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Berti Marco - 5 febbraio 1993
Pannella, la politica può essere nobile
di Marco Berti

SOMMARIO: Al trentaseiesimo congresso del Pr, il leader radicale rivendica la validità della scelta transnazionale e della sfida alla partitocrazia. "Aiutateci a salvare il partito, iscrivetevi o finirò a fare due passi con Bettino". "Siamo riusciti a realizzare una unità politica con iscritti appartenenti a formazioni diverse. E' nei grandi scontri che la democrazia unisce". "Quando la giustizia di Tangentopoli avrà fatto il suo corso, centinaia di giudici risponderanno del loro operato". Attacchi a Orlando e Garavini. "Poi accusa: "C'è un evidente accordo fra l'Onu e le truppe serbe. Sono tutti mobilitati per impedire al sindaco di Sarajevo di venire in Italia".

(IL MESSAGGERO, 5 febbraio 1993)

"Per la nobiltà della politica". E' solo uno dei tanti slogan che campeggiano nel salone del congresso. Per Marco Pannella è invece la ragione principale per cui il partito radicale non deve morire ed è il messaggio che lancia al paese. "La nobiltà dei politici c'è e può esserci e ne è testimone la lettera di Sergio Moroni", afferma ricordando il parlamentare socialista morto suicida per le vicende di Tangentopoli. "Ed è una testimonianza importante - continua - di quelle che vengono dai nuovi giacobini, dagli intolleranti e dagli intollerabili".

Primo giorno dei lavori del 36· congresso radicale. Pannella sale sul podio a fine mattinata. Bombardato dai flash dei fotografi e dai quarzi degli operatori televisivi che fino a pochi minuti prima aveva strapazzato Perché troppo invadenti, calamita immediatamente l'attenzione dei 658 presenti. Ma chi sono questi nuovi giacobini? Questi intolleranti e intollerabili? Pannella ne chiama in causa subito due, il segretario di Rifondazione comunista, Sergio Garavini e Leoluca Orlando. E poi si rivolge direttamente al leader della Rete: "A chi lo applaude in buona fede, come sono in buona fede i demagoghi, voglio dire che le tradizioni di cui vuole ergersi a difensore sono quelle del democristiano al cento per cento Rino Nicolosi, oggi radicale al cento per cento, e le mie. Poi potremo discutere di mafia e di certezza del diritto". E così annuncia fra l'altro alla platea che il vicecapogruppo alla Camera della Democrazia Cristiana, Rino Nicolosi, di Catania, si è iscritto al partito transnazionale. E' la pri

ma iscrizione di un dc nei ranghi radicali.

"Quando la giustizia - continua Pannella - avrà fatto per intero il suo corso, anche centinaia di magistrati dovranno rispondere del loro operato, come i politici. Se ciò non accadrà, Tangentopoli sarà un'operazione importante, non monca, Perché relativa al solo furto di denaro, mentre resterebbe impunito il furto di giustizia e di legalità".

Pannella si guarda intorno, indica i numerosi parlamentari presenti, individua i quattro ministri iscritti al Partito Radicale (Pagani, De Lorenzo, Facchiano e, "dulcis in fundo o in cauda venenum, non lo so", Martelli), sottolinea la folta presenza straniera ed evoca Occhetto che non c'è: "Achille, ma dov'è non lo vedo?". Poi ringrazia per essere intervenuti il presidente del Consiglio Amato e i presidenti di Camera e Senato, Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini: "Vi sono qui testimonianze di un paese anche attraverso le istituzioni". Poco prima, salutando Napolitano e Spadolini, aveva affermato che questo "è il miglior Parlamento che il paese abbia mai avuto".

Come aveva già fatto qualche giorno fa, Pannella chiama in causa anche il segretario socialista, Craxi. Lo fa con la solita battuta sibillina: "Se non sarà possibile far vivere il partito radicale, martedì prossimo (a congresso terminato, ndr) telefonerò a Bettino e gli dirò: andiamo a fare due passi assieme e lasciamoli lavorare". E rispondendo indirettamente a che gli attribuisce altre velleità politiche: "E' sul partito radicale transnazionale che io misuro il mio impegno".

Quello della sopravvivenza del partito è stato il tema dominante della prima giornata dei lavori e dell'intervento di Pannella. Ancora una volta ribadisce come siano necessarie trentamila iscrizioni per non chiudere i battenti. poi guarda sconsolato alle sue spalle le cifre che indicano la quota di iscritti raggiunta attorno alle 14 di ieri: 1.507. In pratica, ne mancano 28.493. Un obiettivo disperato, quasi impossibile da raggiungere in pochi giorni. Pannella non perde del tutto le speranze, anche se ammette che "ci vorrebbe un miracolo", per poi chiarire che lui ai miracoli non ci crede. E lancia al paese l'appello "per una politica nobile". Lo lancia ai cittadini e alle forze politiche, a quei politici che così numerosi affollano la "sua" assemblea. parla orgoglioso della "unità Politica" che grazie ai radicali il paese ha potuto raggiungere, riferendosi agli iscritti al partito appartenenti ai vari partiti, anche avversari far loro. E ribadendo il significato che assume la prima iscrizione di un dep

utato democristiano, Rino Nicolosi. "Un democristiano con il quale mi sono scontrato e incontrato su tanti argomenti, ed è nei grandi scontri che la democrazia unisce".

"Se nell'ex Unione sovietica - prosegue rivolta alle numerosissime delegazioni straniere - c'è il doppio degli iscritti al partito radicale rispetto all'Italia, se nella capitale del Burkina Faso ci sono più iscritti che in qualunque città italiana, se possiamo rivendicare una lotta attenta del nostro governo per ottenere che il nostro compagno, sindaco di Sarajevo, possa lasciare il suo paese per venire qui, se vi è una unità italiana della politica per accogliervi, è Perché noi abbiamo creato tutto questo. Nulla di tutto questo apparteneva alla storia italiana in quanto tale. Basterà?. Sì, se il partito radicale vivrà. Ma se alla fine del congresso non saranno raggiunte le condizioni che noi poniamo per continuare la nostra azione politica, diremo non un arrivederci ma un addio".

Pannella, riferendosi alla vicenda del sindaco di Sarajevo, Muhamed Kresevljakovic, ha parole dure nei confronti delle truppe dell'onu di stanza in Bosnia. Il sindaco doveva intervenire all'apertura del congresso, ma è stato bloccato poco prima di partire per motivi di sicurezza. "Sarebbe un bersaglio troppo facile per i cecchini serbi", dicono all'Onu. Ma Pannella non la pensa così. E' convinto che ci sia un "evidente accordo" fra le truppe dell'Onu del generale Morillon e i serbi. "Si stanno mobilitando in tutti i modi - accusa - per impedire la venuta in Italia, in questo congresso, ad Assisi, ovunque del sindaco di questa città martire".

E conclude: "Siamo un partito di democratici cristiani, di liberali storici, di socialisti, di repubblicani, di Rifondazione comunista. Abbiamo opinioni diverse. Come da voi, amici russi, sul problema dell'ex Iugoslavia. E di questo dovremo discutere. Ma ci sarà pure una ragione che giustifica tutto questo. Questo nostro stare insieme.

 
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