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Cavalleri Cesare - 10 febbraio 1993
IL PR: SE SPARISCE NON LO RIMPIANGEREMO
di Cesare Cavalleri

SOMMARIO: L'autore si augura la scomparsa del Partito radicale e la messa in pensione di Marco Pannella che »è, per un cattolico, un avversario totale e, per un democratico che si sforza di aver fiducia nelle istituzioni, una pericolosa mina vagante . Elenca poi i »misfatti di Marco Pannella: per demerito di Pannella abbiamo l'aborto legale in Italia »prima e fondamentale causa delle sciagure nazionali ... »a lui dobbiamo la pensione di deputato che oggi Ilona Staller legittimamente gode . Affermando infine che »l'incultura nichilistica radicale è la antitesi dei valori che un cittadino onesto, cattolico o non, si sforza di tradurre in strutture civili , auspica che il bene sconfigga il male e quindi che il Pr sia eliminato dalla scena politica.

(L'AVVENIRE, 10 febbraio 1993)

Uno dei segni della precarietà politica in cui viviamo è la rinnovata considerazione in cui da qualche tempo è tenuto Marco Pannella: conferenza stampa con il Presidente del Consiglio per l'aggiornamento della legge sulla droga, schieramento dei vertici politici e istituzionali all'ennesimo congresso-farsa del partito radicale, viva preoccupazione per la possibile scomparsa del partito stesso oggi debole di trentamila tessere mentre ne occorrerebbero dieci volte tante per il rilancio con relativo finanziamento pubblico.

Confesso candidamente che non riesco a spiegarmi il perché di tante apprensioni. Vedo, anzi, nell'augurabile scomparsa del partito radicale un elemento di chiarificazione della politica italiana, e anche un sintomo di ripresa normale. Non c'è, nel mio atteggiamento, alcuna esultanza per le disgrazie altrui, e non faccio questioni di persona: del resto Pannella non resterà disoccupato e, comunque, avrà sempre la pensione di deputato per lautamente campare. Ne faccio una questione di lealtà: nel dibattito politico e ideologico, infatti, bisogna riconoscere gli avversari e trattarli come tali. Non per desiderarne la scomparsa fisica o il danno personale, ma perché se si è portatori di una cultura alternativa è inevitabile che non ci siano compromessi con la posizione avversaria, che va combattuta con tutti i mezzi che la democrazia mette a disposizione.

Orbene, Marco Pannella è, per un cattolico, un avversario totale e, per un democratico che si sforza di aver fiducia nelle istituzioni, una pericolosa mina vagante.

Non farò un elenco completo dei misfatti di Pannella, elenco che sarebbe interminabile: Basti ricordare che egli contribuì al discredito del parlamento chiamandone a far parte Toni Negri, l'ideologo del terrorismo che immediatamente utilizzò l'immunità parlamentare per fuggire in Francia dove tuttora, impunito, si trova; e sempre a lui dobbiamo la pensione di deputato che oggi Ilona Staller legittimamente gode. Ma questo è niente a confronto del fatto che è per demerito di Pannella che abbiamo in Italia l'aborto legale, prima e fondamentale causa delle sciagure nazionali, e da questa posizione pannella non recede , come ha confermato anche nel congresso radicale di questi giorni. Qualche anno fa era sembrato che i parlamentari avessero perso la pazienza nei confronti del collega Pannella. Infatti, il 25 ottobre 1989 la Camera, con 222 voti contro 160, accolse le dimissioni di Giacinto Pannella, detto Marco, da deputato. Fu una sorpresa della votazione a scrutinio segreto, perché le rituali dichiarazioni di v

oto erano per la respinta delle dimissioni, pretestuosamente motivata da un'inesistente disattenzione dei mass media nei confronti della lista pannelliana antiproibizionista per le elezioni comunali di Roma. E spiace che, per la Democrazia cristiana, sia toccata proprio a Oscar Luigi Scalfaro la difesa d'ufficio di Pannella, la cui permanenza a Montecitorio fu definita "quanto mai utile per risollevare le sorti del parlamento italiano", pur ribadendo la divergenza di posizioni politiche. E fu in quella occasione che, per ringraziarlo, Pannella ribattezzò Scalfaro "il Pertini cattolico", elogio che a me è sempre parso, piuttosto, un insulto.

Nelle successive elezioni politiche, com'è noto, Pannella si è ripresentato con una lista tutta sua ed è rientrato a Montecitorio dalla porta, dopo esserne uscito dalla finestra.

L'incultura nichilistica radicale è la antitesi dei valori che un cittadino onesto, cattolico o non, si sforza di tradurre in strutture civili. La vittoria del bene comporta la sconfitta del male, per la cui scomparsa non si deve avere compassione alcuna, (non sto facendo - lo ribadisco per i cuori troppo sensibili - questione di persone).

Il fatto che il partito radicale veda eroso il suo consenso popolare è una vittoria della democrazia, ed è piuttosto scandalosa l'insistente attenzione dei mass media verso un partito che ha solo tremila iscritti. E che la solidarietà dell'iscrizione venga da Claudio Martelli, da Benetton con il gemello fotografo Toscani, e da altri personaggi della stessa risma, ribadisce che Pannella è sempre sulla strada sbagliata e in pessima compagnia.

Non propongo di abbandonare Pannella ai corvi e non partecipo al vilipendio di cadavere: dico, invece, che Pannella sarà applaudito anche da me quando avrà radicalmente cambiato le sue opinioni, e per aiutarlo su questa via ritengo utile ogni occasione per dirgli lealmente che finora ha sbagliato e anche oggi sta sbagliando.

 
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