l'Italia e la tua vita e quella dei tuoi non sarebbero forse profondamente migliori?
Che storia insopportabile, vero? La continua questua, i continui bilanci, le continue "minacce" di chiusura, i defatiganti scontri, il rifiuto del finanziamento pubblico, la partitocrazia associazione-per-delinquere, la campagna "o lo scegli o lo sciogli", un caffè al giorno come quota di iscrizione annuale... L'ossessione, la vera ossessione, del danaro, del valore del danaro, per il e del partito, della pulizia del danaro, degli averi non diversi dall'essere... La doverosità, la civiltà di questa tessera come polizza di assicurazione sulla vita, sulla libertà anche. Mentre, in vent'anni, non più di trentamila cittadini, in totale, si sono iscritti una volta almeno al Partito Radicale. A fronte delle decine di milioni agli altri Partiti e ai Sindacati.
Ora c'è "Tangentopoli". Un terremoto. E non è che la punta dell'"iceberg", o l'inizio del sisma. Deve vergognarsi la classe dirigente, il ceto politico, che non ha mai fatto mistero di ritenere che la vita e il successo dei loro Partiti fosse prioritario su tutto? O non devono vergognarsi ancor più quelle decine di milioni di cittadini che in fondo sapevano benissimo, la stessa cultura italiana, la classe dirigente nel suo insieme, ricchi e potenti a qualsiasi titolo? E quelli, fra noi, che hanno ceduto, si sono rassegnati, sono tornati al privato o, per tante strade, alla politica "vera", non dovrebbero subito rammaricarsene e passare ad un "ravvedimento operoso", a recuperare il ritardo, a dare una mano a chi è restato e, forse, legittimamente stanco, può trarne forza e conforto?
Non occorre ora, operare bene, far letteralmente "tesoro" di questa storia, di questa "solita storia", privata e pubblica, di quella radicale?
E, ancora: abbiamo fatto bene, o no, a resistere, per una vita, quanto lunga non importa, sia dell'ottantenne, sia del ventenne, a non voler pagare il prezzo di quella politica, di quel modo di fare politica che sembrava l'unico, comunista o repubblicano, democristiano o socialista, della CGIL, della CISL, della UIL, delle Cooperative, dei Patronati, degli Import-Export, delle USL (ricordate: non abbiamo mai accettato di farne parte)?
Abbiamo fatto bene a scegliere la non presentazione nelle elezioni degli enti locali con il sistema partitico-proporzionale (che ci avrebbe assicurato ottanta-centomila iscritti e posizioni di potere politico al momento buono), non tanto o solamente per onestà, ma per intelligenza, per accanitissimo e nobilissimo interesse, per chiarezza? Non era proprio quell'altro modo, quel modo di rassegnarsi ad una certa politica di partito, che il deputato socialista Sergio Moroni, suicida per amore e nobiltà civica, denunciava come il tragico "errore" commesso, condiviso?
Torniamo per questo a chiedere iscrizioni, sottoscrizioni. Chiediamo forza, chiediamo adeguatezza, chiediamo militante fraternità e solidarietà, nell'interesse di ciascuno, tuo, nostro, di tutti; chiediamo, perché sia possibile continuare a fare, a concepire, a mettere alla luce quel che abbiamo mostrato di voler e saper fare, comunque.
Ti scriviamo da persone a persona. In questo, anche, siamo "uninominalisti".
Si "vota", si "ama", si "sceglie" la persona, il territorio (l'ambiente), non la fazione, il partito, l'ideologia. Se si sceglie il PR si sceglie un partito che esprime, raccoglie, crea queste persone, questa storia, queste idee e azioni. Scrivendoti compiamo una scelta. Ci auguriamo che tu faccia il reciproco.
RICORDIAMO INSIEME ALCUNI CONNOTATI ESSENZIALI DEL PR:
1) Iscriversi al Partito Radicale non comporta nessuna forma di disciplina: nè moralmente, nè politicamente, nè - ce lo auguriamo - psicologicamente. Non "si chiede" di essere iscritto. Si compra la tessera, ci si iscrive come per comprare un biglietto di treno o di autobus, per usufruire di un "servizio pubblico" e nessuno può toglierla; nessuno può esprimere giudizi sull'iscritto, nè morali, nè politici, nè statutari. Si paga: si ha la tessera e si hanno i diritti degli iscritti.
Questo è un "Partito Nuovo". Chiede non sacrifici di libertà, ma l'esaltazione della propria libertà e responsabilità da parte di ciascun iscritto. Il Partito Radicale è un partito "annuale": occorre ogni anno decidere di farne parte, o no. Il Partito Radicale, in quanto tale, non può presentarsi a nessuna elezione, di nessun tipo, in nessuna circostanza; nè, in quanto tale, avere funzioni istituzionali, di governo, nazionale o internazionale, essere concorrente di partiti nazionali per il governo delle istituzioni o per partecipare alla loro vita.
2) Il Partito Radicale non rappresenta i suoi iscritti. Opera per l'attuazione dei deliberati statutariamente adottati. E' uno strumento, non una casa, una famiglia, una "appartenenza". Ne presume, semmai, di altre.
3) La forma e la storia del Partito Radicale mostrano che tali condizioni e connotati sono possibili e costituiscono finora il massimo esempio di creatività, di produttività, di efficacia di una forma organizzata di politica. Ricordiamolo: negli ultimi decenni il Partito Radicale conosciuto dagli italiani ha raramente superato i 3.000 iscritti (a lungo ne ha avuti poco più di mille) ed una sola volta i 10.000. E' dunque patentemente vero che ogni iscrizione, ogni iscritto vale enormemente per il Partito Radicale, e - quel che conta - per la nostra società e il nostro tempo. Cioè, è vero che tu vali. Come ciascuno di noi, così, vale.
PER CONCLUDERE:
Si, ora possiamo ripetertelo, pensiamo: ci prepariamo ad un "grande" Congresso di chiusura del Partito Radicale.
Se dobbiamo cessare di esistere, sarà una grande, laica, "Messa solenne", un grande Requiem con il Miserere d'uso e con lo splendore dolente e gioioso degli Alleluia, degli Osanna e dei Dies Irae.
Abbiamo dovuto in questi giorni accendere un mutuo, far debiti, per arrivare a questa seconda sessione del Congresso e occorrono una decina di miliardi di lire l'anno per far decollare e vivere il Partito Radicale, operare nelle Bosnie e nelle Somalie, perché non lo divengano, e sono già tante nel mondo; e operare nell'ONU, per renderne possibile e attuale la riforma mondialista e dei diritti, pacifera, nonviolenta. Perché l'ambientalismo politico non sia una menzogna politicamente, così come il pacifismo. L'alternativa, al solito, c'è: 30.000 iscritti italiani. Basterebbero trentamila iscritti italiani, qui ed ora, perché si vada avanti, si viva.
Per intenderci: quattro italiani per ognuno degli ottomila comuni di questo paese, tre pidiessini su cento, poco più di una pattuglia di internazionalisti fra tanti "democratici", "pacifisti", "cristiani", "cosmopoliti", "verdi", "socialisti". Basterebbero trentamila iscritti, trentamila in Italia. Ma senza di loro non è possibile andare avanti, perché il Sindaco di Sarajevo non può mentire ai suoi, come non può mentire il somalo Mohamed Aden Sheik, non può illudere i morenti per fame, miseria, guerra d'Africa, l'ex Ministro degli Esteri del Burkina Faso, Basile Guissou. Perchè il Pr, perchè noi, non possiamo mentire a noi stessi, agli italiani. Gli iscritti italiani al PR: 2583. Senza commento.
Come ci si iscrive, le quote di iscrizione per il 1993
RACCOMANDAZIONE:
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Solamente il Congresso può stabilire nuove quote di iscrizione. Gli organi dirigenti possono, se credono, solamente procedere ad "aggiornamenti", rispetto a parametri quali il PIL e il reddito medio dei cittadini di ciascun paese.
Per il 1993, quindi, la quota di iscrizione viene fissata in lire 740 giornaliere, lire 270.000 di conseguente quota annua. E' questa la quota minima per tutti, anche per il disoccupato, lo studente, il pensionato o il salariato, per chiunque.
E' necessario tentare di rispondere alle esigenze con maggior rigore, generosità e, soprattutto, adeguatezza. Con il necessario, non solamente con il superfluo.
Il Primo Segretario, il Tesoriere, la Presidente, il Presidente del Consiglio Federale, congiuntamente, solennemente, se ce lo consentite, rivolgono quindi la raccomandazione di versare quote maggiori così concepite:
a) un minimo di lire 1.000 giornaliere, pari alla quota annua di lire 365.000, raccomandazione per tutti;
b) un minimo di lire 5.000 giornaliere, pari a 1.825.000 lire, per coloro che non versino comunque in particolari condizioni di difficoltà;
c) un minimo di lire 10.000 giornaliere, pari a 3.650.000 lire, per coloro che hanno redditi superiori alla media, o comunque vogliano contribuire al Partito Radicale come se ne disponessero;
d) un minimo di lire 50.000 giornaliere, pari a 18.325.000 lire, per coloro che sono molto agiati o ricchi, e, come tali, vogliano contribuire, sacrificarsi.
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A partire dal versamento (b) la quota comprende, purchè lo si indichi, l'iscrizione al CORA ("COordinamento Radicale Antiproibizionista"), all'ERA ("Esperanto Radikala Asocio"), all'AREDA ("Associazione Radicale per lo stato di diritto in Africa"), alla "Lega per l'abolizione della pena di morte entro il 2000" e al "Movimento dei Club Marco Pannella, di lotte civili, ambientaliste e per la Riforma".
N.B.: aspettiamo una tua risposta nelle ore che seguono la lettura di questa lettera. Te ne saremo molto, molto grati, quale che ne sia il tenore. Telefono 06/689791, Fax 06/6545396, telegramma...
Per il versamento delle quote: vaglia telegrafici (con la motivazione, l'iscrizione, la sottoscrizione, con tutti i dati anagrafici: nome, cognome, indirizzo, telefono, età e professione), conti correnti, assegni, vaglia, contanti (non per posta, se non assicurata).
Potremo così sperare che, per quest'anno almeno, per il Congresso che si terrà dal 4 all'8 febbraio, l'immediato esempio di molti possa consentire il "miracolo" che non è più ragionevole ormai attendersi.
Ne abbiamo bisogno. Buon lavoro.