di Francesco Lo SardoSOMMARIO: Martinazzoli va al Congresso radicale rompendo un tabù. Molti dc si iscrivono al partito di Pannella. Ma per Cesare Cavalleri e Carlo Casini è uno scandalo.
(IL SABATO, 20 febbraio 1993)
Tìppete-tàppete, tìppete-tàppete. Chi scende le scale fredde di Piazza del Gesù, denudate del tappetone di velluto rosso in questi tempi di austera severità bresciana? Toh, chi si vede: Marco Pannella. Gatton gattone. Hai voglia a chiedergli, quella sera di giovedì 28 gennaio, che diavolo fosse mai andato a fare da Martinazzoli. Mino e Marco. Un'ora e passa di chiacchiera. Per dirsi che? "Per parlare di politica", rispose misterioso Pannella dall'occhietto soddisfatto. Di cosa avessero parlato, quei due, s'è capito una settimana dopo. S'è visto all'apertura dei lavori del 36esimo congresso radicale. S'è visto con l'arrivo all'Hotel Ergife di una nutritissima delegazione diccì, intervenuta in pompa magna: guidata nientemeno dal suo segretario nazionale, Martinazzoli. Eccolo lì, in prima fila, accanto a Napolitano e Spadolini, a sentire Pannella.
Si dirà: dov'è la notizia? Beh, notizia è che mai segretario dello Scudo crociato, prima di lui, mise sia pur punta del naso in un congresso radicale. E che neppure un visionario, mai e poi mai, avrebbe predetto che un giorno frotte di democristiani, deputati e senatori, sarebbero accorsi in aiuto alla campagna "Sos trentamila tessere radicali o morte", lanciata dal neosegretario del Partito dei diritti civili, la generosa Emma Bonino. Combattente di tutte le battaglie radicali. Ma anche nonviolenza, lotta alla fame nel mondo, per il diritto, contro la tortura e la pena di morte. Impossibile? E invece è successo.
LA TESSERA DI GANDHI
Se ne sono già iscritti a decine, di diccì, al Pr della Bonino. Ivi inclusi onorevoli coinvolti in vicende giudiziarie. Scatenando feroci ironie del Corsera. Ma sì, "tutti a lavare i panni dai radicali", ha sferzato il corrierone di via Solferino. Capointesta, nelle iscrizioni, quel Rino Nicolosi, uomo della sinistra del partito, vicepresidente del gruppo dc della Camera, già presidente della regione Sicilia e acerrimo avversario di Pannella alle elezioni comunali di Catania. Tutti con la tessera di Gandhi.
Ed è successu pure, quello che era altresì prevedibile. Un fulmine da Avvenire, per la penna di Cesare Cavalleri, direttore della rivista Studi Cattolici, vicina all'Opus Dei, che già si distinse nelle lodi di Bush e della salvifica guerra del Golfo. E' mercoledì 10 febbraio. Zot! "Orbene" ci spiega il Cavalleri "Pannella per un cattolico è un avversario totale e, per un democratico, una mina vagante". Ullallà, che paroloni. Vi risparmiamo il resto. Anzi, no. Questa, ad esempio: "La vittoria del bene comporta la sconfitta del male, per la cui scomparsa non si deve avere compassiona alcuna...il fatto che il Pr veda eroso il suo consenso popolare è una vittoria della democrazia". Sul Popolo di venerdì 12, Carlo Casini, papà del Movimento per la vita (lo stesso giorno in cui l'altro Casini, Pierferdinando, scopre che al Pr gli si è iscritta la moglie) ci mette il carico da dieci: "Se i parlamentari dc si iscrivono al Pr lo sbandamento è invincibile e viene voglia di gettare la spugna".
Ci si dia una bella strofinata al capo e alle orecchie, onorevole Casini, con la sua spugna. Giacché la musica, nella Dc, pare tutta nuova. Non per un colpo di sole che ha portato all'impazzimento del Senatore Martinazzoli, ma per il fatto che la regola del sistema cambia, talché sarà il caso che la Dc non si vada a cacciare da sola nell'angolino. Con ciò si spiega l'apertura di Martinazzoli. E il regalo per Marco. Si spiega così pure il fatto che il Popolo ha provveduto - altro fatto storico - ad intervistare Pannella.
Colpo gobbo, proprio domenica 7 febbraio, Giornata per la vita. Sollevando "il problema del flagello in atto, l'aborto clandestino di massa, abbiamo meglio consentito anche alla Chiesa di farsi meglio ascoltare...", sostiene Pannella sul quotidiano diccì, cogliendo l'occasione per infilzare il cardinal Biffi. La storia Dc-Pr? Da vecchio marpione qual è Pannella spiega: "E' storia antica, di profonda ma nobilissima opposizione. Che non riguarda i radicali di oggi, ma i radicali storici e la Dc dei decenni precedenti. Martinazzoli porta con sé una concezione di rispetto assoluto delle regole e del diritto".
E Nicolosi? Che dice Nicolosi? Spiega al Popolo di aver aderito al Pr "per l'intuizione transnazionale" (termine ricorrente anche nella prosa martinazzoliana), "perchè il Pr rappresenta il valore nobile, temperato della politica come elemento di aggregazione e composizione" e "perchè lo spegnersi della voce del Pr sarebbe un impoverimento del dibattito politico". Arduo farlo capire a Cesare Cavalleri e carlo Casini.