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Coppari Antonella, Pannella Marco - 7 febbraio 1993
Il Marco rivalutato
PARLA PANNELLA: "NOI, GLI UNICI OPPOSITORI"

Intervista a Marco Pannella di Antonella Coppari

SOMMARIO: Intervistato nel corso del congresso radicale (Roma, 4/8 febbraio 1993), Marco Pannella afferma che non ci sarà riforma finché, insieme con i politici corrotti, in galera non finiranno anche i giudici, che per quarant'anni hanno coperto le responsabilità del regime, e i potenti. L'opposizione sia alla maggioranza che all'opposizione.

(LA NAZIONE, 7 febbraio 1993)

L'impatto disorienta: più che un albergo, l'Ergife sembra il Palazzo dell'Onu. Se la hall mantiene una parvenza di normalità, basta varcare la vetrata che conduce verso il salone dove si svolge il congresso radicale per respirare un'aria totalmente diversa. La confusione regna sovrana. Nell'aria si incrociano le lingue più diverse, dal russo all'ucraino, al polacco, fino ad arrivare ai vari dialetti africani. Il caos raddoppia nel primo seminterrato, dove sono allestiti gli stand. Qui si trova veramente "di tutto, di più": matrioske con le facce dei leader sovietici degli ultimi cinquant'anni, libri "Millelire" di Stampa alternativa, poster, serigrafie, canocchiali. C'è addirittura un angolo riservato all'associazione dei fan dell'Esperanto. Ma è nel secondo seminterrato, dove si svolge il congresso, il cuore di questo allegro bailamme. E' qui, infatti, che circondato dalla sua variopinta corte, c'è il re: Giacinto Pannella, in arte Marco, siede su una sedia di plastica, come tutti gli altri. E' lui il

padrone della situazione, l'uomo al quale si sono affrettati a rendere omaggio i big di tutti i partiti. E nelle vesti di "salvatore della patria" il Marco nazionale si sente a suo agio. Ci concede udienza. Privata. Per modo di dire, naturalmente: intorno la festa continua. Il viavai di gente non cessa, anche se il congresso è momentaneamente sospeso. E' l'ora dello spuntino. Che Pannella rinvia per rispettare la parola data. Ma avverte: "Solo cinque minuti". Eccolo qui, dunque, il re dei trasversali, colui che alla sua corte ha riunito pidiessini e dc, socialisti e liberali.

Il congresso radicale è un centro catalizzatore dei politici. In platea ci sono più esponenti della maggioranza che radicali. Il trasversalismo parte allora da qui?

PANNELLA - "Qui ci sono "trans" di tutti i tipi, dal transnazionalismo al transessualismo. L'unico trans che manca è il trasversalismo, che di questi tempi diventa troppo spesso trasformismo. Non ci interessa proprio."

Venerdì alla votazione sulla mozione di sfiducia al governo lei si è astenuto. Dunque, porte chiuse ad Amato?

PANNELLA - "No, aperte come sempre. Sono coerente: mantengo la mia posizione sia alla maggioranza che all'opposizione nel Parlamento. L'astensione ha in sé una valutazione non negativa nei confronti del governo. E' più negativa invece per il documento presentato dal Pds, caduto ingloriosamente".

Che cosa risponde a La Malfa quando sostiene che lei continua a fare la stampella al governo?

PANNELLA - "In tutta la mia vita non ho mai fatto da stampella a nessuno e non inizierò certo ora. Può darsi che La Malfa se ne intenda più di me di stampelle. Perché, invece di criticare gli altri, non dà un'occhiata alla sua autobiografia?"

Al congresso radicale è intervenuto per la prima volta un segretario democristiano, e parecchi politici scudocrociati si sono iscritti al suo partito. E' una svolta epocale?

PANNELLA - "Madonna, che parolona. Diciamo che sono tutti piccoli passi in avanti."

Lei negli ultimi giorni ha attaccato i giudici. Sta per caso tentando di imitare Craxi?

PANNELLA - "Io non ho mai attaccato i giudici. Ho detto che la classe dirigente include non solo il potere politico, ma anche quello giudiziario. Perciò le responsabilità di 40 anni di regime appartengono anche ai giudici. Ho voluto sottolineare che non ci sarà alcuna riforma finché, insieme con i politici corrotti, non andranno in galera giudici e potenti di ogni rima che se lo meritano".

Pensa a qualche magistrato in particolare?

PANNELLA - "A molti della procura di Roma. Dal 1950 al 1990 li ritengo responsabili di gravi reati omissivi".

Lei ha criticato la politica estera del governo. E' ancora di questo avviso?

PANNELLA - "Dopo le nostre critiche rispetto all'ex Jugoslavia, negli ultimi 15 giorni il governo si è mosso in modo positivo. Ora deve fare mutamenti radicali su tutto il resto: dalla politica comunitaria a quella internazionale".

Passiamo al problema droga. Ritiene sufficiente la riforma della legge Jervolino-Vassalli varata il mese scorso dal consiglio dei ministri?

PANNELLA - "Niente affatto, anche se la considero un passo positivo. In ogni caso, ora ci sarà il referendum".

In questo congresso ci sono uomini che vengono dai Paesi più vari. Che cosa li unisce?

PANNELLA - "Le idee. E la lotta perché queste idee divengano realtà".

Lei ha portato in Parlamento Cicciolina ed Enzo Tortora. Porterebbe oggi a Montecitorio Mario Chiesa?

PANNELLA - "Chi è?"

Ma come? Non conosce l'uomo che ha dato il via a Tangentopoli?

PANNELLA - "Appunto: chi é?"

Big Ben ha detto stop. I cinque minuti concessi sono finiti. Re Marco scappa via. La corte lo chiama. E' dura la vita del re.

 
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