SOMMARIO: [Lettera al direttore, risposta del direttore]. Un lettore domanda al direttore cosa ne pensi della "overdose" di radicali in TV, a chiedere soldi per il loro partito, ecc. Il direttore risponde che la salvezza del partito radicale e del "panda" sono due nobili cause. "La confermata distanza con i cattolici, pacatamente ragionata, potrebbe tornare utile agli stessi radicali".
(L'AVVENIRE, 28 febbraio 1993)
Caro Direttore, che cosa ne pensa di questa overdose di esponenti radicali in televisione a chiedere fondi per il loro partito, che altrimenti sarebbe costretto a chiudere? Pensi che ho in scarsa simpatia Baudo e la Parietti non tanto per il loro camaleontismo culturale quanto perché si prendono troppo sul serio, si sopravvalutano, non hanno il senso della misura e debordano dallo schermo.
Che cosa devo quindi pensare di Marco Pannella e della sua compagnia di guitti che si affacciano da tutti i buchi che i mass-media concedono loro per dirci che hanno bisogno di soldi? E che senza chiudono? E che se chiudono l'Italia è più povera? E che ci ricordano le loro gloriose battaglie civili, comprese quelle (divorzio e aborto) che invece per me hanno reso il Paese più incivile?
Del Partito Radicale, come diciamo qui a Roma, "nun ce ne potrebbe fregà de meno". Muoia pure, tanto la furba combriccola degli intettualini radicali, sempre imbronciati, moralisti, frequentatori (così, me li immagino) di austeri salotti progressisti, tanto loro staranno comunque a galla. Ce li ritroveremo tra i piedi lo stesso, nei partiti vecchi sopravvissuti alla "nuttata" o in quelli nuovi. In altri termini: piuttosto che dare soldi a loro, li do per la sopravvivenza del panda. Ho ragione?
Orazio De Bernardis, Roma.
Risposta:
Il panda e il Partito Radicale, due nobili cause. Ma ci permetta, caro De Bernardis, di essere un po' meno tranchants nei confronti della seconda. Nella storia del Partito Radicale ci sono certo - e per noi sono indimenticabili e decisivi - i capitoli del divorzio e dell'aborto. Ma c'è anche l'input dato a questo Parlamento per l'elezione di Scalfaro al Quirinale. Si ricorda? Quando all'inizio nessuno sembrava volerlo, loro avanzarono subito con indomita caparbietà il suo nome. Come dire che sulle vicende di un partito, come sulla vita di una persona, il giudizio è sempre composito.
Semmai oggi sarebbe utile sentirli esprimere finalmente in modo più puntuale proprio sul loro partito. Salvarlo, ma per farne che cosa in concreto, al di là di talune battaglie oggi abbastanza generiche? O è forse vero che molti radicali danno il meglio di sé proprio quando emigrano in altri partiti e movimenti?
E Marco Pannella? Ed Emma Bonino? Chissà se ha ragione lei: potrebbe morire il partito, non morirebbero i radicali. Perché dovrebbero rifiutare la corte che molti stan loro già facendo in questo momento?
No, loro non morirebbero. Ma dovrebbero almeno tirare qualche bilancio serio di questi venticinque anni di storia radicale. Dov'è approdato, ad esempio, il femminismo? Ha reso davvero più felice la donna? E' meno egoista l'uomo? Sono davvero gandiani questi giovani cresciuti imbottiti di radicalismo spicciolo, di esaltazione delle libertà e dei diritti individuali? E che ne è del nostro senso civico?
Varrebbe la pena che il Partito Radicale viva, almeno per invitarlo a discutere di questi temi. La confermata distanza con i cattolici, pacatamente ragionata, potrebbe tornare utile agli stessi radicali.
La conclusione? Tornando alle due nobili cause, il problema del panda, com'è risaputo, è che stenta a riprodursi in cattività. Cosa non da poco, che ci induce ad essere largamente più ottimisti circa la sorte dei radicali.