A Milano e a Bologna i due ultimi appuntamenti per la raccolta delle iscrizioni arrivate a poco più di ventunomilaNeppure il sindaco di Sarajevo fa raggiungere quota trentamila, domani conta finale.
di Gianna Fregonara
SOMMARIO: Vivace réportage della manifestazione tenutasi al Lirico di Milano il 28 febbraio, nel corso della quale, alla presenza del sindaco di Sarajevo Muhammed Kresevljahovic, si rilancia la campagna di iscrizioni al PR. Si riferisce dalla proposta di Kresevljahovic, di "fermare le lancette dell'orologio" alla data del 28 febbraio, per guadagnare alla campagna un congruo lasso di tempo, si registrano le presenze eccellenti, si riportano stralci dell'intervento di Marco Pannella.
(CORRIERE DELLA SERA, 1 marzo 1993)
Milano - "Per favore, i fotografi non si avvicinino, ci rovinano le immagini in Tv, e sappiamo che mostrare il Sindaco di Sarajevo al Tg dell'ora di pranzo può valere centinaia di telefonate e di iscrizioni". Marketing per un partito e presentazione un po' brusca da parte del neosegretario Emma Bonino, mentre Muhammed Kresevljahovic, radicale da tempo oltre che sindaco della capitale bosniaca, si avvicina al palco. E' arrivato alla manifestazione di Milano come "regalo" di Giuliano Amato, dopo che venerdì era stato prelevato dalla città assediata con un blitz dell'areonautica italiana.
Resta in Italia per una settimana, ma ieri è stato tutto dei radicali: "Nei prossimi giorni si parlerà nei dettagli dei crimini di guerra e degli aiuti USA, oggi è nostro, è qui per raccogliere iscrizioni", sbraitano da dietro il palco, togliendo un po' di nobiltà alla campagna radicale, che ha fatto dell'impegno per salvare la Bosnia e riportare la pace nella ex Jugoslavia il punto centrale del proprio programma.
E' lui , Kresevljahovic, a chiedere a Pannella e a Emma Bonino, che girano con il numero di telefono per le iscrizioni al collo, di fermare gli orologi che ieri a mezzanotte dovevano segnare il termine per raccogliere le 30 mila adesioni necessarie alla sopravvivenza del partito radicale.
Risponde Pannella: "Non ci saranno proroghe, però ci conteremo solo martedì sera. Dobbiamo aspettare che arrivino tutte le iscrizioni per vaglia telegrafico, i contributi che ci hanno promesso ma non ancora versato". Ieri sera gli iscritti erano ventunomila, forse qualcuno in più, in totale oltre sette dei dieci miliardi di lire che i radicali vogliono raccogliere. "Ma non bastano - spiega Pannella dal palco -, ce ne vorrebbero quarantacinquemila". Un'altra raccolta? "No, ci accontentiamo delle trentamila. Ma tante devono essere, non una di meno". Altrimenti? Pannella dice che si dovrà valutare martedì, c'è il sindaco di Sarajevo che preme per una proroga, Tomaso Staiti di Cuddia, ex missino diventato radicale, aveva detto dal palco che dopo il 28 febbraio ci possono essere il 29, il 30 e il 31. E l'idea non sembra dispiacere.
Ma Pannella rilancia: "Sono psicologicamente impreparato a lasciare la politica, ma se muore il partito radicale sono convinto che per non ingannare nessuno occorre uscire dalla scena. Non prendo mai impegni che non posso mantenere".
Ieri nell'ultima giornata di raccolta delle iscrizioni la carovana radicale ha avuto due appuntamenti: uno al Lirico di Milano (più di duecento iscritti in una mattinata) e uno a Bologna.
Dal palco del Lirico, sotto lo striscione rosso "Per la vita del partito radicale, per la nobiltà della politica", si alternano gli ospiti. Tutti rigorosamente iscritti (con l'eccezione del vicedirettore del "Giornale" Federico Orlando che ha portato il contributo di Indro Montanelli). E i discorsi sulla politica si mischiano a quelli sulla guerra, come si conviene ai transpartitici-transnazionali. C'è il cantante Teddy Reno, che con la moglie Rita Pavone si propone per portare uno spettacolo a Sarajevo; il sindaco dimissionario di Milano, Piero Borghini, che ricorda di aver fatto approvare il gemellaggio del capoluogo lombardo con la capitale bosniaca; la deputata di Rifondazione Comunista Tiziana Maiolo che sogna un mondo di onesti, il commissario del Psi milanese Luigi Vertemati che racconta del figlio che ha preferito i radicali ai socialisti; il missino Staiti di Cuddia, il sociologo Luigi Manconi e la presidente pidiessina della giunta lombarda Fiorella Ghilardotti.
Arrivano i contributi di Enzo Biagi, di Gino Bramieri con barzelletta, i saluti di Ornella Vanoni, in teatro si fa vedere Enrico Maria Salerno.
Poi parla Pannella: "Il partito radicale del 1993 non è quello del divorzio, dell'aborto, dei radicali storici. E' altro: è il luogo dove tutti, mantenendo l'orgoglio della propria storia, possono e devono entrare. Molti, meschinamente, hanno detto di non volersi iscrivere perchè si sono iscritti politici inquisiti". Attacca i magistrati, premettendo: "Sono contro i processi di piazza e il linciaggio di De Michelis a Venezia, c'è una serie di reati omissivi per dolo sistematico di magistrati da denunciare. E' da un anno che vado chiedendo perchè, nell'inchiesta sulle tangenti, non sia mai stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere. L'unica risposta è che se questo dovesse essere ipotizzato per i politici allora dovrebbero partire centinaia di avvisi di garanzia anche per i giudici. Moltissimi magistrati, tranne poche eccezioni, hanno contribuito a costruire, con politici e imprenditori, un sistema che è sotto inchiesta".
Dopo aver chiesto a gran voce "la verità" sulla morte di Giorgiana Masi e Aldo Moro che "Cossiga va annunciando da tempo", Pannella ha chiamato in causa i giudici Gallucci (già al centro di polemiche per l'inchiesta sulla P2) e Giorgio Santacroce (Ustica).
Poi l'ultimo appello per il partito: ai democratici cristiani, ai pidiessini, che devono tirare "per la giacchetta Occhetto e D'Alema", agli industriali. "Sabato il presidente della Confindustria Luigi Abete ha annunciato un contributo, altri si sono offerti di sottoscrivere. Ringraziandoli, voglio dire che è meno compromettente iscriversi: nessuno si è mai iscritto al partito di Tangentopoli, ma molti ne hanno sottoscritto il progetto".
A domani la conta, ma Pannella annuncia: se ci scioglieremo pubblicherò a mie spese il libro degli iscritti. Forse non ce ne sarà bisogno.