di Franco AlbaneseSOMMARIO: Alcuni passaggi del comizio che Marco Pannella ha tenuto nel corso del congresso radicale (Roma, 4/8 febbraio 1993). Partito imborghesito? Bandinelli: »No, ma siamo cambiati almeno tre volte .
(IL MESSAGGERO, 8 febbraio 1993)
Il "Marco nazionale" è in rialzo. Ingorgo di auto attorno all'Ergife, e sala gremita, con una quindicina di box da interpreti, in tante lingue, soprattutto slave, per il comizio di Pannella. Il suo "discorso di commiato" nella "camera ardente" del partito "trans" che, per ora, non è "morto": corre il rischio di morire, ma forse, poi... vivrà. Lo si saprà in serata, se raggiungerà i trentamila iscritti (traguardo inverosimile, data la quota 2.200, di ieri) o se invece la "bacchetta" di Marco riuscirà nella magìa di trovare finanze fresche. Un'ipotesi per far soldi, quella di vendere Radio radicale, è subito scartata dai brusii dell'uditorio, da qualche voce: "no", e dal "ragionamento" dello stesso Pannella. Appena lanciata la proposta, lui stesso la scarta: la radio serve non solo al Pr, ma a tutti, perché trasmette congressi e notizie che nessun'altra emittente diffonde.
Un futuro "incerto". Si comincia con una battuta, per lo striscione "Bentornato Bobo!". Pannella lo mostra dal podio e spiega: "Bobo, non è Craxi, è Sergio Staino", il creatore di »Bobo ". E il pubblico ride. C'è invece silenzio assoluto, gelo, quando il capo carismatico rivela: "Non mi sono ancora iscritto". Un attimo in cui la sorte del partito sembra già segnata, in senso negativo. Immaginate un Pr senza Pannella? Ma dura poco, perché lui assicura che lo farà, e che non vorrà incarichi nel futuro transnazionale. Ma deve chiedere scusa all'uditorio, in gran parte straniero, perché "l'urgenza del serbatoio italiano schiaccia il trans". "Apre" un colloquio con la Dc di Martinazzoli, soddisfatto del suo "beneplacito" per l'iscrizione di tredici dc al Pr. Qualcuno in fondo alla sala si chiede: "Cosa ha in mente Marco? Vuole andare al governo?". Invita il cardinale Biffi a iscriversi anche lui, per poter discutere della procreazione, e la gente torna a ridere. Ma lui insiste: "Non c'è ironia: si tratta di
ragionare laicamente di un atto, perché nell'amore immacolatamente si concepisca la vita".
Un passato "lontano". I toni non sono certo quelli della campagna sull'aborto. Quando la legge in materia così scottante muoveva i primi passi e i radicali eleggevano Adelaide Aglietta segretario nazionale, e lei li ringraziava levando le mani in alto e congiungendo pollici e indici delle mani, nel simbolico gesto delle femministe, che irritava tanto i cattolici. Ma, anche i militanti, come sono cambiati! Si entrava nella sala di un congresso e sembrava di stare in un villaggio fantastico, tra donne che sferruzzavano, barboni sdraiati a dormire, coppiette "appiccicate", o gay che si accarezzavano, magari ostentando cartelli del "Fuori". C'era una volta "quel" partito radicale. Poi vennero i tempi degli "inganni" di Tony Negri, e di Cicciolina, "sogno in negativo" di tutti gli italiani, come diceva Federico Fellini, ma "incubo" per i radicali non solo quando si presentava al congresso per dire "Non mi fate violenza".
Il presente. Bandinelli, memoria storica. E' un partito che ha "segnato" i tempi, spesso anticipandoli. Quando Pannella ventilò l'idea del "Transnazionale", anche uno dei suoi più "fedeli", Francesco Rutelli, oggi capogruppo dei "Verdi" alla Camera, espresse preoccupazioni per l'abbandono della dimensione nazionale. Oggi, Rutelli invita i verdi a prendere la tessera del Pr. Il "transpartitismo", all'inizio, era soltanto la doppia iscrizione di Loris Fortuna, o di qualche altro socialista come lui che promuoveva la legge sul divorzio. Ora, ha "toccato" la Dc e Pannella spera... di arrivare al Cardinale. E' un partito tutto nuovo. Che sembra aver subito il "fascino discreto della borghesia". Pannella "lamenta": gli industriali non lo finanziano. Come la prendono i militanti? Lo chiediamo a "uno dei primi dieci radicali", Angiolo Bandinelli, ex consigliere comunale a Roma e deputato per una legislatura. "Forse c'è un po' di sconcerto, ma anche discussione. Poi, quello ci sta e quell'altro no. Ma magari uno
torna, come è tornato ieri Rutelli. E' un cambio genetico, non, come voleva Berlinguer per il Pci, una "mutazione" genetica. Il Pr è cambiato almeno tre volte". C'è tanta gente, molti "signori in giacca e cravatta". Ma, ci sono anche i giovani che lavorano per l'idea? "Qui, non saprei rispondere. Nei "club Pannella", all'Università, sì. A Roma, ci sono più di mille iscritti".