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Buffa Dimitri, Bonino Emma - 16 febbraio 1993
ORMAI ALL'ULTIMA SPIAGGIA: "E' GIUNTA L'ORA DELLA VERIFICA"
RADICALI/ A fine mese la sentenza di vita o di morte

di Dimitri Buffa

SOMMARIO: L'autore descrive la nuova e inattesa attenzione della classe politica italiana nei confronti del Partito radicale a partire dalle decisioni del XXXVI congresso di Roma (4/8 febbraio 1993) che ha posto come condizione per la vita del partito la raccolta di 30.000 iscrizioni. Segue una intervista alla segretaria Emma Bonino: »c'è in ballo la sopravvivenza non di un partito nazionale, ma di uno in cui sono iscritti cittadini e parlamentari di 60 paesi in tutto il mondo, dalla Russia alla ex Jugoslavia, passando per gli Usa .

(QUIGIOVANI, 16/22 febbraio 1993)

Pochi giorni ancora per sopravvivere. Puntualmente ogni anno si rinnova lo psico-dramma del minacciato scioglimento del partito radicale, oggi transnazionale. Solo che questa volta si fa sul serio, e se entro la fine del mese non giungeranno 30 mila adesioni ordinarie da 300 mila lire l'una ( o l'equivalente in soldi) Pannella ha già annunciato il proprio ritiro dall'attività politica e anche dal partito che ha contribuito a fare introdurre in Italia le uniche leggi laiche che il nostro Paese possieda (divorzio, aborto etc.) Per il leader, che ha fatto del referendum il maggiore strumento di lotta politica, a dire il vero, il Pr è già "chiuso". Lui stesso lo ha precisato in una lettera giunta mentre erano in corso le votazioni che avrebbero designato Emma Bonino come segretario. Pannella ha affermato che si iscriverà al partito solo quando verrà raggiunto un numero di adesioni tale da far pensare che "il miracolo riuscirà". Ma il rischio di chiudere i battenti esiste. Un'ipotesi che preoccupa non poco i mass

imi vertici delle istituzioni repubblicane: Scalfaro, Spadolini e Napolitano. Proprio ora che Pannella e i suoi sono diventati un punto di riferimento nella travagliatissima politica italiana, questa ritirata dispiace e fa dispiacere. Ma i radicali contestano chi parla di "colletta continua" o di "ricatto morale": "Se tutti gli altri partiti avessero fatto così negli scorsi dieci anni, la politica non sarebbe andata avanti a tangenti". Come a dire: meglio rompere le scatole con il tormentone che Radio Radicale trasmette ininterrottamente da più di un mese, per tentare di fare affluire soldi alle casse di via di Torre Argentina, piuttosto che elemosinare dai grandi corruttori di Stato e di regime (gli industriali per cui Pannella ha avuto parole di fuoco nel proprio discorso di commiato) il denaro per la propria sopravvivenza. Adesso sono in molti ad esprimere la propria solidarietà: Martelli, che parteciperà in prima persona alla campagna di reclutamento iscritti e che, in un discorso tenuto davanti ad una g

remitissima platea, ha fatto autocritica a proposito della legge sulla droga, confessandosi autoproibizionista per cultura; Segni che però non si è voluto iscrivere e che non va giù alla maggior parte dei militanti pannelliani, decine di deputati Dc e Pds. Tutti in cerca di una nuova identità politica? Difficile rispondere. Qualche giornale ha fatto notare che tra i nuovi politici iscritti ci sono "tangentocrati" inquisiti e sospetti mafiosi e si chiedeva a Pannella se, accettando i loro soldi, non si corresse il rischio di riciclarli. Per lui ha risposto Gabriele Paci nella consueta rassegna stampa radiofonica mattutina: "Se qualcuno vuole comprarsi così un posto in Paradiso, ben venga". Di certo, su questa seconda sessione del 36esimo Congresso nazionale del Partito Radicale, si sono accesi tutti i riflettori della speranza per una rinascita politica in Italia. Certo qualcuno tenterà anche di strumentalizzare Pannella, specie dopo il discorso fiume di domenica 7 febbraio, in cui metteva sullo stesso ban

co d'accusa insieme agli inquisiti di "mani pulite", i giudici delle altre 80 procure che continuano a essere inattivi, i procuratori capo di Roma dal 1950 a oggi, e i moralizzatori dell'ultimo momento. Pannella però è stato sempre un garantista, anche quando non andava di moda ("7 aprile", caso Tortora, antimafia ecc.) e chi, tra gli inquisiti, cercherà di usare in maniera interessata le sue argomentazioni, per difendersi dalle accuse dei magistrati, dovrà stare molto attento: la classe non è acqua.

EMMA BONINO: UNA SCELTA CORAGGIOSA

"Senti, prima di iniziare, voglio dirti una cosa importante, iscriviti al Partito Radicale, bastano mille lire al giorno, 365 mila all'anno, l'indirizzo per il vaglia telegrafico è via di Torre Argentina 76, Roma, aiutaci anche tu, sennò chiuderemo entro febbraio". Il buongiorno si vede dal mattino (il quale, notoriamente, ha l'oro in bocca) a casa di Pannella e compagni e, con l'ennesimo drammatico appello, Emma Bonino, il neo eletto segretario del partito transnazionale, ha deciso di aprire la sua intervista esclusiva a "Quigiovani".

D. Ma non costate un pò troppo?

R. "E' il prezzo di un caffè al giorno, quello che si deve pagare alla politica se non si vuole che siano le tangenti e la corruzione la tassa ben più dura e insopportabile per la sopravvivenza di essa".

D. Dopo Adelaide Aglietta, nel 1977, lei è la prima donna italiana a diventare segretario di una forza politica nazionale, anzi "trans". Però, se sentro un paio di settimane non arriveranno nuove e massicce adesioni, il partito radicale verrà messo in liquidazione.

D. Che cosa prova in questo momento?

R. Non nascondo che l'impegno che ho assunto farebbe tremare le vene dei polsi a chiunque, donna o uomo, e che essersi presa una responsabilità di questo genere costituisca un impegno per molti versi pazzesco. Ma c'è in ballo la sopravvivenza non di un partito nazionale, ma di uno in cui sono iscritti cittadini e parlamentari di 60 paesi in tutto il mondo, dalla Russia alla ex Jugoslavia, passando per gli Usa. Di una cosa però ho certezza e consapevolezza profondissima: far vivere questa speranza non dipende più da me o dai radicali, ma dai cittadini italiani."

D. Oggi tutti parlano bene dei radicali, fino a ieri però eravate considerati la pietra dello scandalo. Non sono un pò sospette certe conversioni sulla via di Damasco?

R. "E' vero che oggi molti - ma non tutti - "parlano bene" di noi. Ma niente conversioni per carità. Non servono mai. Parlerei piuttosto della disponibilità di una parte della classe dirigente ad aprire un dialogo sul rinnovamento della politica e delle istituzioni. E' venuta fuori la funzione reale del Pr: un laboratorio-embrione del partito democratico. Per quel che riguarda i "sospetti", non faccio processi alle intenzioni".

D. Perchè la politica in Italia, sta diventando un disvalore?

R."Il sistema italiano, il monopartitismo, la cogestione del potere in assenza di opposizione - conseguenza prima del sistema elettorale proporzionale - ha fatalmente portato alla profondissima corruzione della nostra società, ma non solo dei politici, è bene ricordarlo. Lo slogan del nostro congresso era "Per la nobiltà della politica", ma questo non voleva significare moralismo o processi di piazza".

D. Se raggiungerete quota 30mila iscrizioni, quali saranno le battaglie transnazionali per il 1993?

R. "Le stesse per le quali il mondo ci conosce: la pace nel mondo, l'abolizione della pena di morte entro il 2000, l'antiproibizionismo sulla droga, il diritto alla vita e la vita del diritto. Però, ed è bene dirlo, oggi è più che probabile che quanto finora avvenuto nella ex Jugoslavia sia niente in confronto a quello che potrebbe essere prossimo ad accadere. Assisteremo pprobabilmente a violenze e a tragedie inenarrabili, ben peggiori di quelle cui tutti hanno assistito impotenti per l'assenza dell'Europa, così come per l'inefficienza ormai palese dell'Onu. Bisogna vedere adesso se 30 mila cittadini italiani continueranno o meno a lavarsi le mani della politica, così come della Somalia, del Kossovo... e del debito pubblico italiano. Noi speriamo di no."

D. In futuro, se sarà abolita la legge sul finanziamento dei partiti, anche gli altri partiti politici saranno costretti a fare "mega collette" per sopravvivere? E soprattutto, ci riusciranno?

R. "Sarebbe quello che noi vorremmo. Penso che ancora molti italiani credano nella politica. Preferirei però guardare ad uno scenario nuovo, in cui a una miriade di partiti si sostiuiscano due o tre grandi schieramenti, sul modello della democrazia americana. Allora chiunque potrebbe finanziare questi partiti, quando ne condividesse scopi e battaglie".

D. Non è un mistero che voleva rifiutare la candidatura a segretario. Poi, però, Pannella, come al solito, le ha fatto cambiare idea. E' così "irresistibile" quel "pifferaio"?

R. Avevo forti e comprensibili resistenze, anche di natura privata. Speravo proprio che il "cerino" restasse in mano ad un altro. Perchè, dopo anni di lavoro durissimo come Presidente del Partito, potessi finalmente respirare un pò. Così non è andata e il "cerino" è rimasto in mano a me. Quando è caduta la candidatura per me più indicata , quella di Marco Pannella, quando dal congresso è venuta così forte e affettuosa la sollecitazione, non ce l'ho fatta a dimettermi dalle mie responsabilità. Ho accettato di tirare la carretta ancora una volta."

 
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