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Landolfo Francesco, Pannella Marco - 5 gennaio 1993
"IL CROLLO DEI PARTITI? LO ASPETTAVO"
Intervista a Marco Pannella su scenari ed equilibri politici italiani del dopo-Tangentopoli

"Per i referendum aspettiamo le decisioni della Corte costituzionale: dovrebbe autorizzarli"

di Francesco Landolfo

SOMMARIO: Perché meravigliarsi degli scandali di "Tangentopoli" - afferma Pannella - quando da sempre i radicali hanno denunziato la corruzione della partitocrazia? Alle elezioni Napoli liquidò i radicali con un 3%: perché lamentarsi allora della situazione di sfascio della città; ognuno ha gli amministratori che si merita. Il messaggio del Presidente della Repubblica: La Repubblica di Scalfaro è all'opposto di quella di Scalfari. Finanziamento pubblico: i finanziamenti vanno ai servizi, alle attività democratiche, non ai partiti. Il cittadino è oppresso dalle tasse e lo stato non fornisce i servizi richiesti: "Sì, ma non in un giorno. I cittadini hanno chiesto, in questi anni, favori e privilegi per cui siamo andati alla bancarotta fraudolenta". Andreotti: "non vorrei che coloro che l'accusano li rendessero l'estremo servizio: cioè farsi condannare, poi, loro per calunnia"

(ROMA del 5 gennaio 1993)

NAPOLI. Marco Pannella ripiomba a Napoli. Negli studi di "Domenica in" raccoglie la sua buona dose di applausi mentre Alba Parietti lo sottopone alla prova della "Veritas virtus"; una macchina della verità che, tra il serio e il faceto, induce l'ospite di turno a non avere peli sulla lingua. E Pannella, nel rinfacciare a quanti con il sorrisino sulle labbra commentavano i suoi digiuni o quelli dei suoi amici per le battaglie civili, ha detto, con la tradizionale franchezza: di cosa vi meravigliate oggi? Gli scandali, Tangentopoli, i politici corrotti e corruttori e adesso inquisiti: tutti argomenti che i radicali di ieri e gli aderenti al Partito transnazionale oggi vanno da sempre denunziando.

E un Pannella più forte lo si può avere con circa trentamila aderenti che, con il loro contributo di idee e di sostentamento, potrebbero consentire di intensificare la battaglia a questo sistema.

Non è mancato anche un monito. Sarajevo non è troppo lontana, soprattutto per le popolazioni dell'Adriatico. Contribuire a porre fine a quella mattanza interetnica è un impegno non solo di civiltà ma anche di sicurezza europea.

La sua anima non violenta, ispirata ai principi gandhiani, si ribella al solo pensiero che laggiù c'è gente che muore senza un perché.

Napoli lo ha tradito, allorché dalle urne non fece uscire i consensi richiesti. Ora si lamenta? Ebbene, ognuno ha gli amministratori che si merita. Il mondo cambia, l'Italia fa il suo ingresso in Europa e Marco Pannella rilancia la sua idea della transnazionalità. E' un appuntamento che non si può mancare con la storia. Orgogliosamente, ora, può dire: l'avevo già detto.

L'Italia sta davvero cambiando? Il messaggio del presidente Scalfaro, il suo no ai corrotti e agli evasori sarà veramente recepito?

"Certo", ribatte Pannella, "è importante che il Presidente si sia espresso in quel modo. Dimostra che questa repubblica di Scalfaro è una repubblica non delle chiacchiere ma della parola, cerca di dar corpo al garantismo; la misura della repubblica di Scalfaro sta esattamente all'opposto della dismisura dilagante, straripante, irresponsabile della Repubblica di Scalfari, e ciò ci fa bene sperare".

D. - Nuove regole di finanziamento ai partiti, riforme, referendum: come?

R. - Secondo, me, l'ho già detto da quindici anni, i finanziamenti vanno ai servizi, alle attività democratiche, non ai partiti. Ai partiti democratici, questo va dato, non a questi partiti. Diversamente si toglie qualche soldo di finanziamento pubblico e si dà qualche milione di servizio pubblico alla loro attività; ma questi devono andare a casa. Intanto, per esempio, il Pds continua ad essere il grande proprietario immobiliare, molto più del Vaticano; quindi cosa facciamo? Ci rendano questi migliaia di miliardi di averi e poi si vedrà".

E contro gli attuali partiti Pannella incalza senza pietà. Le grandi manovre di oggi tenderebbero, infatti, esclusivamente a garantire "il loro permanere con il potenziamento pubblico, che è il servizio pubblico delle loro attività", con l'obiettivo dell'"azzeramento penale delle loro responsabilità".

Per le riforme e i referendum, Pannella sostiene che è inutile vendere "prima" la cosiddetta pelle dell'orso. "Vediamo il 13 gennaio prossimo", afferma, "cosa fa la grande cupola del regime, detta Corte Costituzionale. Può anche darsi che, ormai, le convenga, per conformismo di regime farli passare. E' il minimo di ciò che dovrà mollare".

D. - Bossi invita Martelli e Segni a uscire da Psi e Dc mentre a Varese la Lega stringe un'alleanza con il Pds, relegando per la prima volta la Dc all'opposizione; la svolta, insomma, si sta concretizzando?

R. - "Vi sono dei fatti che, indubbiamente, hanno scosso il Paese. Tangentopoli non è un caso. Ma è anche vero che per il momento si colpiscono i ladri di denaro, non i ladri di legalità che sono da ergastolo. E l'ordine giudiziario in questo non è ancora molto efficiente, perché fa parte della classe dirigente, tanto quanto il ceto politico".

D. - Il cittadino comune si sente oppresso da tasse e recessione mentre lo Stato non riesce a offrire i servizi richiesti, sarà possibile allentare la morsa?

R. - "Sì, ma non in un giorno. I cittadini hanno chiesto, in questi anni, favori e privilegi per cui siamo andati alla bancarotta fraudolenta".

A questo punto ricorda il tradimento di Napoli che lo liquidò con un 3% elettorale dando consensi a tutti coloro che hanno messo le mani sulla città.

Ma Pannella sa anche perdonare e dice: "Visto che abbiamo saputo governare noi stessi, in alternativa allo sfascio, forse, siamo gli unici che potremmo governare le istituzioni, Napoli e altre città".

D. - Accuse ad Andreotti, vere o false? I misteri d'Italia non finiscono mai.

R. - "Vorrei ricordare che per tre volte siamo stati sul punto di far processare Andreotti. Per tre volte, l'ultima soprattutto, il Pds lo salvò non facendolo processare. E voglio sottolineare che Andreotti per 27 volte è stato salvato dalle indagini che, molto probabilmente, l'avrebbero proclamato innocente, ma che, comunque, andavano fatte. Adesso non vorrei che coloro che l'accusano - sottolinea sorridendo - gli rendessero l'estremo servizio: cioè farsi condannare, poi, loro per calunnia".

D. - Sogna un Di Pietro anche per il riscatto Sud?

R. - "Sono il deputato europeo del Sud, dall'Abruzzo alla Calabria. A Reggio si è colpito ma bisogna mirare più in alto. Però sono certo che nel momento in cui venisse fuori un nuovo Di Pietro a Napoli, l'ammazzerebbero nel Palazzo di giustizia subito molti colleghi, non dico quali".

"Ho la sensazione che molte cose debbano ancora accadere - aggiunge in conclusione -. Si vuole cambiare? Ebbene noi stiamo creando questo Movimento Pannella, partito transnazionale-transpartitico con delle capacità alternative. E' tempo di partigiani, ma non di fazioni e di soldati e i partigiani possono arruolarsi solo in questo esercito di non violenza".

Il ciclone Pannella lancia una nuova sfida. Solo il consenso della gente può dargli ragione.

 
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