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Marini Sandro, Pannella Marco - 7 febbraio 1993
Intanto Pannella ricorda la figura di don Murri
IL "CASO" DEI DC ISCRITTI AL PR

di Sandro Marini

SOMMARIO: Per la prima volta Marco Pannella è intervistato dal quotidiano della Dc, "Il Popolo", in occasione del XXXVI congresso del Pr (4/8 febbraio 1993). A proposito della iscrizione di deputati Dc al Pr: »quanto più cresce la consapevolezza dei problemi contemporanei, tanto più ci rendiamo conto che le divisioni nobilissime che abbiamo ereditato dal passato nel Paese non saranno quelle del futuro ; Romolo Murri: »ha sempre lottato anche contro tutte le commistioni fra la religiosità ed il potere. Un vero democratico cristiano ; aborto: imponendo il problema del flagello in atto, l'aborto clandestino di massa, abbiamo meglio consentito anche alla Chiesa di farsi meglio ascoltare.

(IL POPOLO, 7 febbraio 1993)

Onorevole Pannella, sembra proprio che il fatto nuovo del tesseramento del partito radicale del '93 sia la presenza dei parlamentari dc?

PANNELLA - Devo fare prima un paio di considerazioni. Questo "transpartito transnazionale" conta parlamentari di 94 diversi partiti nazionali e da due anni ad esempio abbiamo il vice presidente della Dc del Kossovo. Il Pr quindi non è concorrente dei partiti nazionali in nessun caso. Né nelle elezioni nazionali Né in quelle europee. Abbiamo inoltre precisato che il Pr in quanto tale non può essere considerato nemmeno partito di opposizione. Una seconda considerazione da fare è che quanto più cresce la consapevolezza dei problemi contemporanei, tanto più ci rendiamo conto che le divisioni nobilissime che abbiamo ereditato dal passato nel Paese non saranno quelle del futuro. Vorrei poi ricordare che tutte le mozioni più importanti sostenute dai radicali nel parlamento in questi anni e molte iniziative di politica federalista europea hanno avuto la nostra promozione ma i primi firmatari sono stati parlamentari dc.

Ma a questo "feeling" esistente, oggi si è aggiunto un fatto nuovo e di maggior spessore.

PANNELLA - Certamente qualcosa di nuovo si sta innestando in una storia antica che è stata di profonda ma nobilissima opposizione. Opposizione che non riguarda il partito radicale di oggi, ma i radicali storici e la Dc dei decenni precedenti. Martinazzoli tra le altre cose porta con sé in modo più esplicito una concezione di rispetto assoluto delle regole e del diritto anche a livello associativo. Ritengo molto importante che Martinazzoli, preavvisato che parlamentari dc ritenevano doloroso che in un "transpartito transnazionale" non ci fosse il loro apporto, abbia voluto dire: "ero al corrente e non ho avuto obiezioni". E poiché stiamo lottando perché l'esperienza radicale viva, mi fa molto piacere che anche in Italia nasca un apporto cristiano-democratico per l'esistenza di questo unicum nella vita politica del mondo. Questo fatto, poi, corrisponde alla mia posizione personale che mi ha condotto fin dal 1983 a negare che si potesse ancora parlare di alternativa alla Dc ma piuttosto alla partitocrazia. Cred

o che non sia mancata occasione in tutti gli scontri politici in cui non abbia espresso questa convinzione che è una convinzione politica.

Nel suo intervento di giovedì ha fatto riferimento a don Romolo Murri. Cos'è che rende attuale questa figura?

PANNELLA - Quella di don Murri è una mia intuizione di almeno cinquant'anni ed è legata al ricordo di uno dei miei migliori amici e compagni di lotte universitarie e politiche. Man mano che sono passati gli anni, la mia ammirazione e la mia convinzione che Murri sul piano del pensiero politico è una delle persone più straordinarie di questo secolo si sono rafforzate. Pensi che quando sono entrato in parlamento ho voluto occupare il seggio che era stato di Murri. Qual'è la sintesi della mia lettura della sua vita? Oggi gli scrittori cattolici che si occupano di Murri riconoscono una cosa di cui ero convinto: Murri non è mai stato un modernista. Sul piano teologico Murri non ha mai avuto difficoltà con la Chiesa da parte sua. Ma le difficoltà gli sono venute dalle sue scelte politiche, che erano una cosa diversa.

Va bene, ma cosa c'entra con i radicali?

PANNELLA - Quando morì in duello un grande radicale, Felice Cavallotti, scrisse che l'empito d'amore di questo personaggio per il progresso sociale, per la libertà, per i diritti, era tale che si augurò di poter vivere la fedeltà agli stessi ideali che aveva vissuto Cavallotti. A quel punto il suo successo fra i giovani intellettuali divenne travolgente. Il Vaticano lo destinò a quella gigantesca Opera dei congressi che era la risposta cattolico-sociale contro il carattere borghese dello stato liberale. Ed in brevissimo tempo Murri ne divenne il leader indiscusso. Di nuovo era divenuto politicamente scomodo. A questo punto pensò di fare qualche altra cosa e creò la Dc e successivamente la Lega democratica nazionale, divenne deputato radicale e il leader dei radicali in Italia. A me è parso che fosse giusto ricordare in modo umile la storia che c'è dietro di noi. Che se è stata storia di divisioni è stata storia di divisioni molto strane. Murri aveva una passione politica per il diritto dell'emancipazione soc

iale divorante. E ha sempre sostenuto il diritto dovere dello Stato di rispettare l'ambito della religione in un modo feroce, ma ha sempre lottato anche contro tutte le commistioni fra la religiosità ed il potere. Un vero democratico cristiano, credo di poterlo dire.

Oggi è la giornata per la vita. Cosa ha da dire in proposito?

PANNELLA - Ritengo che imponendo ad una società incinichita, come quella italiana, ad un regime corrotto che ora sta crollando, il problema del flagello in atto, l'aborto clandestino di massa, abbiamo meglio consentito anche alla Chiesa di farsi meglio ascoltare. Per il resto concordo di più con quella grande maggioranza di fedeli cattolici che si è espressa contro la via illusoria e battuta della repressione, che con chi - come il card. Biffi - sembrerebbe ritenerli quanto meno complici di assassini.

 
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