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Benson Gianna, Bonino Emma - 11 febbraio 1993
IL "PARTITO DEMOCRATICO" PUO' ESSERE REALTA'
Intervista al nuovo segretario del Partito Radicale. Si può modificare la 194: considerando l'aborto come qualsiasi intervento. Bonino rilancia l'alleanza trasversale. Cominciando con l'iscrizione al Pr

di Gianna Benson

SOMMARIO: All'indomani della sua elezione alla segreteria del Pr, Emma Bonino risponde alle domande sulle conclusione del congresso radicale (Roma, 4/8 febbraio 1993), sulle periodiche campagne di autofinanziamento, sul richio di chiusura del partito, sull'aborto, sulla massiccia adesione di parlamentari di tutti gli schieramenti al Pr.

(IL MATTINO, 11 febbraio 1993)

Emma Bonino nuovo segretario radicale.

Dopo lanci, rifiuti e rilanci lo è diventata per volontà di Marco Pannella. Ma può esistere o no un Pr senza Pannella?

BONINO - "Certo: sono diventata segretario del Pr su indicazione di Marco ma anche dietro sollecitazione e con il voto del congresso. Questo ha pesato molto, ha stimolato la mia responsabilità e mi ha fatto vincere le mie stesse resistenze. Che ne sarebbe del partito radicale senza Pannella? Scusi, ma mi sa dire una sola buona ragione perché io debba pormi questo problema?"

Il suo sogno, ha detto, è un generale coro che rivendichi la tessera radicale. Vi stanno bene proprio tutti? non avete paura di diventare un partito usa-e-getta, usato e gettato dai Toni Negri e dai Culicchia?

BONINO - "Gli altri partiti hanno un organo come i "probiviri" che dovrebbero controllare la moralità e la dignità degli iscritti o aspiranti tali. Tutti i partiti impongono una specie di giuramento di fedeltà ai sacri principi e ai sacri valori, pretendendo di essere considerati partiti-chiesa. E' roba da ridere. Tutto ciò non ha impedito che quegli stessi partiti diventassero i partiti-fogna di tangentopoli.

Tra loro e il partito usa-e-getta o il partito-pullman quale ha funzionato meglio?"

Insomma gli applausi degli inquisiti di tangentopoli sentiti al congresso che effetto fanno?

BONINO - "Non spetta a noi vietare gli applausi. Noi siamo laici, giudichiamo dalle azioni, dai gesti concreti e basta. Chi si iscrive si assume precise responsabilità e lo sa".

Che tipo di partito potrà essere il Pr se non raggiungerà quota 30.000 iscritti?

BONINO - "Semplicemente chiuderà. O meglio sarà messo in liquidazione".

Pensa sia realistica l'ipotesi del "partito democratico" di cui ha parlato Martelli all'Ergife?

BONINO - "E' realistica, anzi indispensabili. Come dimostra la vicenda Martelli di queste ore c'è il rischio dello sfacelo di ogni altra prospettiva. Il partito che conta 150 deputati di quasi tutti i partiti, con il socialista Martelli, il Dc Nicolosi e Tiziana Maiolo di Rifondazione costituisce già più che una ipotesi; credo che si possa ormai parlare di un vero e proprio "laboratorio" del nuovo partito democratico che esiste e cerca di crescere se gli italiani, trentamila italiani, lo sosterranno".

IL Partito Radicale e lei personalmente siete stati in prima fila 15 anni fa nella battaglia per la legalizzazione dell'aborto. Cosa pensa delle richieste attuali di modificare la 194?

BONINO - "Modificarla? Bisogna vedere in che modo. Quelli che vogliono abrogarla dovranno spiegare alle donne come riadattarsi al mercato clandestino delle mammane e dei cucchiai d'oro. La modifica che vorremmo noi invece è considerare l'aborto un vero e proprio intervento sanitario, fattibile sia nelle strutture pubbliche che in quelle private.

Oggi L'intervento fatto presso un privato diventa reato, mentre in conseguenza di questa situazione nelle strutture pubbliche comincia ad arrivare Tangentopoli, con le mazzette prese per favorire chi può pagare per far presto, mentre chi non ha soldi deve sottostare alla pena e all'umiliazione di attese intollerabili".

Si può prevedere un nuovo scontro cattolici-laici sul tema aborto e in questo caso si formerebbe come allora un fronte laico compatto?

BONINO - "Durante la battaglia che condusse all'attuale legge non ci fu affatto un fronte laico.

Ci fu un fronte del compromesso ipocrita che ebbe la sola funzione di evitare il referendum e di tenere in piedi l'unità nazionale, vale a dire la forma con cui si manifesta allora la partitocrazia. Noi radicali facemmo l'ostruzionismo, che pagammo con l'isolamento totale. Del resto non ci interessa il fronte laico ma la difesa intransigente della laicità dello Stato che restituisca l'aborto alla sfera inviolabile della coscienza e della responsabilità individuale".

Le sue argomentazioni in tema di aborto ai tempi del referendum erano tra le più oltranziste. Ora il clima è cambiato. Ritiene siano sempre valide o sente il dovere di fare autocritica?

BONINO - "Solo l'intolleranza è oltranzista. Noi radicali e io personalmente non lo siamo. Siamo piuttosto fermamente ragionevoli e proprio la vicenda dell'aborto lo dimostra. Se invece dell'attuale legge, ambigua e inadeguata, fosse passata la nostra proposta, molti degli inconvenienti che si lamentano sarebbero stati evitati. E' come con il proibizionismo: il passare degli anni dimostra che l'impostazione laica, tollerante, data dai radicali era quella più valida, in difesa di tutte le donne. Ma la partitocrazia vinse".

 
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