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Horvat Stella - 26 febbraio 1993
SONO STATA LESBICA
"FINORA LA PIU' DELICATA OPERAZIONE DELLA CRONISTA STELLA HORVAT"

SCIOCCANTE !!!

SOMMARIO: La giornalista Stella Horvat racconta di una sua visita, o "inchiesta", al gruppo lesbico e gay Ligma, che ha sede presso la sede del PR a Zagabria. Dopo aver tratteggiato l'ambiente, prosegue con la descrizione di quanto a suo avviso accade in un noto bar gay della capitale croata, al quale è stata indirizzata. Fornisce infine generiche notizie sul lesbismo nel mondo. [L'inchiesta occupa le due pagine centrali del settimanale croato (50.000 copie) con due grandi foto di donne abbracciate. Per lo scandalismo dei titoli e delle foto, per le notizie menzognere e diffamatorie riportate, il gruppo Ligma - Lesbian and Gay man Action - procederà ad una denuncia presso la magistratura].

(SLOBODNI TIEDNIK, 26 febbraio 1993)

Quella sera, mentre stavo andando ad una riunione con un gruppo di lesbiche, venerdì, un po' dopo le 17, in Radiceva scendevano verso la Piazza due persone note - Vladimir Seks e Luka Bebic. Molto bene, ho pensato. Era una buona occasione per verificare se avevo un buon travestimento per affrontare quel compito, altrimenti le donne che mi aspettavano avrebbero potuto riconoscere Stella Horvat. La mia piccola capacità di travestirmi ha funzionato - sebbene mi sia messa davanti a questi guardandoli fissamente, né il signor Seks né il signor Bebic mi hanno riconosciuto. Va bene. Perché, se non mi ha riconosciuto il mio nemico giurato il signor Seks che, a causa delle nostre piccole rese dei conti, già conosce ogni millimetro della mia faccia, allora non mi riconosceranno anche loro.

... e un gruppo di lesbiche di Zagabria doveva aspettarmi quella sera a Radiceva 15, dove, dopo una mia disperata telefonata, avrebbero dovuto convincermi che non è così orribile essere lesbica a Zagabria. Soprattutto se ci uniamo e, con forze comuni, realizziamo i diritti che ci appartengono. - E' necessario - la voce al telefono mi ha detto così - che ci liberiamo delle catene ed iniziamo a stare in compagnia.

SULLA PROPRIA PELLE

La mia intenzione era di sentire con la mia pelle che cosa significa essere lesbica nella città che si proclama europea; vedere chi e che cosa riunisce e che cosa propaganda il club zagabrese delle lesbiche. Personalmente mi interessava sapere se fosse vero che questi club venivano visitati dalle nostre famose personalità ... femminili. Delle quali alcune, coraggiosamente dal palco, chiedono tutti i diritti femminili, tra l'altro anche i diritti delle lesbiche. Ma quando devono dichiarare che anche loro sono lesbiche, subito si ritirano e la loro lotta per i diritti femminili scompare. Quello che è interessante - come vedrete nel seguito - è il fatto che il Club delle lesbiche, omosessuali e bisessuali lavora presso il Partito radicale transnazionale che dà loro l'ufficio, telefoni, fax, e dà il pieno appoggio per tutto ciò per cui si impegnano. La cosa fondamentale per la quale loro si battono è che: "Le croate smettano di seguire la fissazione dei "grandi croati", di partorire da tre a cinque bambini per a

dempiere al loro dovere di patrioti verso la nazione", e che si smetta di mostrare "la forte influenza della chiesa cattolica, specialmente nell'ambito del così detto "rinnovamento spirituale" della società croata". Si chiamano LIGMA (la forma abbreviata di Lesbian and gay man action"

Ero la trentunesima quella sera quando, in pantaloni larghi e capelli lisci, ho bussato alla porta su cui era scritto Partito radicale transnazionale. L'ha aperta un ragazzo che mi ha salutato cordialmente e mi ha indicato la ragazza "che mi aiuterà in tutti i miei problemi". Nella camera c'erano anche due che si occupavano dei lavori del partito. Per un momento mi sembrava ridicolo: nella piccola camera, quattro per quattro, si risolvevano i problemi ... del partito, e quelli dei froci, e delle lesbiche nello stesso tempo.

La ragazza si chiamava Andrea, era tutta in nero, coi ... capelli lisci e scarpe maschili. Mi ha offerto di sederci in un angolo e di parlare del mio problema. Amir, il ragazzo che ha aperto la porta già le ha spiegato di che cosa si tratta.

- Lei ... signora, ha un certo problema sessuale?

- Sì. Solo, per me è un po' imbarazzante parlare di questo ...

- Si rilassi, non deve avere paura.

- Mi dica, questo fatto che sulla porta è scritto "Partito radicale transnazionale" significa che devo iscrivermi al vostro club, o al partito per poter risolvere il mio problema sessuale?

- No, non occorre neanche che si presenti con nome e cognome. Soltanto mi dica il suo nome per poterle parlare.

- Ivana.

- Va bene Ivana, dica di che cosa si tratta.

- Breve. Sono sposata, ho un piccolo bambino e ho scoperto da poco un' inclinazione verso il mio stesso sesso. Vorrei chiederle di aiutarmi in questo senso .... O di liberarmi di questo o di aiutarmi a trovare un' amica.

- Ma no! perché liberarsi di questo! Non è una vergogna essere lesbica! Ma dov'è suo figlio adesso?

- Aspetta fuori, davanti al portone.

- Perché non l'ha portato qui?

- Non voglio che lui ascolti.

- Suo marito sa di questa sua inclinazione?

- No, non gli ho detto niente.

- E Lei ha l'orgasmo quando è con lui?

- No.

- Come riesce a nasconderlo?

- Faccio finta.

- Fa finta! Questo non è obbligatorio. Perché nascondere vere e sincere inclinazioni?

L'ATMOSFERA OSCURA

Nel resto del discorso Andrea cercava di convincermi che non ha senso in sé quello che davvero sei e che "molto volentieri iscriveranno un amica nel loro gruppo". "Perché da giorni sono frustrata a causa di rapporti sessuali che non potevano soddisfarmi", Andrea mi ha inviato al bar "Bacche". Lì - così ha detto - troverò l'amica che voglio.

L'altra sera sono andata al "Bacche". Il bar si trova Zrinjevac, profondamente nascosto in un portone buio. Osservando ho subito capito perché mi hanno detto di non toccare questa gente.

In una parte del bar c'era un gruppo di maschi, in un' altra di donne. Alcuni giocavano con gli automat, altri soltanto si guardavano. Le donne sedevano a tavola, prevalentemente in coppie. Mi sono seduta ad un tavolo ed ho aspettato. Era strano vedere questa perfetta simbiosi di persone, che tra di loro non si sopportano, funzionare qui così bene. Ho notato una ragazza che sedeva da sola in un angolo, con la testa sul tavolo e le mani sopra la testa. Non so se era infelice o ubriaca.

L'atmosfera in certi momenti assomigliava a quella dei film di Fassbinder. Torbida e strana. Dopo ho compreso che cosa la rendeva tale. La gente che stava lì non parlava, non litigavano né ridevano: solo si guardavano. Non c'era l' atmosfera tipica dei bar normali, di risate, musica alta e rumore. Solo mani intrecciate, coccole discrete e silenzio, sempre silenzio. Non era reale vedere i maschi che tacevano tutto il tempo e solo si guardavano. Qua e la qualcuno si toccava.

In quel momento ho notato che una delle due ragazze che sedevano al tavolo vicino si è alzata e si è avvicinata al mio. Già prima avevo notato che mi guardavano ma non ero sicura se erano interessate a me o perché mi avevano riconosciuta come giornalista. Se si tratta di questo, ho pensato, devo andarmene. Ma era troppo tardi.

- Scusa, posso chiederti una cosa ?

- Si ??

- Io e la mia amica vorremo invitarti al nostro tavolo ... Abbiamo visto che sei sola .

- Si. Sono sola.

- Aspetti qualcuno?

- No!

- Allora vieni al nostro tavolo.

TRE BOTTIGLIE DI COCA COLA

La ragazza pallida con i capelli rossi ha fatto un cenno verso la compagna seduta al tavolo, indicando la cameriera. Lei allora l'ha subito chiamata ed ha ordinato da bere. Per me non era chiaro: quella ha ordinato tre bottiglie di Coca senza chiedermi che cosa volessi... (Dopo ho capito perché). Le ragazze si sono presentate come Rita e Natalie. La rossa era Rita e la mora Natalie.

Il discorso si svolgeva normalmente: E' la prima volta che vieni qui? ti piace? ecc. Fino al momento in cui Rita (non credo che questo fosse il suo vero nome) ha messo la mano sul mio ginocchio. Ho sobbalzato.

- Ehi, cosa fai?

- Niente.

- Ma perché?

- Non posso.

- Perché ?

- Ho le mestruazioni.

Tutt' e due si sono messe a ridere ed a guardarmi come se fossi pazza. Rita continuava a tenere la sua mano sul mio ginocchio, pericolosamente iniziando a risalire. Nello stesso tempo con l'altra mano stringeva la bottiglia di Coca cola. Per tutto il tempo la sua compagna continuava a leccare una uguale bottiglia di Coca cola.

Mi sono guardata intorno, ma nessuno era interessato alle manovre delle due. Perché anche gli altri facevano cose uguali o simili (avrei voluto che fosse con me il nostro fotoreporter Mladen, almeno all'altro angolo, tra i maschi).

- Perché ti sei irrigidita? Ivana? ti chiami Ivana?

- Sì!

- Perché ti sei irrigidita?

- Niente, solo è la prima volta che vengo qui.

- Tutto accade una volta per la prima volta. Anche per me è stato così.

Rita ha cominciato di nuovo a ridere rumorosamente, alludendo ad una cosa per me non chiara. Ma quando ha preso la bottiglia e l'ha messa tra le gambe (era in jeans) ho compreso a cosa pensava. Si muoveva come se stesse facendo l'amore. Sempre più velocemente. Se non avesse avuto i jeans avrei creduto che si fosse veramente infilata la bottiglia. Ancora mi sono guardata in torno. No! Nessuno ci considerava. Tutti erano indaffarati in altro.

- Ehi donna, sai che tutto può entrare in quella cosina? lo sai?

- Non, non lo so.

- Vuoi che ti mostri?

- Non adesso.

- Va bene, allora stasera.

Di nuovo mi ha afferrato un fianco e mi toccava la coscia con le dita. Natalie mi guardava ironicamente e faceva lo stesso sulle coscie di Rita. Si esprimevano in una lingua che non comprendevo, una lingua in cui ogni gesto significa qualcosa di concreto. Un maschio anziano al banco, con il cappello in testa ed una sigaretta spenta tra le labbra, ha fatto un cenno verso il nostro tavolo. Le ragazze hanno assentito.

- Ivana, ti chiami Ivana?

- Si!

- Sai una cosa, gattina ...

- A te bisogna leccarti pezzo per pezzo, in modo da non lasciarti neanche un millimetro asciutto. capisci, capisci ?

- Si?

- Allora capirai che cosa significa davvero leccare ... ma non maschile ... fottiti dei maschi ... quello non è questo...

E allora, Ivana, quando non potrai più sopportarlo, cosa farai allora? Diglielo tu, Natalie.

- Allora, quello che ti spingo dentro, millimetro per millimetro, finché non ti fa gemere dal male... per vedere come scivola...

Così ha preso la bottiglia ed ha cominciato ad avvicinarla all'inguine. Non so perché si comportavano così. Non sembravano ubriache né puzzavano di alcool. Ma allora, poiché sembravano alterate, forse si erano drogate, o eccitate da sé stesse? non so.

- Ivana, sai com'è quando ti metto la lingua dentro del tutto?... e la muovo finché non diventi pazza? ... la muovo e la muovo?

Cominciavo a sentirmi male. Era tempo di andarmene.

- Ehi! dove vai?

- Al wc! Torno subito.

FUGA DAL PERICOLO

Mentre uscivo da quel groviglio di corpi strani ho notato l'uomo con la sigaretta spenta che mi guardava malevolmente. Come se volesse dire "fai male ad andartene...". Ho infilato di corsa la porta e sono uscita da questo torbido film. Direi bugie se dicessi che ho capito qualcosa di quello che mi è accaduto. Mi sono sforzata ma non sono riuscita. Profondamente rispetto la loro opinione e la loro scelta di vita ma non la capisco. Per questo li lascio nel loro mondo nel quale spero che tra di loro si comprendano. Anche quando non parlano.

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riquadro: ZAGREB LEZBIJSKI KLUB

Il Club zagabrese delle lesbiche conta formalmente cinque lesbiche iscritte, ma il loro numero è molto più grande. Con gli omosessuali e bisessuali dell'organizzazione LIGMA, sono l'unico gruppo di questo genere in Croazia e contano 30 membri. Inoltre - come loro sottolineano - un uguale numero di simpatizzanti.

Approssivamente si dice che solamente in Croazia vi siano più di 10.000 omosessuali, ma questi, per paura della discriminazione, nascondono il loro orientamento. Quale sia la discriminazione in Croazia è dimostrato anche dal esempio che, in Cecoslovacchia, da anni escono ben cinque pubblicazioni dedicate alla popolazione omosessuale, mentre da noi gli omosessuali non possono presentare la loro posizione né in tv , né in radio, né nei giornali.

Nel mondo esistono club che uniscono migliaia di lesbiche, prevalentemente anonime. ... Quelle più conosciute raramente le troverete nei club, eppure riempiono le pagine della stampa mondiale. Vale nominare, tra le tante, una delle migliori tenniste di tutti i tempi, Martina Naratilova, le attrici Brigitte Nielsen, Florinda Bolkan, la regista Liliana Cavani, e molte altre. L'ultimo sondaggio in questo campo sostiene che il 17% delle non sposate ed il 13% delle sposate si sento attirate, oltre che dai maschi, anche dalle donne. Il 5% delle non sposate e l'1% delle sposate si sentono completamente lesbiche. Il sondaggio è stato realizzato lo scorso anno in USA.

 
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