di Claudio MartelliSOMMARIO: Si tratta di creare »un nuovo soggetto politico, un partito democratico, un partito dei cittadini, forte del contenuto sociale e popolare delle tradizioni socialiste e democratiche, ispirato dal diritto alla vita e dalla vita del diritto, con un profilo inconfondibile di apertura, laicità, tolleranza, creatore di un internazionalismo vitale all'altezza dei conflitti che sconvolgono il pianeta in nome dell'umanità e della natura . Di qui al partito democratico c'è il Partito radicale.
(NOTIZIE RADICALI, 15 febbraio 1993)
Seguivo la vita del Patito Radicale da tanti anni, ma solo l'anno scorso ho deciso. Ripensandoci, è strano che io mi sia iscritto nel 1992. Strano non averlo fatto prima.
La prima volta che incontrai i radicali ero ancora un giovane repubblicano. Si tentava un'alleanza per le comunali di Milano del 1960: l'appuntamento sfumò. I radicali si presentarono con i socialisti e ottennero un bel successo. Si creò un legame attraverso il radicale-socialista Loris Fortuna. Così ben prima di iscrivermi mi sono impegnato e ho condiviso tante battaglie e insieme ai radicali ho promosso e vinto tante buone cause: il diritto al divorzio per la coppia che ne ha bisogno e che assume le sue responsabilità verso i figli; la rimarginazione della piaga dell'aborto clandestino. Poi il caso Tortora, il referendum sulla responsabilità dei giudici e dei politici. Il referendum sulla caccia.
Negli anni si sono così moltiplicate le riunioni e gli incontri politici, amichevoli e conviviali, e sono scorse così numerose le stagioni di un impegno comune che appena ho potuto cercai di rendere meno effimero, più stabile e più forte quel legame, giungendo a concepire e proporre agli elettori una quasi federazione tra socialisti, democratici e radicali.
Trascorsa la legislatura senza una politica degna di questo nome, all'inizio di una nuova legislatura che deve essere quella, finalmente, della grande riforma, tutti i fili del nostro rapporto si sono intrecciati.
La legge elettorale, l'elezione dei sindaci e - spero - del presidente sul modello americano, la necessità di superare gli attuali partiti per giungere a nuove unità, a sintesi diverse: tutto spinge nella stessa direzione. Per noi - socialisti, radicali, repubblicani, cattolici, progressisti, ambientalisti - si tratta di creare nel corso stesso della battaglia storica, per dar vita a regole e istituzioni chiare e moderne, un nuovo soggetto politico, un partito democratico, un partito dei cittadini, forte del contenuto sociale e popolare delle tradizioni socialiste e democratiche, ispirato dal diritto alla vita e dalla vita del diritto, con un profilo inconfondibile di apertura, laicità, tolleranza, creatore di un internazionalismo vitale all'altezza dei conflitti che sconvolgono il pianeta in nome dell'umanità e della natura.
Di qui al partito democratico, per condurre almeno una parte di italiani a questo appuntamento con il loro futuro politico, c'è il Partito Radicale, la sua esistenza va garantita, la sua esperienza va sviluppata.
So che per molti italiani 365.000 lire sono tante, proprio tante per una tessera di partito. Auguriamoci che coloro per cui "tante" non sono, vogliano contribuire in modo più adeguato. Ci sarà forse allora occasione per discutere di facilitazioni almeno per gli studenti e gli anziani più poveri. Ma, ora e subito, in linea di principio e di fatto, il diritto di essere radicali va preso sul serio come dovere di sostenere con il proprio contributo un partito che è già un'altra cosa rispetto alla partitocrazia, che è già una casa comune per tante diverse storie, che è già non una fazione contro altre fazioni ma un bene di tutti, un bene comune da custodire e da incrementare; e, quel che conta e vale non dimenticare, non solamente in Italia.
Claudio Martelli